Ieri leggevo un’articolo di giornale scritto da un certo signor Feltri, che mi dicono essere pure un giornalista molto letto, che sosteneva, in sintesi, che il gasolio non fa poi tanto male alla salute, ce l’aveva in modo un po’ pesantino con Greta e con tutti quelli che la sostengono (dunque ce l’aveva anche con il sottoscritto ed è per quello che ne scrivo) e nell’articolo è riuscito a farci stare addirittura citazioni sul ’68. Molto più sintetico e più immediato di PTG che in un solo articolo non riesce nemmeno ad accostarsi a mezzo argomento e pure di quelli poco importanti. Il gasolio, Greta ed il ’68. Ed era un articolo che, pur contestabilissimo come tutti gli articoli, aveva una sua certa logica. Fra l’altro sosteneva che non ha mai conosciuto tanti pirla (ma lui ha usato un termine un po’ più pesante) come nel ’68 e su questo sono pure d’accordo perché io ritengo che la generazione del ’68 sia stata una generazione di autentici pirla. Avevano un calcio di rigore da battere per migliorare la società partendo dalla scuola e si sono fatti imbottire di droga rinunciando a battere il calcio di rigore. Non posso dire “avevamo” perché all’epoca ero troppo giovane per poter avere voce in capitolo ma ricordo certamente che questi giovani si sentivano protagonisti della società e anche se forse non lo erano davvero perché erano pilotati quasi come i giovani di oggi avevano comunque un certo entusiasmo per le questioni importanti che era contagioso ed io, pur più giovane, mi soffermavo spesso ad ascoltare i loro discorsi “importanti”. In breve ero già disadattato allora perché invece di pensare ai giochi da bambino ascoltavo i discorsi dei più grandi. Una specie di Greta anch’io, forse per quello la capisco e mi sento doppiamente offeso dall’articolo di quel giornalista.
Un attimo indietro sul gasolio per non tediare troppo i miei lettori con argomenti troppo “teorici”. Sul gasolio c’è da dire che a parte tutti gli inconvenienti che provoca alla salute ampiamente documentati ce n’è uno, praticamente sconosciuto perché proviene da uno studio che per ovvi motivi non è mai stato pubblicato, che riguarda le allergie. Le allergie si sono diffuse in Europa in modo esponenziale verso i primi anni ’80, guarda a caso quando il sistema di alimentazione prevalente delle autovetture ha iniziato a diventare il gasolio. La riunificazione della Germania Est con quella Ovest, avvenuta a fine anni ’80 fra le tante cose ne ha prodotta anche una piuttosto curiosa. Fino a quegli anni, alla faccia delle Trabant della Germania Est che andavano a miscela ed inquinavano in modo folle, i tedeschi dell’est pativano di allergie in modo significativamente inferiore rispetto ai cugini dell’ovest. Quando è caduto il muro una delle prime cose a farne le spese è stata la mitica Trabant che è stata sostituita rapidamente dalle più performanti ed economiche utilitarie a gasolio dell’occidente. In pochi anni i tedeschi est, felici utilizzatori di auto a gasolio, hanno cominciato a patire le allergie né più né meno che come i tedeschi dell’Ovest. Qualcuno dice che le due cose non c’entrano nulla e che addirittura anche prima i tedeschì est avevano già le allergie ma non lo dicevano… Certo, se gli studi non sono pubblicati e verificati si può dire tutto ed il contrario di tutto. E’ pure certo che questo studio importantissimo meritava maggiore attenzione e doveva essere verificato. Il mio banale quesito è: “Perché la comunicazione non ha funzionato in tal caso almeno bene quanto funziona quando il signor Feltri afferma che il gasolio non non fa molto male alla salute?”.
La comunicazione è molto importante in tutti i campi, io mi occupo di sport ed attività fisica in genere e quindi, eventualmente, di comunicazione dello sport e non di Greta e del ’68. Invece chi mi legge avrà notato che in molti miei articoli ho già citato sia Greta che il ’68.
Cosa hanno a che fare Greta ed il ’68 con l’attività fisica? Il fatto è che il soggetto che svolge attività fisica è sempre inserito in un contesto sociale e se questo è quello dei telefonini e dei tapis roulant alla fine il modo di fare attività fisica ne viene condizionato molto.
Alla fine il condizionamento è reciproco perché se tu fai attività fisica in un certo modo e la fai bene e la studi pure arrivi a condizionare il tuo tessuto sociale, arrivi a chiederti se davvero le inalazioni di gas di scarico del gasolio sono un discreto disastro della società contemporanea o se invece sono una bufala montata ad arte per far vendere più giornali.
La comunicazione nello sport e nell’attività fisica in generale a mio modo di vedere è di fondamentale importanza e ci si gioca su un modello culturale, un modello educativo.
E’ per questo che continuo a citare la scuola dove a mio parere siamo fermi al palo perché c’è trasmissione di informazioni ma non si fa ricerca, non c’è vera comunicazione, non ci si mette in gioco, ci si limita ad accettare la scuola così com’è, perpetuandola nel corso dei secoli anche se ormai è evidente che non ha più nulla a che fare con questo tipo di società, non riesce minimamente a modificarla e la subisce e basta. In una società dove la scuola funziona davvero “Grazie le faremo sapere…” non lo dice il datore di lavoro ma il potenziale nuovo lavoratore, perché è lui che sceglie dove andare a lavorare non il datore di lavoro che sceglie chi prendere.
Se la comunicazione nello sport, nell’attività fisica funziona questa può allenarci ad usare meglio anche la testa, non solo il fisico. Se capiamo che il vecchio sistema “Alza le ginocchia!” è un po’ troppo limitato per poter essere ancora accettato, perché è uno sterile metodo di trasferimento delle informazioni in senso univoco, allora potremo anche capire che pure a scuola è opportuno evolversi da un sistema che ricorda molto il mitico “Alza le ginocchia!” dei campi sportivi.
Quando sono d’accordo con il signor Feltri sul fatto che il ’68 è stato un autentico disastro (sul gasolio non sono d’accordo ma su questo sì…) lo sono per motivi che forse non c’entrano nulla con quelli che hanno formato la sua opinione su quel movimento. E’ stato un movimento di personaggi tonti e violenti e su quello tutti saranno d’accordo a dire che andava represso con forza, ma è stato anche un movimento di illusi idealisti e lì forse qualcuno dirà che quelli erano più pericolosi di quelli che incendiavano le auto ed andavano internati subito in manicomio ma io ho una mia visione un po’ diversa.
Comunque la scuola già allora doveva essere riformata e questi non avevano le fette di prosciutto sugli occhi, non erano già drogati prima ancora di cominciare, li hanno drogati dopo.
Per colpa loro, e questa forse è una colpa che non potevano nemmeno immaginare, la scuola si è bloccata in modo perenne e cinquant’anni dopo è sempre la stessa, quella che doveva essere riformata già allora, ma non con l’idiozia del sei politico (se mi inventi il “sei politico” allora abolisci del tutto i voti che facciamo prima, risparmiamo tempo e non ci prendiamo in giro) bensì con un atteggiamento costruttivo fra insegnanti ed allievi. L’atteggiamento costruttivo di oggi è che “vince” chi ha i voti migliori (alla faccia del “sei politico”, grande invenzione…) e l’importante non è ricercare ed evolversi a livello culturale bensì adeguarsi al linguaggio del professore e riuscire a dirgli ciò che lui vuol sentirsi dire. Praticamente a scuola si impara una materia sola che è “Adeguamento sociale” e sarà pure utile per non far tornare quelli che bruciano le auto ma non serve a nient’altro. Una scuola che si occupa essenzialmente di non far tornare quelli che bruciano le auto è una scuola decisamente inadeguata anche perché per quella funzione c’è una polizia addestrata che sa assolvere molto bene al proprio compito. “Ma noi facciamo prevenzione così la polizia non deve nemmeno intervenire…”: Questa è fantascienza, un giovane istruito che pensa con la sua testa non è uno che appena può va a devastare la città anche se può avere un sano atteggiamento di contestazione della società e Greta ne è un fulgido esempio.
Cosa c’entra tutto ciò, ancora una volta, con la comunicazione nello sport? C’entra perché lo sport è quell’argomento per antonomasia senza risposte certe dove se non ci metti del tuo non ci si può evolvere e dove anche l’insegnante necessita della tua collaborazione se vuole trarne un ragno dal buco. La comunicazione vera ha bisogno di un continuo flusso di ritorno di informazione.
Il modello “alza le ginocchia” è il modello della poesia a memoria, è il modello del “Ho già deciso io cosa va bene per te ed ho deciso che se alzi le ginocchia diventerai un grande campione…”.
Io dico che sul campo sportivo, come nella scuola, l’informazione deve viaggiare in due sensi perché come l’allievo, forse, ha qualcosa da imparare dal maestro anche il maestro, quasi certamente ha qualcosa da imparare dall’allievo e l’informazione può evolversi solo se viene continuamente rispedita da un soggetto all’altro, altrimenti muore subito nella sua assoluta asetticità.
Quando faccio di questi discorsi mi prendono per un marziano e temo proprio che questo articolo bizzarro verrà preso come un articolo nel quale contesto il signor Feltri per le sue affermazioni sul gasolio, ma per me quello era lo spunto per dire altre cose e tutto sommato riguardo al signor Feltri penso che la cosa più importante sia proprio che sono d’accordo sul fatto che quelli che hanno partecipato al movimento del ’68 sono stati dei grandissimi pirla.
Spero che non si facciano etichettare così anche i seguaci di Greta e che se qualcuno nelle loro manifestazioni si mette a fare il violento trovino le strategie per far capire a tutti che a loro di usare la violenza non gli passa nemmeno per la testa, di ’68 ce n’è già stato uno e val la pena studiarlo in tutte le sue sfaccettature per capire le immense idiozie che sono state commesse.