L’ECONOMIA O LA SALUTE

Questa alternativa non è pessimista ma realista. Vogliono farci credere che questo tipo di economia ed un certo livello di salute possono coesistere ancora ma non è così. Se vogliamo salvare la salute, e sostengo la nostra prima ancora di quella dell’intero pianeta, questo sistema economico ormai non è più sostenibile. Chi lo indica come ancora sostenibile si è arricchito con questo sistema economico, non ne vede di alternativi per continuare ad arricchirsi e pertanto, con le fette di prosciutto sugli occhi, arrampicandosi sugli specchi, si inventa mille scuse per dimostrare che possiamo andare avanti unicamente con questo sistema economico. In realtà è l’unico sistema economico possibile per continuare ad arricchire chi è già ricco e grazie alla sua posizione riesce a condizionare l’informazione in modo grave e determinante.

Sono un negazionista dei cambiamenti climatici nel senso che nego che siano in atto dei cambiamenti climatici per il semplice motivo che sono in atto da almeno mezzo secolo ma hanno sempre fatto di tutto perché noi non ci accorgessimo di nulla. Adesso che il pentolone si sta scoperchiando e l’evidenza è sotto gli occhi di tutti negano che ci siano dei cambiamenti climatici. Ed hanno ragione, ormai è la stessa solfa da oltre mezzo secolo, non è cambiato nulla è solo peggiorato in modo drammatico.

E’ da oltre due secoli, dai tempi della rivoluzione industriale, che stiamo inquinando in modo indecente ed il pianeta ha reagito in modo piuttosto lento. Adesso la reazione è irreversibile e qualunque cosa facciamo dovremo pagarne le conseguenze, in ogni caso più tardi ne prenderemo atto e cominceremo ad agire davvero per contrastare questo disastro e più grave sarà la situazione.

I ragazzi protestano per le strade e prendono le randellate. Perché da sempre i ragazzi non devono protestare, anche se vedono delle cose che gli adulti non vedono ma se protestano danno fastidio e pertanto vanno randellati. Effettivamente le randellate servono perché i ragazzi invece di fare un casino che la metà è abbastanza dopo le randellate si mettono tranquilli e noi li esortiamo a continuare a fare i bravi ragazzi perché bisogna continuare a non protestare diretti e lanciati verso il baratro.

Ci sono dei lussi che con questo sistema economico non possiamo permetterci e sono lussi che stranamente riguardano direttamente l’attività fisica quasi a coinvolgere chi si occupa del movimento in modo importante in tutta questa brutta faccenda. Non possiamo muoverci a piedi e in bicicletta per le nostre città perché è un lusso che con questo sistema economico non possiamo permetterci in quanto decreterebbe la fine del sistema dell’auto ed il crollo di un certo tipo di consumi che sono essenziali per questa economia. Non possiamo permetterci il lusso di fare una certa quantità di sport perché tale abitudine insana provocherebbe una diminuzione della nostra capacità produttiva ed invece abbiamo bisogno di produrre a ritmi stordenti per restare competitivi sul mercato. Dunque lo sport vero per tutti è un altro lusso che non possiamo permetterci con questo sistema economico. Collegato a queste due cose ne consegue che non possiamo permetterci un sistema di trasporto pubblico che riesca e servire davvero tutti i cittadini (provocherebbe comunque un crollo del sistema dell’auto) e non possiamo permetterci orari di lavoro umani che una società evoluta dovrebbe garantirci perché la competizione sul mercato non ce lo consente.

In sintesi siamo una massa di pezzenti in un sistema economico che ci sta portando al collasso ambientale. Io dico che è molto meglio se collassa prima questo sistema economico dell’ambiente anche se esistono tutta una serie di sistemi di sicurezza che garantiscono la sopravvivenza di questo sistema economico bel oltre i livelli di sicurezza dell’ambiente che ormai ci presenta problemi di tutti i tipi.

La rivoluzione del movimento e del tempo libero deve partire prima che sia troppo tardi. Pazienza se randellano i ragazzi che protestano per le strade. Dobbiamo essere noi adulti a cambiare sistema di vita spegnendo la televisione, cominciando urgentemente a produrre di meno fregandocene delle esigenze di questo sistema economico perché è un sistema economico che non ci porta da nessuna parte e ci ha già portato al disastro. E’ chiaro che al crollo totale diranno che è colpa dei ragazzi che protestano e non ci stanno a lavorare anche al sabato e la domenica e se iniziamo ad incrociare le braccia tutti in questo momento così drammatico non abbiamo capito niente. In effetti per certi versi è proprio vero che c’è da lavorare molto. C’é da lavorare tantissimo per mandare a casa una classe dirigente fatta di cialtroni che pensano solo ai loro interessi e che non vuole cambiare nulla per timore di perdere la posizione di privilegio.

Dovremo lavorare tantissimo per produrre di meno. Dovremo lavorare tantissimo lasciando che crolli il PIL per cercare la salute perduta.

La scelta fra economia e salute è inequivocabile, è impossibile tenersi sani nel vortice dell’economia tritatutto. La nostra grande capacità di movimento deve essere quella di saperci fermare e domare quell’inerzia secolare che ci vede rotolare in un movimento cronico che ci porta alla rovina. Un tempo si diceva “Chi si ferma è perduto”. Adesso le carte in tavola sono cambiate e si può tranquillamente dire che “Chi non è capace di fermarsi è perduto”. Anche se i ragazzi nelle strade che protestano vengono randellati e indotti democraticamente al silenzio.