MESTIERI DA “CORONA VIRUS”: IL CONSULENTE DELL’ATTIVITA’ MOTORIA

In un paese con una cultura dell’attività motoria evoluta il consulente dell’attività motoria non dovrebbe essere un mestiere “da corona virus” per il semplice motivo che dovrebbe essere un mestiere come un altro, normalmente diffuso e che la gente riconosce come un qualsiasi altro mestiere qualunque. Invece rischia di diventare un “mestiere da corona virus” perché può avere opportunità di diffondersi proprio in questo momento dove la gente non sa più che cavolo fare per fare un po’ di sana attività motoria e non cadere in preda alla depressione da sedentarietà.

Il mestiere di consulente dell’attività motoria fino ad ora non si è diffuso perché va contro gli interessi delle palestre private, va contro le mode e pertanto non è assolutamente pubblicizzato. Ancora peggio: se fosse adeguatamente pubblicizzato la gente comune potrebbe avere addirittura la presunzione (non del tutto folle in un paese civile…) di averne diritto gratuitamente per poter fare una vera prevenzione sanitaria.

Cos’è un consulente per l’attività motoria? E’ una persona che ti da consigli per lo svolgimento di tutta l’attività motoria, non solo per quella che fai in palestra. E dandoti questi consigli ti mette in grado di arrangiarti da solo senza la presenza dell’istruttore che controlla se fai il movimento “giusto o sbagliato” (per questa folle leggenda del movimento “giusto o sbagliato” che blocca milioni di persone nei loro tentativi di inventarsi un po’ di sana attività fisica vedi una lunga serie di articoli su questo sito) continua, soffocante, ingombrante onerosa e a volte talmente imbarazzante da chiedersi se l’istruttore è un istruttore o un baby sitter.

La figura dell’insegnante di educazione fisica, dell’esperto di attività motoria può fare un salto di  qualità solo se si libera di questo clichet di figura onnipresente e si eleva al ruolo di consulente che finita la sua consulenza si defila come è giusto che deva fare ogni consulente. Ve lo vedete il commercialista che segue il suo cliente come un ombra? Oppure il dietologo che controlla minuto per minuto i pasti del suo assistito?

E’ il corona virus a dirci che l’istruttore una volta che ci ha dato i suoi preziosi consigli si deve allontanare per motivi igienico sanitari dopo averci dato le dritte per muoverci da soli come adulti dotati di una buona capacità di ragionare e rielaborare le cose e non  come bambini che necessitano di un controllo costante tipo baby sitter.

Io non so se sia necessario il corona virus per farci capire che alla nostra attività motoria ci dobbiamo pensare in modo responsabile, aiutati certamente anche da esperti del movimento, ma non solo rispondendo pappagallescamente a stimoli che ci vengono dettati da istruttori onnipresenti. La figura dell’allenatore che segue tutti gli allenamenti dell’allievo è necessaria nello sport (soprattutto di alto livello) dove l’allievo si trova a sperimentare continuamente situazioni nuove in un processo di allenamento che è costantemente in evoluzione. Per assurdo li dove il controllo costante è necessario ci troviamo allenatori che seguono venti o trenta atleti contemporaneamente in modo quasi impossibile per poter garantire buona trasmissione delle informazioni a tutti.

Laddove, invece, sarebbe sufficiente un tecnico che da delle indicazioni di carattere generale per poi lasciare l’allievo libero di scoprire i dettagli applicativi di questi suggerimenti, non si trova uno straccio di consulente e bisogna andare ad iscriversi chissà dove per farsi mettere alle calcagna un istruttore che ci svelerà con molta professionalità cosa non bisogna assolutamente sbagliare per non andare all’inferno.

La ginnastica rispetto alla fisioterapia ha un grande vantaggio: che mentre la fisioterapia per farla hai bisogno della presenza costante del fisioterapista, che purtroppo a volte è anche molto costoso, la ginnastica una volta che l’hai imparata puoi anche fartela da solo e se hai dei dubbi puoi sentire pure il tecnico per telefono. Se lo tratti come un consulente non hai bisogno di sentirlo ogni cinque minuti e capisci tutto. Se lo tratti come un istruttore e caschi in preda al timore dell’esercizio “sbagliato” allora rischi di sentirlo ogni cinque minuti e sarà lui ad arrendersi al fatto che per telefono non può dirti nulla. Allora se non abbiamo in testa l’idea della “consulenza” è colpa del fantasma dell’esercizio  sbagliato che è quel fantasma che un po’ come Don Chisciotte contro i mulini a vento io sto combattendo su questo sito da qualcosa come 700 articoli strani.

Ci sono i medici che stanno dando consigli per telefono e mi pare cosa più che giusta per non intasare gli ambulatori, non vedo perché anche gli esperti di attività motoria non siano in grado di fare lo stesso.