Fine dell’articolo. Questo articolo sta tutto nel titolo. Se cominciassimo davvero a raccontare a scuola come stanno le cose nella questione doping potremmo dare vita in pochi anni ad un nuovo tipo di sport che se ne fa un baffo di ciò che passa per televisione e punta sul serio a ciò che avviene sul campo per tutti i cittadini,
Nell’informazione sul doping a scuola essenzialmente si racconta sempre la solita filastrocca: che doparsi è pericoloso e fa male alla salute, che ci sono i controlli severi che bloccano e squalificano i dopati e che chi si dopa è disonesto.
Io dico che è disonesto anche raccontare queste cose perchè bisognerebbe spiegare la realtà dei fatti.
Allora bisognerebbe spiegare che questo antidoping che costa un sacco di soldi è tenuto in piedi essenzialmente per sanzionare gli atleti delle categorie amatoriali e non blocca assolutamente i professionisti che godono di un’assistenza medica in grado di eludere tutti i controlli.
Bisognerebbe spiegare che i farmaci sono sempre più diffusi nello sport di alto livello e che la ricerca nel loro impiego nello sport ha fatto passi da gigante al contrario di quella di nuove metodologie di allenamento che purtroppo sono state sempre più improntate all’aumento quantitativo dei carichi di allenamento più che all’affinamento qualitativo puntando appunto su un nuovo tipo di assistenza medica sempre più efficace e sempre più onnipresente.
Sarebbe anche opportuno spiegare che la differenza fra un atleta che non si avvale dell’ausilio farmacologico e quello che invece imposta la sua preparazione considerando anche questo è semplicemente abissale e molto più determinante di quanto fosse un tempo la differenza fra chi andava a bistecche e chi buttava giù strani intrugli.
Sarebbe poi opportuno chiarire qual’è l’entità della posta in gioco anche per far capire quali sono le reali motivazioni all’accettazione di una prassi che può anche essere moralmente imbarazzante.
Insomma allo studente medio non gliene frega niente di sapere che il doping è potenzialmente pericoloso perché questo lo sa già. Vorrebbe semplicemente sapere perché nonostante che si racconti ai quattro venti che il doping è pericoloso e moralmente inaccettabile sia sempre più diffuso ed applicato in modo sistematico e non più occasionale come un tempo.
Ecco, se invece di fare le filippiche sterili avessimo il coraggio di andare nelle scuole a raccontare il perché di questi atteggiamenti forse potremmo dar vita ad un nuovo tipo di sport.
Ma allora parte una rivoluzione dello sport che non si vuole innescare perché nessuno si accontenta più di guardare in televisione lo sport dei campioni e tutti si vogliono mettere a fare sport davvero anche se costa un sacco di tempo e fra studio e lavoro questo tempo non si sa proprio dove andarlo a trovare. E forse il vero problema è proprio quello più che il doping dei campioni che senza quello non riescono a sostenere lo spettacolo televisivo.