Sono stato costretto ad “informarmi” sull’informazione per tentare di capire perché il doping, sempre più diffuso nello sport di alto livello, è sempre più ignorato e confinato a problema che riguarda essenzialmente gli atleti di medio e basso livello.
Sono convinto che non si possa comprendere il problema del doping se non viene sviscerato nei suoi dettagli con riferimento alla diffusione incredibile nello sport di alto livello ed il fatto che questo non possa nemmeno essere definito doping quando si tratta di atleti di vertice e venga definito così solo quando riguarda i dilettanti è illuminante sulla confusione che si è fatta e si continua a fare sull’argomento senza la minima volontà di volerlo stroncare nelle sue basi che sono certamente nell’approccio sistematico allo sport di vertice e non in quello sporadico anche se altrettanto e forse ancora più pericoloso allo sport dilettantistico.
Informarsi sull’informazione è una cosa curiosa e a tratti disorientante perché poi si scopre che l’informazione deviata riguarda argomenti che sono ben più importanti della questione doping, argomenti che vanno ben a l di là delle già importanti questioni di sport.
Non mi pare di essere il soggetto che considera con poca attenzione l’importanza delle questioni di sport ma mi arrendo quando capisco come è usata l’informazione per condizionarci su cose che non hanno nulla a che fare con lo sport. Si capisce bene che se l’informazione riesce a condizionare tutto in modo determinante e talvolta drammatico sia un fatto quasi irrilevante come riesca a condizionare anche le scelte in tema di approccio medico allo sport di alto livello.
Molto semplicemente sono convinto per questioni personali che non voglio e non ce la faccio nemmeno a spiegare che lo sport demedicalizzato soprattutto nella sua espressione massima farebbe molto meglio alla salute degli sportivi di vertice ed anche a quella degli sportivi in genere. Il fatto che molti aspetti di questa medicalizzazione esasperata vengano tenuti nascosti agli occhi del più è la dimostrazione tangibile del fatto di come non si voglia assolutamente intraprendere una strada di diversa e di come invece si costruisca una falsa immagine di impellente necessità dell’approccio medico alla preparazione sportiva per giustificare tutto quanto avviene ora praticamente in ogni angolo della terra e non solo dove questo tipo di approccio allo sport è nato circa 60 o 70 anni fa.
Il punto di queste mie osservazioni non è quanto potrebbe essere più utile uno sport demedicalizzato a tutti i livelli bensì di come già studiando questioni di sport ci possiamo accorgere di come l’informazione deviata coinvolga ogni momento della nostra esistenza.
Tale consapevolezza provoca disorientamento e la battuta che è pressoché impossibile studiare l’informazione se questa è praticamente tutta deviata, più che una battuta è il postulato piuttosto deprimente di tutta la questione.
Praticamente l’informazione, ma proprio tutta l’informazione e non solo quella che riguarda le misere questioni di sport, è in mano ad una banda di miopi ignoranti che ne detengono il controllo per fini economici e di potere politico. Ma qui tentiamo di non screditare troppo la politica.
Visto che l’accusa più grande che mi si fa su questo sito è di occuparmi troppo di questioni politiche, anche se non si capisce da che parte sto, e mi si dice che questo pare più un sito di politica che di attività fisica anche se la maggior parte delle questioni politiche delle quali mi occupo (piste ciclabili, mobilità urbana etc.,) hanno direttamente a che fare con l’attività fisica di tutti, tento di non screditare la politica almeno per non essere accusato di occuparmi di cose cretine. La politica è importantissima perché purtroppo la nostra vita, che vogliamo o no, è immersa nella politica e condizionata da questa in modo inevitabile, accade questo anche se scappiamo a vivere sulla sommità di una montagna, non ci si scappa.
Purtroppo, grazie all’informazione, la politica è assoggettata al potere economico nel senso che chi detiene il potere economico riesce a pilotare con questo l’informazione e dunque a governare la politica in un certo modo. E’ una politica schiava dell’informazione deviata e capite che questa cosa è pure un po’ più grave della già fastidiosa questione doping che devasta lo sport.
Trattando di informazione si ha la sensazione di essere su un aereo guidato da piloti incapaci che però stanno saldamente al posto di guida perché vogliono assolutamente andare nella direzione che fa comodo a loro. Pensare che qualcuno che si rende conto di tale follia voglia prepotentemente prendere la guida per cambiare rotta è già traumatico perché chiaramente nel momento del cambio di pilota l’aereo rischia di perdere quota in modo molto pericoloso.
Sperare che il pilota incapace ed animato da insani principi ammetta di non essere all’altezza del compito e si rassegni a lasciare la guida a qualche persona più affidabile è una mezza utopia ma è l’unica cosa che possiamo sperare. L’intuizione geniale di chi detiene il potere economico ed improvvisamente capisce che con il solo potere economico non si va da nessuna parte. Folle utopia. Almeno sperare in una consapevolezza da parte del gregge sulla follia di continuare a prendere per buona l’informazione degli attuali mezzi di comunicazione sarebbe già qualcosa…