Vi consiglio di non guardare la troppo la televisione per non rimbecillirvi ma poi il primo a cascarci sono io. Spero davvero di poter riprendere a lavorare quanto prima perché mi sto subendo delle dosi di televisione pericolosissime.
Ieri ho assistito al dibattito parlamentare antecedente il voto sulla fiducia al governo. Se volete sapere se sia contento o meno che in qualche modo fino ad ora il governo abbia tenuto vi deludo subito. Non ho un’opinione in proposito, penso che sia il momento sbagliato per andare a votare ma non perché me lo sia inventato io quanto per quello che ci dicono i medici.
Entrando nel dettaglio tecnico e spiattellandovi subito che non esiste sulla scena politica un partito che mi soddisfi in quanto il mio modello risale alla Democrazia Cristiana di Aldo Moro (e sottolineo quella di Aldo Moro perché la balena bianca aveva tante anime…) potrei dirvi che posso criticare in modi diversi chi governa e l’opposizione sullo stesso argomento, salvo aggiungere una considerazione politica strana su una forza politica che da noi praticamente non esiste.
Il governo lo critico perché non ha fatto in tema di mobilità urbana quanto poteva fare. Il bonus per biciclette è stato un discreto segnale di buona volontà ma a quello andavano abbinate delle energiche scelte politiche che non si ha avuto il coraggio di applicare. Più o meno si circola sulle strade italiane, anche e soprattutto nei centri abitati, nello stesso modo in cui si circolava prima del Covid. Se devi fare un film che prenda due momenti uno prima del Covid e uno dopo devi cambiare solo le mascherine dei pedoni (e gliele metti pure a quelli che stanno in auto anche se io continuo a non capire perché le persone da sole in auto continuano a viaggiare con la mascherina) ma non certamente il modo nel quale si muovono auto, pedoni e bici nel traffico, da quel punto di vista non è cambiato niente.
L’opposizione la critico per la stessa cosa anche se è un processo alle intenzioni ma, insomma l’opposizione, visto che era l’opposizione poteva anche rilevare che il problema della mobilità urbana è un problema grave ed urgente anche perché c’è il Covid di mezzo, invece si sono limitati ad osservare che l’investimento sui banchi di scuola con le rotelle è stato un investimento insulso e piuttosto si poteva investire su un potenziamento del trasporto pubblico. Osservazione forse azzeccata con il senno di poi, ma quando si sono decise quelle cose, accidenti, dove eravate?
Una cosa che proprio non mi è andata giù di certi personaggi dell’opposizione è che si sono messi a deridere il bonus per le biciclette chiamandolo in modo sibillino “Bonus monopattini” e facendo di ogni erba un fascio. Anche lì, se erano convinti che quei fondi era meglio che fossero destinati tutti all’acquisto di biciclette e non anche monopattini potevano dirlo quando si è deciso in proposito. Poi gli italiani si sono comunque orientati più sulla bici che sul monopattino nell’utilizzazione del bonus e comunque, come ho già avuto motivo di riportate su altri articoli, il monopattino non è certamente quello che salva le città italiane ma almeno è quello che segnala la presenza di un problema e ci ricorda che dobbiamo fare qualcosa in proposito. Il monopattino è la fistola sul dente cariato, non è bucando la fistola che risolvi il problema.
Pertanto, ripeto, non so se sia un bene o meno che il governo abbia tenuto, non ho la competenza politica per fare di queste valutazioni e mi limito ad osservare le cose da un punto di vista generale di chi ne sta un po’ fuori (come avrete capito non ho la tessera di nessun partito).
Allora, standone fuori e sentendomi un po’ un pirla, ho avuto la sensazione di assistere ad uno spettacolino dove mancava solo la pubblicità della birra che sponsorizza il programma, perché quando ci sono queste cose il telespettatore medio consuma più birra (in tutto il mondo, non solo in Italia) e si mette comodo in divano davanti alla tv. Non a caso la Champions League ha avuto di questi sponsor che sono proprio azzeccati. Lo spettatore medio non è che dopo la partita di Champions vada a giocare a calcio ed abbia bisogno di scarpe da calcio nuove, no, beve una birra e ne ha bisogno proprio nel momento nel quale si disputa la partita.
Il parallelo con lo sport spettacolo per conto mio funziona ed è per quello che io me ne esco con il solito anatema tipo “La vera politica si fa a scuola”. Sono quelle cose un po’ folli come “Il vero sport si fa a scuola” che non ci crede nessuno ma se ci pensi bene, in un paese evoluto dovrebbe essere proprio così.
Allora, tornando allo sport spettacolo, io devo ammettere che lo guardo, non ne sono un ghiotto consumatore ma lo guardo. Proprio perché provengo dallo sport ne sono un po’ scettico ma proprio perché è da una vita che mi occupo di sport mi piace guardare le gesta degli atleti di alto livello e le apprezzo per il loro valore.
Come faccio a conciliare scetticismo ed entusiasmo? Con lo stesso spirito con il quale un appassionato di teatro va a vedere i vari attori. L’appassionato di teatro può sapere benissimo come va a finire la commedia ma non per questo non apprezza la recitazione dei vari attori ed è quella che vuole vedere. In ogni caso, anche se non sa come va a finire la commedia sa che il copione è già scritto e la commedia deve finire in un certo modo. Entusiasmanti sono quegli attori molto bravi che a volte vanno a braccio e si allontanano anche un po’ dal copione prendendosi delle licenze che solo loro, attori affermati, possono prendersi ma poi il copione in un certo modo deve essere rispettato e si torna sui binari della parte.
Dunque, anche se sappiamo benissimo che lo sport di alto livello alcune volte non è molto cristallino, possiamo comunque apprezzare le gesta degli atleti di alto livello. Poi se queste sono osannate mentre quelle degli atleti di livello più basso sono derise quello è un fatto di cultura sportiva per il quale mi batto da sempre. Io dico che il gesto di un atleta anche di livello infimo, per il solo fatto che è autentico merita rispetto, poi è chiaro che se non sei suo parente può pure essere noioso da vedere ma la garanzia di autenticità dovrebbe già essere motivo di spettacolo.
Con lo stesso spirito (riferito all’alto livello, la politica in parlamento, anche se non sembra, è una politica di alto livello…) guardo il dibattito parlamentare e mi attendo che gli “attori” (i parlamentari…) sappiano recitare bene anche se magari il copione è già scritto.
Dunque se uno non accenna nemmeno un istante ai problemi dell’ecologia dico che ha dimenticato il copione oppure sta recitando male. Non mi attendo che questo si muova effettivamente per cambiare qualcosa ma che almeno, nella sua parte, ricordi che quella commedia contempla anche quell’argomento.
Ho sentito una parlamentare discutere dei problemi ecologici, e gli altri era già tanto che non si mettessero a ridere, intanto perché proveniva da una forza politica piuttosto debole e poi perché il problema ecologico pare una cosa da mondo delle favole.
E’ in questo senso che dico che la vera politica si fa a scuola.
A chi obietta che a scuola non si fa né politica e tantomeno sport dico che purtroppo ha ragione ma che queste sono scelte politiche altamente impattanti sulla vita dei giovani, che la condizionano in modo grave e che ipotecano un futuro difficile.
La scelta di non fare politica è una scelta fortemente politica, quella di non fare sport, anche se dettata da importanti motivazioni economiche è comunque una scelta politica.
I giovani subiscono queste scelte, queste direttive e si adeguano con una capacità di adattamento che è straordinaria. Però io mi domando: “E’ capacità di adattamento ò è semplicemente paura?” O, ancora peggio, è ignoranza? Forse i giovani non si rendono conto che la scuola è fatta per loro. Nella mentalità del giovane la scuola è fatta per gli insegnanti, non per gli studenti. In fin dei conti lo studente, se fa il bravo, dopo un po’ di tempo ne esce, mentre l’insegnante, sempre se fa il bravo, ci resta dentro molti anni.
Allora pare davvero che la scuola sia fatta solo per gli insegnanti e questo tipo di scuola, probabilmente, è meglio che sia semplice, stabile e sempre uguale.
C’è un partito che in Europa dovrebbe avere decine e decine di milioni di sostenitori ed invece non ne ha molti ed in Italia si e no che esiste. E’ il partito che io critico di più ed è forse l’unico al quale io sarei disposto a dedicare parte del mio tempo libero. E’ quello dei Verdi. E’ l’unico che fa vera politica e mette sul tavolo i problemi veri del futuro. Non gliene frega niente a nessuno perché per l’economia è una palla insostenibile e trattare i problemi dell’ambiente implica una revisione del sistema economico che nessuno ha voglia di affrontare.
Se di queste cose non si discute a scuola allora non c’è politica autentica e non c’è futuro. C’è lo spettacolo del dibattito parlamentare ma preferisco la Champions League anche perché sul dibattito parlamentare non c’è nemmeno uno straccio di indicazione su che birra prendere.