INDICE DEGLI ARGOMENTI TRATTATI

Questo non è un vero indice degli argomenti trattati ma solo un finto indice, spero un po’ autoironico, compilato con l’obiettivo di sdrammatizzare i contenuti del sito che a volte è stramaledettamente polemico e pesante anche se tratta argomenti che dovrebbero essere per definizione “leggeri” e divertenti. Cominciamo subito da questa presunta leggerezza…

 

 

PESI: no, pesi no, siccome li trattano tutti gli altri io mi permetto il lusso di non trattarli, anzi se ne scrivo è solo per scriverne male e per sconsigliarli nella maggior parte dei casi, sono un vero e proprio detrattore dei pesi, se vi interessano i pesi non consultate il mio sito perché ho mille e uno motivi per farvi passare la voglia di esagerare nell’uso dei pesi nella vostra preparazione fisica.

 

CORSA: si, eccome, tratto proprio di corsa e pure a tutto tondo, non solo di corsa su strada che è decisamente di moda, ma anche di corsa su pista che è la vera corsa agonistica ed aggiungo che si può frequentare la pista anche senza essere dei veri agonisti ma solo per il gusto di capirci qualcosa in più in tema di corsa. La pista può offrire dei parametri di riferimento per capire alcune cose che la strada non può offrire, inoltre la pista è un luogo protetto dove se vi scappa di correre a più di venti chilometri all’ora che è una cosa sanissima e che deve essere provata anche se non si è proprio più giovani (non per mezz’ora, per brevi tratti…) nessuno vi prende per fanatico e si sente autorizzato ad investirvi in auto perché gli imprudenti siete voi che facevate i 20 all’ora a piedi e non loro che facevano normalmente i 50 chilometri all’ora in città in auto (atteggiamento potenzialmente criminale che andrebbe assolutamente vietato in tutte le strade urbane dove possono passare ciclisti e pedoni).

 

INTEGRATORI ALIMENTARI: no, vale un po’ il discorso dei pesi, li trattano tutti gli altri, perché devo trattarli anch’io?. Sugli integratori alimentari sono ancora più severo. Io dico che non dovrebbero considerarli nemmeno gli altri miei colleghi perché se per sbaglio hanno la passione dei pesi, pazienza, vuol dire che è una follia collettiva che va studiata a livello sociologico, ma quando si tratta di integratori i miei colleghi dovrebbero proprio starne fuori perché non è proprio il nostro campo di competenza. Visto che tutti ne parlano erroneamente mi permetto anch’io di parlarne erroneamente. Non so se sia passibile di denuncia, per conto mio andrebbero denunciati tutti quelli che vi istigano a consumarli anche se non ne avete assolutamente bisogno. Allora se, come dicono alcuni, l’insegnante di educazione fisica è il medico dei sani perché la vera prevenzione non esiste ed i medici continuano a trattare solo i malati ed anche con i sani si comportano come se fossero dei potenziali malati (e pertanto il concetto di prevenzione finisce per naufragare in una serie di esami di laboratorio e non in programmi di “mantenimento attivo della salute”) io dico ai soggetti sani che fanno sana attività fisica di non assumere assolutamente integratori alimentari perché non ne hanno bisogno e sono prodotti che fanno bene solo alle tasche di chi li vende e di chi li produce.

 

FRUTTIVENDOLI: si ne parlo, anche se non dovrei parlarne anche qui perché non sono un dietologo, ma sono quelli degli integratori alimentari ad istigarmi a scrivere dei fruttivendoli. Io dico che il fruttivendolo è un personaggio fondamentale per la vostra salute con il quale dovete instaurare un serio ed autentico rapporto di fiducia. Quelli degli integratori vi raccontano che “Ormai al giorno d’oggi bisogna ricorrere all’integrazione alimentare perché con le porcherie che ci sono in giro non siamo sicuri di prendere la quantità di vitamine necessaria etc. etc…”. Bene allora visto che non siete sicuri di prendere quelle giuste quantità voi andate “sicuramente” a complicare le carte in tavola assumendo “sicuramente” prodotti che non sono bilanciati e pertanto sicuramente vi creano un problema alimentare. Praticamente se avete qualche dubbio sul vostro fruttivendolo che dovete risolvere con lui perché è davvero una cosa importante, andate a tentare di risolverlo con uno che non  può assolutamente risolverlo perché la frutta e la verdura proprio non le può vendere. Se dovete arrabbiarvi col vostro fruttivendolo andate da lui, non dal farmacista.

 

 

GINNASTICA: si, ne scrivo, è uno dei tormentoni della mia professione, non vedo perché non dovrei scriverne. Forse sono l’unico che ne scrive in italiano, ed è un peccato perché è pure un italiano scadente, ma spero che sia comprensibile, almeno più di quel finto inglese che usano ormai tutti per essere incomprensibili. In realtà chi usa l’inglese è molto più comprensibile di me perché è chiaro che vi sta prendendo in giro e dunque lancia un messaggio preciso ed inequivocabile: “Fate questa attività fisica e non discutete perché qui usiamo solo termini in inglese e non è che lo facciamo perché siamo inglesi ma con il preciso scopo di non farci capire e non discutere, siete qui per muovervi non per discutere, rispettate le regole e non fateci perdere tempo…”. Io sono un presuntuoso, ho la presunzione di discuterne in italiano, faccio casino perché ho poche idee ma molto ben confuse e vi porto a quei dubbi che rischiano di farvi litigare con il vostro istruttore che usa solo l’inglese. Per conto mio di ginnastica bisogna parlarne, perché fa bene alla salute, non va fatta con i pesi e tanto meno con le macchine che standardizzano movimenti che non possono essere vostri ma sono solo della macchina, e se è fatta ripetutamente senza pensare a come la facciamo rischia spesso di esser sbagliata. La reiterazione nella ginnastica a volte è proprio necessaria e non a caso nei miei gruppi è proprio concesso parlare alla grande per sconfiggere la monotonia ma la consapevolezza di ciò che si sta facendo deve sempre essere presente, altrimenti il sovraccarico funzionale può essere dietro l’angolo.

 

 

CAMMINO: eccome, anche di quello ne scrivo, ritengo che sia anche più importante della ginnastica ed è quella cosa della quale, se non vogliamo prendere in giro chi ci circonda, dovremmo parlare molto di più. Siamo la civiltà che ha sostituito il cammino con i tapis roulant. da questo punto di vista siamo al minimo storico, siamo quasi ad un punto di non ritorno. Più di un secolo fa abbiamo inventato un accidenti che ci serviva per raggiungere luoghi che con il solo cammino non riuscivamo a raggiungere, l’automobile. Con questo accidenti abbiamo cominciato inevitabilmente a muoverci di meno e ad usarla anche per tratti che potevamo tranquillamente coprire con il cammino. Adesso ci accorgiamo che il cammino è fondamentale per stare in salute e non è solo un sistema per spostarsi da un luogo all’altro. Siamo finiti a camminare sui tapis roulant perché abbiamo bisogno di camminare ma per le strade, all’aperto, non si riesce più a camminare perché c’è pieno di gente che sta usando l’auto inutilmente anche se potrebbe farne a meno, è questo il punto di non ritorno. Invece di arrenderci a camminare sul tapis roulant dobbiamo avere il coraggio di andare a tirar giù dall’auto chi la usa inutilmente privandoci del diritto di camminare per la propria città. Questa forse è l’unica vera rivoluzione auspicabile dei nostri tempi e non la richiesta di diminuire il prezzo della benzina e c’è da augurarsi che tanto per cambiare non sia repressa da chi governa l’economia e non venga sostituita da altre rivoluzioni idiote.

 

 

POLITICA: anche di quella tratto, eccome, ed è lì che mi arrivano gli insulti ed è lì che capisco che la politica vera non esiste più. Esistono solo i sistemi politici che proteggono un certo tipo di economia e se tu tocchi quelli ti saltano addosso tutti non perché accenni  ad ideali dei quali non gliene frega niente a nessuno ma perché diventi potenzialmente scomodo in quanto fai luce sulle contraddizioni dell’economia di mercato. In sintesi fai pure la politica che vuoi ma non toccare il mercato perché altrimenti rompi le balle, che è come dire “non fare politica” perché la politica non è altro che la regolamentazione del mercato selvaggio. Quando il libero mercato porta a delle aberrazioni come sta succedendo nella nostra società ormai da ‘mo, la politica serve per porre rimedio a tali aberrazioni, se la politica non può toccare il mercato perché ne è schiava allora vuol dire che non esiste più e ne è stata fagocitata. In breve, la politica non esiste più, esiste solo il mercato per cui la politica si fa solo con i soldi, chi non ne ha non può farla. Il passo successivo è tornare alla clava, non è poi tanto male e come insegnante di educazione fisica sono più in grado di darvi consigli su come usare la clava che non su come usare i soldi.

 

 

SCUOLA: è direttamente correlata con la politica ed è per quello che ne scrivo ed è per quello che mi arrivano insulti pure lì. A scuola non si fa politica, ed è una gran balla perché anche se credi di non farla la stai comunque facendo e stai facendo una politica di adeguamento al mercato che è semplicemente scandalosa ed è lì che gioco il mio anatema perché quando io insisto su una scuola equilibrata, divertente,  che fa pensare e fa davvero ricerca propongo l’unica rivoluzione epocale che può davvero cambiare la società, l’alternativa è chiedere la diminuzione del prezzo della benzina. Una scuola dove si fa anche attività motoria e ci si va consapevoli di avere qualche possibilità di inventare qualcosa di nuovo, speranzosi di aver qualche possibilità di far crescere la società invece che continuare a subirla, non deve essere un’utopia, dobbiamo dare questa possibilità ai nostri ragazzi altrimenti con il nozionismo a memoria ed il telefonino cresceranno solo come buoni consumatori ma non avranno alcuna possibilità di cambiare questa società.

 

 

CAMBIAMENTO: è l’ultima voce di questo strano indice, ne tratto poco e dai miei articoli forse emerge un atteggiamento polemico dove un cambiamento più repentino della società è auspicato ma non rilevato. E’ proprio il concetto di una scuola nuova a portarmi al concetto di cambiamento. In realtà il cambiamento è una cosa che avviene anche se noi ci illudiamo di frenarlo. La società comunque si evolve anche se la scuola pare ancorata ai metodi di mezzo secolo fa. Probabilmente sta finendo l’era del petrolio e sarà un altro passaggio epocale. Forse siamo solo nell’epoca dove assisteremo ai tentativi disperati di una certa classe dirigente di tenere in piedi l’epoca del petrolio. Per il petrolio si sono fatte la maggior parte delle ultime guerre, difficile che mollino l’osso così su due piedi. In ogni caso per vedere il cambiamento basta guardare fuori dalla finestra, basta andare al mare a Ferragosto e notare che invece di 32° ce ne sono 35. Per quel giorno lì non cambia poi molto, cambia invece quando ci troviamo l’auto che galleggia in un sottopasso che fino a vent’anni fa si poteva usare senza problemi. La natura cambia e si evolve, noi non possiamo ignorarlo, con i pesi o senza, in inglese o in italiano, nella scuola della tabellina a memoria o in quella della vera ricerca, ma la natura cambia. Se dal mio sito è emerso che qui non cambia mai nulla e stiamo sempre a lamentarci delle solite cose allora ho sbagliato tutto. Si può cambiare meglio, di questo ne sono profondamente convinto, ma comunque si cambia, non ci sono dubbi.