“La tua critica alla televisione di Stato è troppo feroce, sembri quasi un dipendente che è stato cacciato via in malo modo e deve vendicarsi, non penso proprio che questa sia la tua posizione, la morbidezza che contraddistingue le tue critiche si sfalda del tutto quando tratti la TV…”
Mea culpa come sempre, non è da persone di buon senso criticare con violenza e senza un minimo di umiltà e rispetto per tanta gente che lavora onestamente, con entusiasmo e convinta di operare per il bene della comunità.
Però la critica giunge da chi più di ogni altro vede quotidianamente i danni recati dalla televisione alla salute pubblica e allora con i dovuti se ed i ma è comunque opportuno evidenziare il problema perché è un problema di tutti e, una volta tanto, non è nemmeno un problema solamente italiano come ben testimonia una tragica e concreta battuta del “mondiale” Woody Allen” che recita: “Il cinema si ispira alla vita di tutti i giorni, peccato che la vita di tutti i giorni si ispiri alla televisione…”.
Io forse ho troppo rispetto per il mezzo televisivo e ne comprendo pienamente il fortissimo impatto che ha sul nostro vivere. Per quello mi attenderei dalla TV di Stato un qualcosa in più di quanto proposto dalla TV commerciale. Invece pare (dico pare per riacquistare un po’ di morbidezza ma è un “pare” un po’ estorto…) che la tv di Stato sia una tv commerciale a tutti gli effetti e di questa ne ha preso pure lo stile. Se non fosse per il logo che appare sul teleschermo uno fatica a distinguere fra i due tipi di emittenti. La pubblicità dilaga sia sulla tv commerciale che su quella di Stato e questa dovrebbe essere più che sufficiente a finanziarle entrambe. Se tale manovra non è sufficiente criptate pure la TV di Stato ma non costringete i cittadini a pagarla anche se non la guardano.
Restando nel mio campo di azione per non cuccarmi la monotona critica di occuparmi troppo di politica (ma è fare politica dire che la politica in quest’era la muovi con la televisione?) devo precisare che quando in testa alla lista dei consigli in tema di attività motoria metto un perentorio “Spegni la televisione!” non lo faccio per vendicarmi di niente, non ho mai avuto a che fare proprio nulla con alcuna emittente televisiva, tanto meno di Stato e pertanto non ho alcun motivo di rancore.
Ad essere pignolo una volta ho dovuto correre in una gara di 800 metri con la pancia piena perché la mia gara era stata anticipata di molto per “improvvise” esigenze televisive nel senso che per snellire il programma da mandare in diretta televisiva avevano deciso all’ultimo istante che la mia serie di 800 metri (la seconda… non la prima) doveva essere estromessa dal collegamento e pertanto andava anticipata di un bel po’.
Un altro giorno che correvo nella prima serie e, ahimè, il collegamento televisivo non aveva scuse per evitarmi, ha vinto la gara un mio amico, non famosissimo ma insomma un nazionale di notevole valore. Hanno sbagliato il suo nome. Io sono arrivato secondo degli italiani, se erano costretti a nominarmi mi sa che sbagliavano perfino nazione.
No, decisamente non sono sufficienti questi due episodi per dire che io ce l’ho con la televisione, il problema è ben altro. La televisione fa la pubblicità a se stessa e per questo è in netta concorrenza con l’attività motoria. Per la televisione è conveniente se pedali su una cyclette mentre guardi la TV non se prendi la bici ed esci di casa. Il tempo da dedicare all’attività motoria è inevitabilmente tempo sottratto alla televisione per questo è più facile che sia vincente la mossa di cominciare a spegnere la tv più spesso più ancora di pianificare un programma di attività motoria dettagliato per combattere la sedentarietà. Il programma dettagliato rischia di schiantarsi nella prima fredda serata nebbiosa invernale se non si è presa l’abitudine di tenere la televisione spenta. Quante volte ho sentito miei utenti chiedermi scusa (come si il danno l’avessero fatto a me…) perché “quella sera faceva troppo freddo e la sola idea di uscire di casa mi faceva rabbrividire e insomma… sono stato a casa a vedere la tv.” Mai nessuno che mi abbia detto: “Sono stato a casa a prendere un te caldo” o ” …a riordinare le fotografie” o “…a guardare la collezione di farfalle” con chissà chi. Sempre la tv, ed è proprio vero, magari fosse una banale scusa per coprire chissà quale altro impegno scandaloso. No, di scandaloso non c’è proprio nulla, c’è solo questa fortissima assuefazione all’elettrodomestico più potente ed invadente che abbiamo in casa.
Bisogna sempre essere umili nel criticare qualsiasi cosa, la mia critica alle televisione è forte e forse esagerata perché fa danni incalcolabili alla nostra qualità di vita e pure al Servizio Sanitario Nazionale. Sono convinto che sarebbe già più che sufficiente ridurre drasticamente il consumo di televisione per migliorare di molto l’efficienza del nostro sistema sanitario. Se il numero delle persone che si ammalano diminuisce quelle che continuano ad ammalarsi possono essere assistite meglio. Rispettiamo pure la TV ma non ammaliamoci per farla sopravvivere. La salute è la cosa più importante che abbiamo e qualsiasi cosa può minarla va combattuta energicamente, siano le sigarette, l’alcol o la televisione. Nessuno ci costringe a comprare sigarette e alcolici, speriamo che non trovino il sistema per costringerci a guardare la televisione. Se il canone obbligatorio è una buona scusa per rivedere il modo di proporre la televisione ben venga anche questa curiosa trovata, ma non pensiamo di aumentare il numero degli abbonati solo con la prepotenza. Scappare dalla TV invadente, al momento, non è un atteggiamento snob è semplicemente legittima difesa.