Una delle domande più frequenti che mi fanno commentando questo sito è perché mi occupo così tanto di piste ciclabili e non do molto spazio, se non quasi nulla, ad altri argomenti che i lettori si aspetterebbero di veder trattati con molta attenzione su questo sito quali consigli per l’attività fisica per dimagrire, su integratori alimentari e preparazione fisica con i pesi.
Raggruppo queste tre cose appena citate in una unica parola che purtroppo non è nemmeno italiana: business.
Allora nel nome del mio sito, se non sto cronicamente prendendovi in giro, c’è l’aggettivo “gratuito”. Io non faccio pagare il becco di un quattrino i consigli che vi passo e proprio per questo, in una perversa logica di mercato dove “ciò che costa di più ha più valore”, potrete anche pensare che siano consigli di serie “B”.
Non solo non vi faccio pagare i consigli ma dirotto pure la tipologia di questi consigli su modalità che possano servire a farvi fare attività motoria senza farvi spendere molto, se non quasi nulla. Gratis i consigli, quasi gratis le attività consigliate (dove la cosa che dico sempre che non è gratis è la capacità di trovare del tempo libero per l’attività fisica perché con la fretta non si fa nulla) insomma propongo un’attività della quale potete proprio essere diffidenti perché è molto diversa da quella proposta dai lustrini del business. Un’attività ruspante, senza lustrini, non a caso la maggior parte delle cose che propongo sono proprio all’aperto, anche in inverno quando la gente crede che chiudersi in palestra sia scelta imprescindibile.
Le poche volte che tratto di attività fisica per dimagrire, di integratori alimentari (argomento del quale ritengo che dovrebbero occuparsi solo i medici e non anche gli esperti del movimento che, come dice la parola, sono esperti di movimento e non di alimentazione…) e di preparazione con i pesi lo faccio in modo superficiale, con poco entusiasmo e partendo da idee preconcette.
E queste idee sono autenticamente informate da un preconcetto ed è inutile che ve lo nasconda ed il preconcetto base è che il mercato riesce a condizionare la richiesta di movimento in modo determinante. Riesce a fare in modo (sempre la parola “business” che aleggia su questi discorsi più che la più impegnativa ed ormai in disuso “deontologia professionale” che è più lunga e complessa da dire e poi è pure in italiano…) che la domanda sia condizionata ed orientata verso un certo tipo ben preciso di risposta.
Pertanto se la cosa principale da chiedere in Italia per muoversi di più è una efficiente rete di piste ciclabili (e mai momento dovrebbe essere più propizio di questo dove, per necessità legate alla lotta al Covid, non si possono affollare i mezzi pubblici) in realtà la gente comune più che chiedere piste ciclabili continua ad andare in auto e a chiedere consigli su attività fisica per dimagrire (vai in bicicletta…), su miracolosi integratori alimentari e su altrettanto portentose preparazioni fisiche con pesi e macchine da palestra varie. Casualmente tutte queste richieste portano a mettere la mano sul portafoglio e fanno molto bene a chi le esaudisce con molta attenzione e preparando sempre la soluzione su misura per il pollo da spennare di turno.
Accade che in modo molto sommario io affermi che c’è un buon 50% delle persone che richiedono spasmodicamente di dimagrire che non devono urgentemente dimagrire ma devono solo mettersi a fare movimento (quello sì, in modo urgente) per riacquistare una salute che stanno inesorabilmente perdendo e che poi una volta approcciata questa sana attività fisica, sarà proprio questa, lentamente e non in modo traumatico a determinare se quel fisico deve essere rivisto nelle sue proporzioni corporee o se invece va proprio bene così e la flippa del dimagramento era solo un’esigenza inventata dal “modello televisivo” (che non sapete quante vittime faccia…).
Poi, a cascata, accade che mi rifiuti seccamente di dare consigli in tema di integrazione alimentare sostenendo in modo supponente che la se l’alimentazione è sana, varia, equilibrata e non a base di porcherie non c’è nessun motivo valido per doverla “integrare” con prodotti che nella maggior parte dei casi sono delle autentiche porcherie, quasi mai sono veramente equilibrati, molto spesso non servono nemmeno alle persone anziane e quasi sempre fanno bene solo alle tasche di chi li produce e di chi li vende.
Infine, dulcis in fundo, la mania di pesi e macchine da palestra inflazionati con un ben preciso obiettivo: aumentare la massa muscolare. Ma aumentare la massa muscolare per cosa? Dovete fare tutti lancio del peso? Sapete che anche nel lancio del peso l’affinamento della tecnica di lancio ai fini del rendimento è decisamente più importante dell’incremento di massa muscolare? E che se proprio dobbiamo dare la precedenza alle doti condizionali più che a quelle tecniche in quel caso l’aumento della rapidità è decisivo ben più dell’incremento della forza?
No, tutti sollevatori di pesi, perché così ha deciso il mercato. Magari ipertrofici ma con un cuore quasi da sedentario, perché a parte la palestra si va troppo in macchina ed in bici non ci si va quasi mai.
Chiedere le piste ciclabili è la cosa più razionale e sensata che ci sia nella nostra epoca. E’ il tempo della bicicletta, per liberarsi dello smog e riavvicinarsi in modo sano al movimento. Ma dietro a questa richiesta non c’è business. Anzi, c’è l’antibusiness, perché se tutti ci mettiamo ad andare in bicicletta crollano un certo tipo di consumi. Consumi ai quali l’industria del superfluo non vuole proprio rinunciare.