L’ATTIVITA’ MOTORIA CHE PUO’ ESSERE “PRIVATA” E QUELLA CHE DEVE ESSERE PUBBLICA

Vi siete mai chiesti perché in Italia la maggior parte dell’attività fisica è svolta con il principale scopo di dimagrire e di “modellare” il fisico? Siamo forse un po’ “civettuoli” e tendenzialmente tonti in quanto ci occupiamo più dell’aspetto del contenitore  che della salute di ciò che c’è dentro? No, il fatto è che semplicemente l’attività motoria in Italia è gestita essenzialmente dai privati che hanno più interesse a “vendere” un prodotto alla moda che si piazza bene con la pubblicità (e dunque le finalità di ordine estetico, il rimodellamento del fisico, i glutei così e le gambe cosà, la “tartaruga sugli addominali” ed il bicipite ben definito, se non  sapete nemmeno dove stia di casa la coordinazione neuro muscolare non gliene frega niente a nessuno…). E’ il mercato a determinare gli obiettivi dell’attività fisica (o meglio gli obiettivi “propagandabili”) e a scegliere l’immagine da dare all’attività fisica dei cittadini. Evidentemente l’immagine di un’ attività fisica essenziale che non ti cambia minimamente l’aspetto fisico e che è un diritto di tutti per tutelare la propria salute non è un’immagine utile, non si spende bene. Più che altro c’è da rilevare come un’attività fisica impostata solo per gli effetti sul contenitore sia molto diversa di una impostata sulla salute dell’intero fisico. Il problema è un problema di “qualità” dell’attività motoria perché la diffusione, forse, sta lentamente salendo. Se aumenta la qualità può pure salire in modo più veloce la diffusione.

La miglior pubblicità per l’attività motoria è mettersi a fare attività fisica per la salute. Se uno comincia a spostarsi in bicicletta alla macchina non  ci torna più. Perché vede che risparmia, si innervosisce meno ma soprattutto comincia a stare meglio, anche se non è spuntata la tartaruga sugli addominali ed i glutei più o meno sono quelli di prima. E, a quel punto, che la bilancia dia un numero o un altro non conta più molto perché quando hai capito che la salute è più importante dell’aspetto esteriore di cosa dice la bilancia non te ne frega più niente. Le persone che stanno meglio sono anche più attraenti ma questo non bisogna dirlo altrimenti viene mercificato anche quell’aspetto lì e torniamo al punto di partenza. Cerco l’attività fisica miracolosa che mi fa stare meglio ma non per il gusto di stare meglio e divertirmi punto e basta ma solo con il preciso obiettivo di diventare attraente, E ricomincia la nevrosi da terzo millennio.

Al  mercato l’attività fisica per la salute crea come minimo tre ordini di problemi. Allo stato, a lungo andare dovrebbe solo che fare bene perché pare sensato ipotizzare che uno stato con una popolazione sana possa essere anche uno stato sano. Che il nostro stato al momento non sia sano non è molto difficile evidenziarlo. Basta vedere come sono distribuiti il lavoro e la ricchezza per capirlo. Metà della popolazione con turni di lavoro impossibili e pure il secondo lavoro, altra metà della popolazione che non lavora oppure lavora sottopagata proprio perché il mercato del lavoro non funziona. Sulla ricchezza è meglio non pronunciarsi visto che stiamo andando verso un sistema  dove c’è una oligarchia di potenti che comanda mezzi di informazione, politica e praticamente tutto ivi comprese le grandi scelte in tema di attività motoria, che, come stiamo vedendo, sono saldamente in mano al mercato. Ormai l’attività motoria è gestita da imprenditori che di attività fisica non ci capiscono proprio nulla e guardano solo quanto può rendere, lo stato, salvo che su pochi interventi nella scuola che purtroppo sono piuttosto confinati, è praticamente assente.

I problemi che l’attività fisica per la salute crea al mercato sono almeno di tre tipi. 1°) Se la tartaruga ed i glutei ben definiti non sono più la cosa importante allora bisogna scardinare quasi tutto il sistema delle palestre private che è impostato soprattutto su obiettivi particolari con sale attrezzate tutte scintillanti e ben pochi insegnanti che sappiano coordinare un’attività fisica piacevole razionale e sostenibile per sempre e non per il breve volgere di una moda. 2°) Se passa un concetto di attività fisica per la salute la gente comincia a chiedere davvero le piste ciclabili, le zone 30 (“vere”, con “vera” precedenza del pedone…) e l’industria automobilistica ne patisce un contraccolpo di portata epocale. 3°) Se la cittadinanza inizia davvero a governare certe scelte comincia a capire che può aver peso politico ed inizia a fare quella politica che in un sistema politico ingessato è lasciata cronicamente in mano ad una serie di eletti pilotati da una minoranza di potenti. Praticamente una cittadinanza sveglia, attiva ed energica fa pure paura perché si fa rispettare ed è meno malleabile di una popolazione sempre disponibile ai compromessi perché stritolata dalle emergenze.

Queste considerazioni portano a pensare che questo sistema a gestione prevalentemente privata non sia per niente casuale e sia invece la logica conseguenza di un sistema politico che lascia libera scelta al mercato. Fin che comanda il mercato dovremmo attenderci ancora la prevalenza della scelta del gluteo sodo su quella della salute generale (ivi compresa quella mentale). Nel momento in cui capiremo che l’attività fisica è una questione di stato per la salute di tutti e non per i glutei di chi ha un certo tipo di problemi allora ci sarà da rimboccarsi le maniche, perché palestre pubbliche ce ne sono poche, piste ciclabili ancora meno, attività motoria istituzionalizzata a basso prezzo per tutte le fasce sociali molta a parole ma poca nei fatti ed insomma c’è tutto un sistema pubblico di distribuzione della vera attività motoria da riorganizzare e da istituzionalizzare.  Almeno nel campo dell’attività motoria in Italia di lavoro da fare ce n’è gran tanto. Non possono farlo gli imprenditori perché abbiamo già capito dove vanno a parare. Perché lo faccia lo stato occorre che un certo numero di politici pazzi scatenati cominci ad affrontare l’argomento valutando bene i disastri che tale scelta può dare nel breve periodo (una crisi dell’auto ti fa tranquillamente cascare un governo) ma valutando anche i benefici in termini di salute generale che può dare una manovra ad ampio respiro nel lungo periodo.