E’ piovuto, si è abbassata un po’ la temperatura, non si può più parlare di effetto serra. Giustamente l’effetto serra è tutta una bugia insomma non ci ammazzerà tutti entro i prossimi anni ma ci farà solo del male ed i politici di questa generazione ce la faranno a scamparla, non si vede perché dovrebbero perdere voti a combattere l’effetto serra che è una battaglia che costa un sacco di soldi e non procura voti.
La cosa che ha dato più fastidio nel mio articolo “fuori tema” è che ho osato associare l’inquinamento all’iperproduzione ed a un sistema economico che fonda la sua ideologia sull’esasperazione dei consumi. Tanto per cambiare ancora una volta ho rotto le balle al libero mercato che è l’unica religione che ci unisce tutti.
E se proprio devo lasciar perdere l’effetto serra perché oggi c’è qualche grado di meno e per fortuna si riesce a respirare è sul tasto dei consumi che insisto. Viviamo ancora ( e sottolineo ancora perché la cosa va avanti da un bel po’) in un sistema dove la felicità sembra misurata sulla base delle cose che compri. Invece da più felicità muoversi un po’ di più che non comprare un po’ di cose in più. Oggi si respira? Ci si può muovere senza pericolo di disidratarsi? Bene, allora muovetevi, uscite ed andate alla ricerca di un’area incontaminata, state alla larga dai centri commerciali, non vi danno la felicità e vi rovinano la salute. Ma se predichi così non fai altro che accelerare la tendenza verso la deflazione che è l’incubo dei giorni nostri. Ecco il punto è proprio quello, l’incubo non è la deflazione perché quella è una strada obbligata dalla quale dobbiamo passare. E’ la strada che ci costringe a percorrere un sistema economico che per decenni ci ha proposto di acquistare un sacco di cose inutili e adesso mette a nudo i propri limiti. Non abbiamo più bisogno di cose, abbiamo bisogno di salute. Non abbiamo bisogno di cose che ci occupino la vita, abbiamo bisogno di tempo libero che una pessima distribuzione del lavoro ci ha tolto. Il lavoro non manca, è solo mal distribuito e retribuito in modo non equo a seconda dell’effettiva sua utilità. Per quale motivo un operatore ecologico deve pigliare uno stipendio che è dieci volte inferiore a quello di un parlamentare? E’ molto più divertente fare l’operatore ecologico? E se proprio vogliamo premiare il parlamentare perché in effetti si prende molti più insulti dell’operatore ecologico, non basta pagarlo il doppio di quest’ultimo?
Oggi si respira, non parliamo di effetto serra per la gioia dei negazionisti del clima ma andate a fare un giro in qualche parco (ce ne sono ancora e più li frequentate più possibilità ci sono che ne aprano altri) piuttosto che in un centro commerciale. L’occupazione si crea organizzando meglio la società non creando posti di lavoro di cose che non possono stare in piedi. Se parliamo di posti di lavoro abbiamo certamente bisogno di un tot. di infermieri in più nei nostri ospedali. Poi abbiamo bisogno anche di un tot. di guidatori di autobus nelle nostre città, ma se non acquistiamo gli autobus da far guidare loro (possibilmente non a gasolio e verosimilmente prodotti dalle stesse ditte che venderanno un po’ meno auto…) non possiamo farli guidare. I posti di lavoro ci sono, si tratta di organizzarsi per assegnarli, non occorrono nuovi centri commerciali per combattere la disoccupazione.