LE NOSTRE GUERRE

Tolstoj mi ha lasciato il segno. Non si può leggere “Guerra e pace” e venirne fuori indenni. Si può essere refrattari ad una lettura del genere, ed in tal senso molli l’osso dopo poche pagine ed eviti “l’esposizione al rischio” ma se insisti la lettura e lo leggi davvero, non solo per dire che sei riuscito a leggerlo tutto, allora ti travolge e non può lasciarti indifferente. Chi crede che certe letture siano pericolose solo quando si è adolescenti ed il carattere è ancora in costruzione si sbaglia di grosso, letture tipo quella di “Guerra e pace” sono sempre pericolose ed  io sono convinto che se in questi giorni avessi aggredito uno che stava digitando sul telefonino mentre guidava in una strada pericolosa in sede di processo penale potrei avere uno sconto di pena dicendo che in questi giorni ho letto “Guerra e pace”. “Guerra e pace” ti fa capire quanto siano cretine le guerre anche se molte volte sono dettate dai nostri governanti per mere questioni economiche. Ma mentre i governanti ne escono indenni, la popolazione, i soldati, ne patiscono terribili danni.

E noi abbiamo le nostre guerre in tempo di pace. Un paio le affronto sempre qui sopra a parole e leggendo Tolstoj mi sono reso conto che sono un guerrafondaio anch’io. Allora, siccome Tolstoj ci insegna che la ragione non è mai tutta da una parte ed in ogni caso bisogna tentare di evitare ogni guerra, devo fare una sana autocritica almeno su due guerre che sto portando avanti: quella fra pedoni ed automobilisti che mi vede costantemente sostenere in modo cruento esclusivamente il punto di vista del pedone (o ciclista) e quella della mercificazione dell’attività motoria che mi vede costantemente attaccare chi insiste nel cercare profitto da questa tendenza.

Ad un primo esame potrebbero apparire entrambe due guerre sante, da portare avanti e da vincere a tutti i costi. Nella prima un numero spropositato di pedoni e di ciclisti ci lasciano le penne ogni anno in Italia e non vengono destinate a questa ingenti risorse come per altre operazioni di contrasto ad altre situazioni che creano meno vittime. Nella seconda, la corsa al business ha prodotto la distribuzione di un’attività motoria di bassa qualità che non fa pubblicità a sé stessa e che invece rischia di lasciare sul campo una marea di sedentari che non ci stanno ad entrare nel “giro” di un certo tipo di attività motoria. Non è importante che la gente spenda soldi per fare attività motoria, anzi è  molto meglio il contrario, ed è assolutamente necessario che tutta la popolazione si accosti all’attività motoria non solo quella che ha la possibilità materiale di andare a rimborsare gli investimenti colossali dei grossi investitori.

Secondo Tolstoj era opportuno anche che Napoleone lasciasse stare i russi ed abbandonasse il territorio russo quanto prima per tornarsene a casa. Ma chi ha letto il polpettone (oppure molto più semplicemente ha studiato la storia…) avrà notato che alla fine i russi rischiano di andare ad ostacolare il deflusso dei francesi dal territorio russo promuovendo azioni aggressive perché i francesi per difendersi perdono tempo e rallentano la loro fuga. Praticamente ad un certo punto l’inverno russo, che non ragiona, sta lavorando in modo molto più razionale e ragionevole dell’esercito russo che essendo fatto di uomini dovrebbe essere più razionale e ragionevole.

Rischio di peccare anch’io nello stesso modo quando, per esempio, mi scaglio contro l’ipocrisia dei mezzi di informazione che occultano studi troppo importanti tipo  quelli sui danni da gas di scarico delle vetture a gasolio (pare assodato che la diffusione incontrollata di allergie in Europa negli ultimi quarant’anni sia stata provocata essenzialmente da un ricorso massiccio all’alimentazione dei veicoli a gasolio). Così, sempre per esempio, accade che al giorno d’oggi vi sia qualche grande marchio che non segnala nemmeno più sulla targhetta identificativa del veicolo che è un  veicolo alimentato a gasolio e questo è un  grande segnale perché testimonia una specie di pudore in chi, nonostante l’evidenza scientifica, si ostina a viaggiare a gasolio. Ma se dici questo viene certamente fuori il buontempone che risponde a questo colpo di mortaio che non è vero niente, che quella casa automobilistica non mette la targhetta solo perché la vettura è più elegante così e che il gasolio è il carburante meno inquinante di tutti e bisogna assolutamente concentrarsi ancora ed investire sul gasolio perché alternative non ce ne sono. Ovviamente le allergie non si sono diffuse per l’aumento di inquinanti dovuti alla diffusione del gasolio ed anzi non si sono nemmeno diffuse per un aumento dell’inquinamento ma si sono semplicemente diffuse perché doveva essere così, un po’ così com’era giusto che Napoleone andasse in Russia con un’infinità di uomini per poi lasciarli perire nel terribile inverno russo.

L’inverno russo è la natura che si ribella e quando io mi scaglio contro le decisioni di chi governa il mercato dell’auto, che è mosso ovviamente da cause economiche più che da impeti di ambientalismo, faccio un po’ come quei generali  russi tonti che infastidivano l’esercito francese nella loro ritirata.

E così se invochi troppo insistentemente le piste ciclabili produci la reazione degli automobilisti che ti raccontano che se metti troppe piste ciclabili rallenti il traffico automobilistico e l’inquinamento aumenta perché riduce la velocità media di scorrimento delle auto e si formano le code. Se tu dici che code non ne vuoi più perché vuoi che soggetti sani che usano l’auto ce ne siano sempre meno ti dicono che sei un terrorista e non si può certamente tornare ai cavalli di “Guerra e pace”.

In tema di distribuzione dell’attività motoria se dici che usare i pesi e le macchine da palestra nove volte su dieci è una fesseria inutile ti dicono che non sei al passo con i tempi ed insomma la ginnastica a corpo libero è una cosa dei tempi andati e ormai non la vuole più fare nessuno. E questo è pure vero perché loro hanno un grande esercito e la ginnastica a corpo libero sono quasi riusciti a stroncarla, non ci sono più insegnanti che sanno insegnarla ed in questa battaglia mi sento quasi più alleato dell’inverno russo che di quei generali stupidi che hanno proseguito la guerra quando ormai bisognava finirla.

Insomma c’è una tendenza delle cose che è dettata la natura e poi ci sono i nostri istinti che possono anche essere genuini e sacrosanti ma non è detto che abbiano un’influenza positiva sulle cose che devono andare in un certo modo.

Io sono fiducioso sul fatto che dovremo liberarci dalla schiavitù delle auto per tornare ad andare molto di più a piedi, risanare l’ambiente e migliorare la nostra salute grazie anche ad un aumento dell’attività fisica ma nell’esporre questi miei auspici rischio di provocare la reazione di chi sul mantenimento di una situazione sbagliata continua a mangiarci su.

L’esercito francese in Russia ci è arrivato, difficile dire in termini assoluti se sia stata una gran mossa, in ogni caso per farlo defluire rapidamente non ci si poteva muovere istintivamente, a vanvera, ma bisognava comunque ragionare con la testa sulle spalle e ponderare bene ogni importante decisione.

Il cardio fitness, i tapis roulant, i pesi e le mode di attività fisiche impossibili sul mercato dell’attività fisica ci sono arrivati, difficile dire se siano arrivati a migliorare l’offerta di attività fisica in generale o se siano arrivati solo a rinsquallidirla provocando un crollo della qualità e della preparazione degli addetti al settore, comunque l’argomento va affrontato con calma perché su questa impostazione ormai c’è un esercito di persone che ci campa e non si può ignorare una situazione concreta anche se probabilmente è molto distante da quella ideale. Gli ideali sono molto importanti ma non devono essere il pretesto per scatenare le guerre.