Dell’articolo scritto ieri sulle abitudini degli italiani a Pasquetta (tanto “pic nic” e poco movimento) è passato solo una frase come una freccia velenosa nel contesto dell’articolo soporifero: “…almeno abbiamo il coraggio di camminare durante la settimana invece di metterci a giocare con le diete pericolose…”.
E questa è passata come una frecciata perché è vero che gli italiani hanno un gusto per la buona tavola infinito ma è anche vero che poi con le diete si mettono lì seriamente ed hanno pure il coraggio si soffrirci sopra. Non manca loro il coraggio, mancano le informazioni perché soffrono per le cose sbagliate.
Prima di lanciare una frecciata contro un certo tipo di dietologi (assolutamente non tutti) devo chiedere scusa a nome della categoria a quella dei dietologi. Quando io dico che non mi occupo di diete perché non è il mio ambito professionale e dicendolo mi godo un mondo perché così posso saltare a piè pari un tormentone che ritengo che sia solo ingiustamente gonfiato a dismisura dalle mode, non dico una bugia. Nella nostra formazione professionale, anche se abbiamo studiato scienza dell’alimentazione e dobbiamo assolutamente sapere come cambiano le esigenze nutrizionali in conseguenza di certa attività fisica, non c’è certamente l’obiettivo quello di metterci a dare consigli di dietologia, per quello ci sono i dietologi. Studiamo addirittura legislazione per essere al corrente su aspetti legali connessi alla nostra professione ma non per questo ci mettiamo poi a fare gli avvocati, dunque non siamo autorizzati a fare i dietologi perché abbiamo studiato scienza dell’alimentazione, così come non facciamo i farmacisti pur avendo studiato farmacologia.
Ce l’ho con i dietologi che lavorano con le schede così come ce l’ho con i miei colleghi che lavorano con le schede. Anche gli idraulici lavorano con le schede ma sono le schede elettroniche delle caldaie che sistemano e non fanno certamente la scheda all’utente per suggerire la miglior utilizzazione della caldaia. Dicono come va utilizzata la caldaia ma poi a che ora fare la doccia e quante farne lo decidi tu e non l’idraulico. Anche il meccanico dell’auto lavora con le schede (ormai l’elettronica c’è dappertutto) ma non ti fa la scheda su come usare l’auto e su dove andare in vacanza. Così insegnanti di educazione fisica e dietologi non hanno alcun motivo di usare le schede. Non ci sono schede elettroniche da inserire nell’allievo, non puoi appiattire un’entusiasmante attività fisica con una scheda e tanto meno una splendida e salutare alimentazione con un’altrettanto sterile e deprimente “scheda di alimentazione”. Il dietologo è una figura importantissima, purtroppo sempre più importante nella società odierna dove la televisione ci ha rimbecillito tutti e ci ha fatto perdere anche il senso della corretta alimentazione ma non ha nessun motivo razionale per mettersi a fare “schede” così come non ce l’ha nemmeno l’insegnante di educazione fisica, lasciamo le schede a chi si occupa di elettronica.
Per cui è importante che ognuno riesca a fare bene la sua professione utilizzando le schede solo quando servono e non solo come lascia passare per le mode dell’idiozia che dilagano sempre più.
Le mode dell’idiozia. Attenzione che non tutte le mode sono idiote ma quelle che ti fanno stare male sì. Io non sono appassionato di moda nell’abbigliamento ma insomma se uno trova un vestito che magari è pure di qualità un po’ scadente, costa il doppio degli altri se per qualche motivo insondabile legato alla moda, anche se a me fa schifo (ma io proprio di moda non me ne intendo) può essere considerato più bello degli altri se uno ha i soldi per comprarselo che se lo compri pure, l’importante è che questo vestito non ti faccia venire la polmonite o la dermatite allergica se è fatto con materiali strani.
Ma quando la moda ti dice che è una certa tipologia fisica che è pure esistente sulla faccia della terra ma non è assolutamente l’unica presente e ti dice che grazie alle “schede” di dietologi ed insegnanti di educazione fisica dobbiamo diventare tutti così allora io mi arrabbio e mi arrabbio in primo luogo con i miei colleghi che snaturano il concetto di attività fisica per la salute, poi mi arrabbio pure con un certo tipo di dietologi (e sottolineo solo “un certo tipo”) che vanno a dar man forte all’operato di questi colleghi elaborando altre schede ancora più pericolose ma soprattutto mi arrabbio con la moda che è il motore di tutto ciò e crea l’esigenza razzista di uniformarsi ad un’ unica razza. Guardate che qui parliamo di forma fisica ma concettualmente è come se parlassimo del colore della pelle, anzi forse peggio. E’ come se venisse fuori che dobbiamo essere tutti bianchi e allora ci sbianchiamo la pelle (c’è qualcuno che ha provato a farlo) oppure che dobbiamo essere tutti neri ed anche in questo caso c’è gente che ci prova procurandosi tumori della pelle con esagerate esposizioni al sole. Qui non si tratta di colore, si tratta di forma e allora devi muoverti in un certo modo per dimagrire o mettere su massa muscolare a seconda dei gusti e poi devi alimentarti in un certo modo per raggiungere lo stesso obiettivo. Risultato finale: in un colpo solo siamo riusciti a snaturare il gusto per la sana alimentazione e pure per la sana attività fisica.
Non tutti gli italiani hanno un fisico alla moda, perché non tutti gli italiani hanno la stessa tipologia fisica. Due soggetti ugualmente sani possono avere caratteristiche fisiche molto diverse, sono sani entrambi e non c’è nessun motivo per il quale uno dei due deva mettersi ad assomigliare all’altro, ognuno ha il suo equilibrio tarato sulla sua struttura. Una moda che ti dice che uno è alla moda e l’altro no è una moda non solo idiota ma pure cretina. Vendi il vestito che vuoi, che sia pure di qualità infima e che costi il doppio dei vestiti normali, ma non dire che il soggetto “alla moda” deve assolutamente entrare in un vestito fatto solo per certe tipologie fisiche perché questa, allora, oltre che una moda razzista diventa pure una moda criminale.
Agli italiani mancano le informazioni per alimentarsi correttamente, sono devastati dalle pubblicità televisive, in questo senso occorrono i dietologi che devono metterci in guardia sui problemi dell’alimentazione. Chi invece cerca la scheda di alimentazione perché è molto distante da una certa tipologia fisica che la moda ha indicato come unica perseguibile non ha capito nulla.
La mia chiusura a sorpresa è su un punto molto delicato che riguarda strettamente la mia professione, lo sport in particolare. Così come in dietologia le mode sono pericolose ed i dietologi devono avere il coraggio di sbandierarlo ai quattro venti anche nello sport alcuni modelli sono pericolosi. Alludo al confronto con il campione televisivo che al giorno d’oggi è diventato pericoloso invece che stimolante. Questo è un discorso sottile che non troverà d’accordo molti miei colleghi ma ciò non vieta che abbia voglia di esternarlo.
A mio parere il vero danno che fa il doping sistematico al giorno d’oggi è un danno ignorato dai più. E’ vero che il doping è più diffuso di un tempo ma è anche vero che è più controllato, gestito con più cura da persone molto competenti, se diciamo che il vero pericolo è quello rischiamo di passare per poco attendibili perché probabilmente rischiavano di più la salute gli atleti di un tempo, anche se si dopavano meno, perché non erano assistiti in modo sistematico come adesso. Il vero problema a mio parere è un altro. Con la diffusione su larga scala del doping negli atleti professionisti si è aperto un vero e proprio baratro fra le capacità prestative di chi va “al naturale” e di chi va con il supporto farmacologico (che consente di sostenere preparazioni massacranti). Tale baratro può diventare un freno verso la passione per lo sport di alto livello negli adolescenti perché matura lo sconforto che “Se quello è il livello prestativo da raggiungere, io non ce la farò mai”. Fare chiarezza in tema di doping sarebbe doveroso per le ambizioni di questi giovani che devono capire che “al netto del doping” la differenza fra loro ed i campioni della televisione è meno paurosa di quanto si possa pensare.
Ovviamente chi gestisce lo sport di alto livello dice che se fai chiarezza in tal senso smonti lo sport perché perde credibilità ed invece di avvicinare allo sport più giovani allontani anche quelli che ci sono già dentro perché scappano schifati.
Sono punti di vista. Difficile dire chi ha ragione. Io dico che a Pasquetta ci sono tanti italiani che non ci provano nemmeno a muoversi perché “…se il modello fisico è quello io ci sono distante anni luce ed è inutile che mi metta a fare movimento, tanto non ci arriverò mai, al più proverò con una dieta…”. E per me quello è razzismo.