LIBRI E VINCOLI

Mi arriva una domanda di una banalità estrema: “Devo fare dei piegamenti sulle braccia per un certo motivo, mi dai dei consigli per riuscire a farne di più…” ed io rispondo in modo ancora più banale: “Per allenare i piegamenti sulle braccia ti metti lì con calma e ti fai… i piegamenti sulle braccia!”.

Probabilmente questa risposta non l’ha trovata su nessun libro anche perché probabilmente questa risposta sui libri non c’è. Sui libri forse c’è scritto che per fare i piegamenti sulle braccia prima è opportuno iniziare dall’ascesi mistica e poi forse ci sarà scritto che devi fare attenzione a come fai i piegamenti sulle braccia perché se li fai male potrebbe venirti fuori chissà cosa. E’ evidente che se uno non ha mai fatto piegamenti sulle braccia in vita sua i primi li farà male, ma questo sui libri non c’è scritto.

Allora c’è un problema che nell’attività motoria non dovrebbe esistere ed è proprio quello dei libri. Molte cose che riguardano l’attività motoria sui libri non ci sono scritte e questo è un bene ed un male allo stesso tempo. Un bene perché così nessuno ha l’obbligo di verificare sui libri la veridicità di cose che nessuno sarà in grado di confermare ne di sconfessare, un male perché essendo la scienza del movimento una “non scienza” possono circolare mille leggende che magari continuano a fare danni e molte di queste sono scritte proprio sui libri.

In medicina ciò che non è validato dai libri è visto con molta diffidenza, talvolta addirittura misconosciuto. Un protocollo terapeutico è soggetto all’analisi di mille pubblicazioni ed alla fine contano quasi più queste di quanto circola comunemente sulla bocca di tutti. In medicina la pubblicazione scientifica ha una sacralità tutta sua e la capacità di un certo luminare talvolta viene misurata anche in base alle pubblicazioni che ha fatto uscire.

Noi siamo terribilmente diversi, probabilmente perché il nostro campo è un po’ più vasto riguardando i soggetti sani ed una moltitudine di comportamenti che non sono per niente standardizzati proprio perché riguardano i soggetti sani che si divertono a fare cose strane e non soggetti malati che cercano la via più veloce ed efficace verso la guarigione.

Così accade che i nostri libri siano tendenzialmente meno importanti e chi pubblica tanto invece di essere visto come il luminare che ha necessità di validare il suo punto di vista viene visto con un po’ scetticismo come quello “pseudo luminare” che gioca a fare lo scienziato sapendo bene di non poterlo essere perché tutto ciò che ruota attorno all’attività motoria può essere smentito in un amen.

Insomma in teoria del movimento si scrive molto meno che in medicina perché in teoria del movimento si confezionano abiti sartoriali che servono solo per quel soggetto punto e basta mentre in medicina si affrontano studi che possono avere una validità scientifica per un gran numero di malati.

In margine a tutto ciò succede che circolino domande del tipo “Faccio fatica a correre, cosa devo fare?” Oppure peggio ancora: “Vorrei andare a camminare ma non so come cominciare…” Comincia prendendo per il collo gli amministratori locali che fanno in modo che sia terribilmente più facile andare in auto che andare a piedi. Ma questo non c’è scritto su nessun libro.