L’Italia è fuori dagli europei di calcio (ma non fuori dall’Europa come l’Inghilterra…). Sull’onda emotiva della bruciante eliminazione patita in seguito ad una estenuante serie di calci di rigore con la Germania, la Federazione Calcio in accordo con il CONI e con il pronto avvallo del Presidente del Consiglio e del Presidente della Repubblica, ha deciso di portare immediatamente a tre il numero di sedute di allenamento alla settimana di tutti i ragazzini frequentanti le scuole calcio sul territorio nazionale. Del resto questa importante decisione era nell’aria e la cocente sconfitta ai rigori subita con la Germania è stata solo un pretesto per poterla prendere con l’appoggio della nazione intera.
Mi sono perso qualcosa? Non è vera tutta la notizia? E’ vero solo che l’Italia è stata eliminata ai rigori dopo un campionato europeo più che accettabile? Ma allora perché non creiamo i presupposti per un altro europeo più che accettabile e soprattutto per migliorare la salute dei nostri ragazzini? Subiamo senza reagire questa sconfitta ai rigori?
Si può perdere anche ai rigori, nessun problema, ma diamo qualche opportunità in più a questi ragazzini che hanno bisogno di giocare di più, non perché l’Italia è fuori dagli europei ma perché hanno bisogno di giocare di più. La scusa è che siamo fuori dall’europeo, la realtà è che il lato “importante” del nostro calcio sono le migliaia e migliaia di squadre di ragazzini che frequentano i campi sparsi per tutto il territorio nazionale. Se quelle squadre funzionano bene i nostri campioni possono andare sul dischetto del rigore più tranquilli perché hanno una certezza: che il rigore sia segnato o no il futuro del calcio italiano è garantito. Se quelle squadre non funzionano quel rigore ha poco significato perché inciderà senz’altro poco sulle abilità e sulla salute dei nostri calciatori del futuro. Tutti hanno visto la partita (quasi tutti… ma in Italia diciamo “tutti”, anche chi non l’ha vista), tutti abbiamo in famiglia o sotto casa o sul pianerottolo o da qualche parte un ragazzino che fa “solo” due allenamenti alla settimana. Il nostro compito di tecnici della nazionale è fare in modo che quel ragazzino possa allenarsi un po’ di più, non come un giocatore della nazionale ma solo in modo un po’ più consono alle esigenze di un ragazzino che ha bisogno del movimento come del pane che mangia. Se ci riusciamo potremo dire di essere stati tutti dei “Conte” e se ci pensate potremo dire tutti un giorno, come Conte “…il merito non è mio ma di questo fantastico gruppo di ragazzi che si sono allenati con passione e dedizione…” Altrimenti, con solo due allenamenti alla settimana, potremmo trovarci a commentare un’ altra sconfitta dopo un’ infinità di rigori magari arrivando ad affermare “… è agghiacciante…”.