L’ENTOMOLOGO CECHORIPSKY E L’ATLETICA A SCUOLA

L’entomologo Cechoripsky non esiste o meglio è un curioso personaggio dello scrittore boemo Milan Kundera che ne “La lentezza”, scritto nel 1994, gioca una parte che a me pare di aver vissuto qualche sera fa ad una riunione di ex atleti. Non eravamo entomologi, eravamo ex atleti, per lo più provenienti dall’atletica leggera. In realtà anche Cechoripsky non si scrive così (non so nemmeno dove andarlo a pigliare sulla tastiera l’accento ceco…) ed il personaggio in questione ci avrebbe ricamato su perché questa è una delle cose che fa nella sua parte dove è molto orgoglioso delle sue origini.

Nel suo intervento al convegno non parla praticamente di nulla ma piglia un sacco di applausi e tutti si complimentano con lui anche se non ha detto nulla.

Io non ero ad un convegno, ero ad una cena, si parlava di atletica di ieri e atletica di oggi e anche se non ho preso un sacco di applausi ad uno ad uno sono venuti tutti a complimentarsi con me quando ho ripreso posto per completare la cena dopo aver fatto un intervento che è durato sì e no un minuto e mezzo.

Mi sono sentito in colpa perché non ho detto praticamente nulla e mi sento in dovere di scrivere qualcosa di concreto per meritare quei complimenti. Ho semplicemente rilevato che certi record’s, anche delle seconde schiere (i record provinciali, addirittura i record “sociali”) sono fermi a circa trent’anni fa e se ciò puo’ far piacere, per certi versi, a personaggi tipo il sottoscritto che si ritrova a parlarne trent’anni dopo, è comunque il segnale di un’atletica che ha subito uno scadimento generalizzato a tutti i livelli e non solo a livello di vertice. Il tutto era partito dal fatto che un po’ di tempo fa mi sono ritrovato su questo sito a dover scrivere un articolo di celebrazione del record mondiale femminile dei 400 metri di Marita Koch che non solo ha compiuto trent’anni (il record… non la Koch!) ma oggi più che mai appare decisamente inattaccabile.

Nel mio intervento, tanto per autocompiacermi e fare un po’ di complimenti anche al dottor Fontana che era presente in sala (che sarebbe quello che, in un altro dei miei articoli, domanda dettagli sull’allenamento al mitico Alberto Juantorena, ma io aggiungo che gli allenamenti di Fontana non erano molto meno sorprendenti di quelli di Juantorena…) affermo che comunque, parlando di atletica di altri tempi, non è necessario scomodare il record della Koch, basta consultare le liste dei record’s provinciali ed addirittura sociali di alcuni club dove per esempio siamo ancora presenti io e Fontana.

Questo nostro orgoglio è la tristezza dell’atletica nazionale perché questo andazzo è assolutamente diffuso su tutto il territorio e non è una malattia locale.

Una volta i ragazzini iniziavano a fare atletica a dodici anni, adesso a quell’età smettono.

Ho detto cose che sanno tutti, non merito elogi.

Per  non crogiolarmi nella dolce malinconia, che non torna utile a nessuno, sparo la mia uscita quotidiana. I record’ sociali e provinciali sono difficili da battere? Non li conosce più nemmeno nessuno perché essendo difficili da battere conviene quasi tenerli nascosti (“Tutta quella fatica solo per un record sociale?!…”). Benissimo, inventiamo i record’s degli istituti scolastici. Non sono mai esistiti, non li ha inventati nessuno, non li ha mai scritti nessuno. E’ ora di cominciare a scriverli. Ma non solo di cominciare a scriverli, di dare loro anche molto importanza. Quante volte ho accennato all’eccesso di competizione scolastica che spesso è soffocante rendendo l’ambiente scolastico stressante quasi più dell’ambiente di lavoro. E’ il momento di agire concretamente trasferendo la competizione dai banchi di scuola al campo sportivo. Una splendida bacheca con tutti i record’s dell’Istituto nell’atletica, costantemente aggiornati e soprattutto in bella evidenza e, utopia, anche presi in considerazione per la valutazione globale dello studente.

Occorrono due liste: quella degli studenti tesserati per le squadre di atletica (che ovviamente hanno un vantaggio non indifferente) e quella degli studenti che non sono tesserati per la federazione di atletica. E’ opportuno incentivare soprattutto questi ultimi, gli altri, bene o male, le loro soddisfazioni le hanno già.

I ragazzi non danno più peso alla loro attività sportiva? La praticano con lo spirito con il quale un quarantenne sceglie l’attività più utile per buttare giù la pancetta? Cominciamo noi adulti a dare importanza ai risultati dei ragazzi, anche ai risultati mediocri, non solo ai risultati di valore assoluto. Scriviamo i record’s dell’istituto scolastico. Lo dico davvero non perché venite a stringermi la mano a cena. Qui non c’è nessuna cena, non ci sono mani da stringere. Bisogna solo inventarsi qualcosa per dare interesse all’atletica, per farla tornare almeno come un tempo, se non meglio.