In chiesa sento parlare insistentemente di “buona novella” e così mi domando: “Ma, accidenti, ho anch’io una buona novella da annunciare nel campo dell’attività motoria? Perché se devo solo disquisire di cavilli tecnici, sui quali per lo più mi trovo quasi sempre in contrasto con il pensiero scientifico dominante, allora tanto vale che chiuda baracca e burattini.”.
Ebbene, soprattutto in tempi di recessione economica conclamata (e questa è indubbiamente una grande recessione e siamo solo agli inizi perché è il sistema capitalista che è collassato e non essendocene nessuno di nuovo all’orizzonte possiamo solo far finta di niente trascinando avanti questo sistema fino ad “esaurimento”…) annunciare che l’attività fisica si può fare gratis è davvero una lieta novella. Forse lo è solo per il sistema economico che verrà perché per questo c’è bisogno solo di scoperte di cose vendibili, nel senso che bisogna fare circolare il danaro, ma per chi danaro non ne ha più ed in tal senso non può “muoverlo” scoprire che l’attività fisica è gratis è una grande scoperta.
Ebbene l’attività fisica è una di quelle cose un po’ come l’acqua fresca che stanno tentando di farcela pagare privatizzandola ma fin tanto che è pubblica diciamo che costa pure abbastanza poco. Oppure, con un altro esempio, è come l’aria fresca, anche se pure lì bisogna ammettere che stanno tentando di vendercela nel senso che quella delle città non è più molto conveniente e spesso non è nemmeno fresca nel senso che con l’effetto serra è già tanto trovarla fresca d’inverno e d’estate fresca non lo è proprio quasi mai, nemmeno di primo mattino, ma insomma il concetto è che l’aria non te la vendono con uno scontrino, in una confezione, ben delimitata e che tu ne respiri tanta o poca non gliene frega niente a nessuno. Non gliene frega nemmeno se la sporchi perché anche se ne sporchi un bel po’ con un motore a gasolio decisamente sovradimensionato in base alle tue esigenze di movimento nessuno ti fa nemmeno osservare questa cosa e se qualche amministratore accampa motivi di lotta all’inquinamento per tentare di farti inquinare meno stai tranquillo che su questa cosa troverai certamente qualche altro amministratore a proteggere i tuoi diritti di cittadino regolarmente inquinante.
Detto questo ribadisco il concetto che per muoversi, per fare attività fisica, non c’è bisogno di pagare nessuno, è splendidamente gratis e non c’è nessuna tassa sul movimento. Che tu cammini 5 chilometri al giorno o uno solo non c’è nessuno che verrà a chiederti delle maggiori tasse anche se hai camminato di più. I marciapiedi dissestati li paghi tu nella stessa misura in cui li paga quello che sul marciapiede non ci va proprio mai perché va solo in automobile.
Alcuni sostengono che muoversi non è per nulla gratis perché per esempio, se vai molto sui marciapiedi dissestati prima o poi cadi, rovini a terra e ti devi pagare le terapie per rimetterti in sesto. A parte che in tal senso il nostro sistema sanitario è discretamente efficiente ed hai pure ottime possibilità di cavartela con dei ticket abbordabili (che sia perché ci sono molti marciapiedi dissestati e non si vuole mettere il cittadino in una situazione insostenibile?!?…) c’è da dire che in genere i danni della caduta sono inferiori a quelli dell’artrosi che ti cucchi se continui a stare fermo a fare il sedentario. In ogni caso qualcuno sostiene che siccome per andare a camminare tranquilli bisogna andare a chiudersi in una palestra e camminare su un tapis roulant non è più assolutamente gratis nemmeno camminare come, del resto, anche andare in bicicletta che va fatto rigorosamente su cyclette sempre all’interno della palestra perché fuori è troppo pericoloso.
Allora su questa disputa molto spinosa che in effetti ha dei presupposti autentici e non fantasiosi io direi che in Italia potremmo inventarci i gilet arancioni che, in contrapposizione ai discutibili gilet gialli, sono persone che vanno in giro a camminare ed in bicicletta per la loro città senza sfasciare nulla e senza incendiare assolutamente nessun cassonetto (del resto ce li paghiamo noi con le nostre tasse e incendiare la nostra roba che serve a a qualcosa è proprio da cretini…) e usano il gilet arancione semplicemente perchè quello giallo è già stato sputtanato abbastanza dai francesi ed uno stramaledetto gilet per girare tranquillo nel traffico urbano ti occorre altrimenti l’automobilista che tende ad investirti per sua normale indole dopo dice “Mi dispiace veramente, non l’avevo proprio visto, è sbucato fuori così all’improvviso ed io andavo normalmente per la mia strada (che purtroppo quasi sempre è anche quella del ciclista) ai 50 chilometri all’ora…”.
Anche questi gilet arancioni potrebbero portare una buona novella e potrebbero essere autenticamente rivoluzionari ostentando il diritto a voler dire qualcosa senza sfasciare nulla. Ed i gilet arancioni non avrebbero nemmeno bisogno di parlare perché nel momento in cui li vedi capisci che esiste anche il ciclista ed il pedone e se lo vedi con il gilet arancione che non è proprio il massimo dell’eleganza vuol dire che qualche problemino nel “normale” traffico urbano ce l’ha.
La mia lieta novella è che per muoversi c’è bisogno solo di buona volontà e tempo ma di danaro non è necessario. Toccando l’argomento tempo ho toccato il tasto che forse vuol dire tutto e che non affrontato potrebbe far dire al mio lettore che questo articolo è una presa in giro. In effetti sul problema “Tempo” ne scrivo in una marea di articoli perché so benissimo che il problema movimento per la maggior parte dei cittadini non è un problema di danaro ma proprio un problema di tempo. Questi non è che non abbiano quattro palanche da spendere per andare in palestra a camminare su un tapis roluant o a pedalare su una cyclette ma, a parte che camminare su un tapis rolulant o pedalare su una cyclette è noiosissimo non hanno proprio il tempo materiale per farlo.
E allora è proprio per quello che ci occorrono i gilet arancioni. La gente ha bisogno di fare movimento nei normali spostamenti quotidiani, ha bisogno di utilizzare il tempo che prima della recessione economica si passava in auto in coda, comodamente seduti a bruciare carburante per muoversi, senza stare in coda e senza inquinare l’aria. Ho capito che dopo bisogna inventarsi nuove tasse perché quelle derivanti dal consumo di carburate sono una cifra colossale, ma per questo ci sono un esercito di politici pronti ad inventare nuove cose. Le tasse sulla benzina pesano due volte, prima perché costano molto e poi perché per farci pagare queste tasse si rifiutano di restituirci la possibilità di muoverci nelle nostre strade. Inventate nuove tasse ma restituite le città ai pedoni ed ai ciclisti. Se inventate la tassa sull’aria fresca dovete prima produrla questa stramaledetta aria fresca…
P.s.: Sono ignorante, mi fanno notare che i gilet “arancioni” sono già stati inventati in Italia e sono agricoltori che hanno istanze anche piuttosto interessanti. Ecco allora, continuando a prendere le distanze dai gilet gialli francesi che non hanno capito che le tasse contro l’inquinamento non sono un capriccio ma forse le tasse più intelligenti, ribadisco l’eventuale utilità di gilet “arancioni”. Poi, interrogati, potranno essere loro a dire “Si mi interessa anche la protesta degli agricoltori” oppure “Francamente della protesta degli agricoltori non ne so nulla, io punto a salvare la pelle quando cammino per la mia città…”.