MA CHE “WADANO” TUTTI A CASA…

Putin ha ben altri problemi e, da buon politico ha tentato di ammorbidire la questione mostrandosi disponibile. Io, che non sono assolutamente un politico, mi sarei impuntato con orgoglio (e l’orgoglio in queste situazioni va lasciato da parte) e, a costo di danneggiare i miei atleti avrei detto: “Bene, io lascio i miei atleti a casa dalle Olimpiadi, ma adesso ne andiamo a fondo, vediamo chi ci va alle Olimpiadi!”

Non si può e non si deve smontare lo sport anche se è doveroso renderlo migliore e soprattutto meno pericoloso per chi lo pratica, però forse è arrivato il momento di smontare la “WADA”.

L’ organismo internazionale per i controlli antidoping fa acqua da tutte le parti, è anacronistico ed è pure finanziato con soldi pubblici. Se sono rimasti quattro danari per lo sport è giusto spenderli per gli impianti sportivi o per lo sport dei bambini, non per finanziare crociate finte contro il doping dello sport degli adulti.

Sul doping essenzialmente ci interessa sapere ciò che si può tollerare e ciò che fa male alla salute. Non ci serve a nulla trovare dei demoni da dare in pasto ai giornalisti che ci ricamano su tradimenti che sono solo subiti e non perpetrati dagli atleti.

Può esserci la sostanza che non rientra nell’elenco di quelle dopanti ed è proprio il caso di evitare perchè fa male alla salute, poi ci può essere quella che rientra fra quelle comprese nell’elenco e chissà per quale motivo viene fuori che l’atleta che fa due allenamenti al giorno e non la usa sta peggio di quello che la usa.

Stando così le cose, secondo la filosofia “tolleranza zero” della WADA, appoggiata dai giornalisti di quasi tutti i paesi, c’è una gara a chi maschera meglio il doping, c’è una assoluta attenzione a non pubblicare assolutamente nulla sui vari trattamenti farmacologici ai quali vengono sottoposti gli atleti di alto livello e la filosofia è praticamente quella di cinquant’anni fa anche se lo sport è cambiato di molto.

Il doping degli atleti di alto livello ormai è praticamente sempre doping di Stato perché se qualcuno prova a fare autonomamente, giustamente viene pigliato subito e fa la figura del traditore della Patria.

La lotta deve essere per la salute degli atleti e pertanto se alcune sostanze vengono usate sistematicamente nelle preparazione dei campioni è importante capire se possono essere nocive o meno. Se possono essere nocive è importante fare campagne informative che possono partire solo se viene smontato l’istituto della punizione. Nel  momento in cui una sostanza è vietata nessuno dichiarerà che la sta assumendo perché nessuno ci sta a pagare anche per gli altri.

Se adesso qualche atleta russo verrà bloccato sarà la solita bufala da dare in pasto all’opinione pubblica. Si farà credere che quell’atleta è quello che veramente ha esagerato ed è stato proprio quello che si meritava una squalifica. I trattamenti proposti ai vari atleti sono tutti più o meno equivalenti, poi per chissà quale motivo un atleta può risultare positivo ed un altro è assolutamente regolare. Non sta scritto da nessuna parte che quello pigliato positivo rischia la salute più di quello “regolare”. Ed anche da un punto di vista morale fra i due non c’è questa gran differenza, sono entrambi professionisti seri di uno sport dove a volte non aiutarsi con i farmaci è molto più pericoloso che seguire i trattamenti proposti dai medici federali. Se i medici federali non sono dei deficienti (ed in genere non lo sono…) non propongono mai trattamenti che sono pericolosi e possono pure inguaiare nell’antidoping l’atleta.

Se alcuni farmaci vengono utilizzati più di altri (e ciò accade molto nello sport moderno) è importante capire perché ciò avviene e soprattutto se l’utilizzazione di questi farmaci è esente da rischi. Queste sono le cose importanti da capire se vogliamo tutelare la salute degli atleti.

Altrimenti si può continuare a procedere nello stilare la lista dei buoni e dei cattivi secondo il vangelo della WADA. E allora quelli che hanno preso le sostanze vietate vanno condannati all’ergastolo mentre a quelli che hanno preso quelle non vietate, che magari sono pure più pericolose di quelle vietate, si può pure fare un monumento perché sono esempi di correttezza nello sport.

Ci può essere anche chi diventa un campione a pane ed acqua anche nel 2015, ne conosco anch’io, esistono ancora. Purtroppo se teniamo in piedi lo sport solo con loro la baracca crolla. Sono loro i primi a non volere che la baracca venga smontata in onore di una falsa pulizia. L’unica battaglia al doping si può fare facendo informazione. Cominciamo col dire che demoni non ne esistono. Tentiamo di vedere se si riesce a comprendere il problema nella sua globalità. Chiariamo le cose importanti con una informazione approfondita. Dopodiché se continueranno ad esserci atleti che rischiano la salute sapendo di rischiarla non si può andare oltre. Non è moralmente accettabile spendere un sacco di soldi per bloccare uno che si vuol fare del male coscientemente per emergere nello sport. Ciò che è doveroso è informarlo sinceramente dei rischi che corre.

La “WADA” così com’è adesso non serve a nulla. O meglio serve a certi giornalisti per distinguere fra atleti “buoni” ed atleti “cattivi”. Ma questa è una bufala di cinquant’anni fa, non di oggi.