L’ERA DELLO “SMARFON”

Mi piace chiamarlo così, “smarfon”, italianizzato perché ritengo che la seconda grande opera di ampliamento dei difetti di comunicazione siano gli inglesismi. La lingua inglese va bene in Inghilterra, negli Stati Uniti assume forma curiose ma può andare ancora bene e va bene in altri paesi dove è sempre stata usata, non può andare bene in Italia dove, al più, occorrerebbe un maggior rispetto dei dialetti perché, per colpa della televisione, non molti italiani (sottoscritto compreso) conoscono l’italiano in modo decente e pertanto finirebbero per comunicare in modo più fine e preciso con la loro lingua madre, che per molti italiani è ancora il dialetto (pure più preciso e fine di questo “italiano televisivo” che circola ormai da troppo tempo).

Siamo nell’era dello Smarfon, del difetto di comunicazione. Eravamo arrivati ad un telefono mobile che pesava poco più di 50 grammi, lungo 10 centimetri e largo poco più di 4, adesso giriamo con telefoni che pesano due etti, lunghi 15 centimetri e larghi 8, un vero incubo, molto difficile da tenere in tasca e poi che inquina la nostra vita e la nostra comunicazione in modo indecente perchè ben più di un telefono, è un vero e proprio incubo.

Mi viene da pensare che si è fatto così anche con le automobili ed il motivo è sempre quello, soddisfare le esigenze del mercato che non guarda assolutamente ai veri bisogni della gente ma tende solo cronicamente a crearne sempre di nuovi, quando da automobili aerodinamiche che pesavano ben meno di una tonnellata e potevano fare più di 30 chilometri con un litro di carburante siamo tornati ad auto decisamente insopportabili che pesano quasi due tonnellate con una aerodinamicità che quelle degli anni ’50 in confronto erano studiate alla galleria del vento e che consumano praticamente il triplo di quello che potrebbero consumare se fossero progettate con un po’ più di buon senso.

Lo smarfon per certi versi è pure peggio perché inquina in modo irrimediabile la nostra comunicazione in un mondo dove già la comunicazione ha dei problemi consistenti. Quando sento i complottisti del Covid che dicono che grazie al Covid e alle problematiche dei vaccini stanno applicando il principio del “divide et impera” per controllare una popolazione che è già piuttosto arrabbiata per motivi che non c’entrano niente con il Covid (leggi sperequazione dei redditi e sfruttamento delle classi deboli come è sempre stato ma… in modo ancora più spinto) mi viene da chiedermi dove cacchio erano questi attenti analizzatori delle politiche di controllo quando hanno cominciato a sommergerci con gli smarfon.

Grazie allo “smarfon” non si comunica più, è un altro ottimo strumento di sedentarietà quasi come la televisione e pertanto dal mio punto di vista andrebbe eliminato già solo per questo inconveniente non del tutto irrilevante in una società che patisce gravi danni da sedentarietà.

Io continuo come un disco rotto sul fatto che per pensare di più abbiamo bisogno di muoverci, di far circolare l’ossigeno e farlo arrivare anche al cervello. Se pensiamo di più forse ci rendiamo conto che non ci serve un telefono da portarci dietro costantemente che pesa più di due etti, che non ha senso muoversi nel ventunesimo secolo con problemi di inquinamento devastanti con automobili che pesano quasi due tonnellate e consumano una follia, che per comunicare bene in Italia è inutile che continuiamo ad infarcire il linguaggio di inglesismi che servono solo a peggiorare la comunicazione.

“Divide et impera” si può tradurre anche con “Sta attento che non si muovano troppo che dopo rischiano di pensare” e così se come schermo non è sufficiente quello della televisione per tenerci tutti buoni ed ubbidienti aggiungiamo pure quello del telefono mobile che non è più un semplice telefono ma uno strumento diabolico per pilotare l’informazione e peggiorare la comunicazione fra le masse.

Non sono un complottista del Covid, non so se le case farmaceutiche abbiano costruito il problema e pure l’antidoto per farci un gigantesco business, so solo che l’informazione controllata se la sono inventata ben prima del Covid e mi pare incredibile che non esistano i “No smarfon” perché, per artificiale che sia, non credo proprio che nessun virus o nessun vaccino possa devastarci la vita quanto stanno facendo fino ad ora televisioni e “smarfon”.

In un mondo pieno di “no questo e no quell’altro”, io sono “No smarfon” e, come minimo, rifiuto di pensare che si possa fare attività fisica andando a correre con una bestia di due etti attaccata al braccio che ti dice pure come devi correre.

Cominciate a correre e/o camminare, senza smarfon, poi pian piano, capirete che anche la vostra comunicazione, oltre che la vostra corsa, migliora di molto senza quell’accidenti.