Le congiunzioni astrali mi fanno venire in mente i trenta volte i 300 metri che io mi cuccavo in modo piuttosto sistematico da ragazzino per migliorare le mie capacità di corridore di 800 metri. Non erano prove di una grande qualità ma erano talmente tante che prima o poi una di quelle trenta probabilmente andava a marcare le mappe cerebrali in modo significativo ed utile per migliorare le mie doti di ottocentista. Non so assolutamente che prova fosse, se la prima, l’ultima, la dodicesima o la ventiseiesima so che erano talmente tante che per il calcolo delle probabilità é molto facile che qualcuna di quelle andasse a segno ed a buon fine.
Ecco così le congiunzioni astrali, le stelle sono talmente tante che prima o poi si verificano delle congiunzioni assolutamente imprevedibili nella qualità ma certamente prevedibili nell’accadimento. Qualcuno dirà che le distanze sono talmente elevate, siderali appunto, che la congiunzione fra due stelle in particolare risulta molto improbabile ma quel qualcuno non considera il fattore tempo. Così come io stavo al campo ore ed ore e pertanto prima o poi qualcosa di azzeccato accadeva, anche se mi allenavo con un grande pressapochismo, nello stesso modo gli astri, avendo a disposizione un tempo pressoché infinito, si combinano fra loro in modi strani.
Questo giochino lessicale è un po’ alla base del possibilismo cosmico secondo il quale noi non sappiamo proprio un bel cavolo e tutto è perfettamente possibile. E’ una teoria che può dare un grande entusiasmo o gettare nella disperazione a seconda dei gusti. Può gettare nella disperazione chi vuole avere sempre tutto sotto controllo, può dare grandi speranze a chi avendo sempre giocato al Totocalcio e non avendo mai vinto nulla si è messo in testa che le congiunzioni astrali giocano contro di lui. Le congiunzioni astrali non giocano contro nessuno, e sono talmente tante che non possono proprio giocare contro nessuno perché anche se così fosse ce ne sarebbe una marea pronte a giocare contro quel gioco ed a vanificare il tutto.
Siamo immersi nell’Infinito. Per conto mio va scritto con la I maiuscola ed è Infinito anche se qualcuno vuol dargli un limite grazie al linguaggio, purtroppo è il linguaggio che è limitato, è finito ma per fortuna abbiamo tutti gli indizi per pensare che l’Infinito non sia limitato come il linguaggio. Un certo Giuliano Toraldo di Francia in un suo libro di successo diceva che ci sono più cose nella nostra testa che nell’Universo che è anche piuttosto semplice, io, senza togliere nulla all’acutezza di Toraldo di Francia, sostengo esattamente il contrario. Nella nostra testa c’è spazio veramente per molte cose, soprattutto grazie alla Fantasia (anche questa da scrivere con la F maiuscola) che ci permette anche di vedere laddove non arriviamo con i nostri sensi, ma l’Universo, per quanto semplice, ha molto più spazio della nostra testa e pertanto può ospitare accadimenti che la nostra mente non è in grado di immaginare nemmeno facendo ricorso alla Fantasia. A questo Universo enorme basta solo un gran cosa per avere tutte le caratteristiche dell’imprevedibilità: il movimento. Fintanto che c’è movimento tutto è possibile. E’ il movimento a rendere tutto decisamente imprevedibile.
Insomma per essere possibilisti basta alzare gli occhi al cielo, poi se questo possibilismo fa paura basta riabbassarli ma non è che la nuda terra ci possa confortare su regole del gioco ben determinabili e facili da prevedere, anche il più stupido dei bruchi, alla fine fa quello che vuole lui e non è più facile da prevedere del derby Venezia – Udinese. Che fra l’altro, come tutti i derby, non è neanche tanto facile da prevedere. Buona indeterminatezza a tutti.