INCONGRUENZA FRA INTENTI E SCELTE APPLICATIVE SULL’ATTIVITA’ FISICA IN ITALIA

Stavo ascoltando il dibattito parlamentare sulla legge sulle bevande gassate un paio di giorni fa ed ho percepito un’unica cosa comune a tutti gli interventi che provenissero dall’uno o dall’altro schieramento politico: tutti erano d’accordo sul fatto che, possa servire o meno la legge sulle bevande gassate, il problema della prevenzione sanitaria passa comunque prima da un cambiamento di abitudini in materia di attività fisica.

Benissimo, allora se tutti sono d’accordo su ciò che predica da anni il pirla di Personal Trainer Gratuito perché non esiste uno straccio di progetto di legge in materia?

Penso anch’io che la legge sulle bevande gassate e le merendine possa avere un suo significato non in quanto mossa strategica per risolvere problemi di salute ma in quanto segnale piuttosto leggibile per far capire che il problema esiste, un po’ come le famose domeniche a piedi che non servono certamente per risolvere il problema dell’inquinamento ma sono comunque un segnale per farci ricordare che il problema esiste e stiamo respirando un’aria semplicemente pericolosa per la nostra salute. Non si può ignorare il problema, non si può dire che siccome il provvedimento delle domeniche a piedi è decisamente insufficiente per risolvere il problema allora facciamo finta di niente, buttiamo la polvere sotto lo zerbino e lasciamo pure perdere quel provvedimento non risolutivo ma almeno simbolico.

Sono segnali utili un po’ come quando per risolvere il problema del traffico si va ad inserire una tramvia sul trasporto pubblico che non sarà certamente risolutiva ma almeno ricorda alla popolazione che esiste anche lo stramaledetto trasporto pubblico e non solo il mezzo privato. Chi non accetta questi segnali vuole nascondere il problema dietro false posizioni di presunta razionalità perché è assolutamente irrazionale non proporre soluzioni ad effetto anche se non sono efficaci per il semplice motivo che sensibilizzare la popolazione è di fondamentale importanza.

E così se tutti sono d’accordo che deve aumentare la quota di attività fisica dell’intera popolazione per ambire a livelli di salute più accettabili perché non proporre qualche provvedimento un po’ appariscente anche in materia di attività fisica (pur se non risolutivo perché la bacchetta magica non ce l’ha nessuno e non si risolvono in pochi anni problemi presenti da svariati decenni)?

Penso, per esempio, all’inserimento dell’attività fisica nelle nostre università visto che per i nostri cittadini a livello istituzionale come attività fisica non è previsto un bel cavolo dai 19 ai 60 anni e arrivati alle soglie dei 60 anni nei corsi proposti dai comuni ci si va a scannare con i bambini delle elementari per accaparrarsi le ore migliori perché gli impianti pubblici disponibili sono gran pochi e praticamente zero al di fuori di quelli nelle strutture scolastiche.

Io mi lamento perché l’attività motoria per la terza età della quale mi occupo non è istituzionalizzata ed è poco tutelata nelle sue forme sporadiche disseminate più o meno su tutto il territorio ma almeno con riguardo alla terza età bisogna ammettere che qualcosa esiste, cosa dovrebbe dire uno splendido quarantenne che a meno di metà della vita si trova già con una panza da far paura e con delle arterie molto simili a quelle di un ottantenne quando il suo medico di base gli intima di fare assolutamente attività fisica se non vuole invecchiare prima del tempo? Dove deve andare a sbattere la testa? Deve assolutamente rintanarsi in una palestra privata dove non potrà certamente trovare l’attività fisica a buon mercato? E’ possibile che dopo le chiare indicazioni del medico di base ci sia il nulla? Se tutti dicono che la tassazione delle bevande gassate è poca cosa confronto alla necessità di mettersi in movimento e praticare più attività fisica perché non è previsto almeno uno straccio di consulente per l’attività motoria per esempio nel numero di uno ogni venti o trenta medici di base? E’ un onere troppo pesante da affrontare per un paese civile che ha capito che la salute si conquista anche e soprattutto con il movimento?

In tema di attività motoria siamo veramente all’anno zero, siamo ancora al concetto del personal trainer che ti segue mentre fai i pesi ma un consulente che si occupa effettivamente del movimento che ti serve per la salute non esiste. Abbiamo l’idea dell’istruttore di palestra ma non di una figura che programma a grandi linee l’attività motoria che puoi fare per stare meglio. Ed allora c’è poco da stupirsi se abbiamo maree di sedentari perché questi sedentari non sono allenati a percepire la sedentarietà dei figli (che a scuola giocano sempre meno) visto che non percepiscono la loro. In tale ottica pensare che la ginnastica per la terza età sia un diritto e pertanto deva esistere una persona che si occupa di dover razionalizzare l’utilizzazione degli spazi palestra pubblici (senza lasciarla ai dirigenti scolastici che non hanno certamente tempo per queste cose) in modo preciso ed efficace è una fantasia strana. Manca una cultura dell’attività fisica proposta dallo stato. Lo stato ti passa le medicine dopo a come fare per non ammalarti ci devi pensare tu. Ma se i medici insistono a dire che bisogna curarsi prima con il movimento che con le medicine per questa cura con il movimento da chi cavolo andiamo? Da chi ci propone il cardio fitness al chiuso chiedendoci soldi per fare al chiuso una cosa che andrebbe fatta gratis all’aperto? Le contraddizioni sono innumerevoli in un sistema che riconosce all’unanimità l’importanza e l’urgenza dell’attività fisica ma poi concretamente riesce a legiferare solo in tema di bevande gassate. Forse questo è solo l’inizio ma dopo il provvedimento sulle bevande gassate ci attendiamo qualcosa di più incisivo che possa davvero far risparmiare danari al sistema sanitario nazionale. Qui più che frenare certe abitudini malsane si tratta di inventarsi qualcosa per favorire quelle sane. Il movimento va incentivato fornendo le strutture e le informazioni per poterlo fare se speriamo che ci pensi il mercato a queste cose sbagliamo di brutto, il mercato è quello che vende i prodotti che rendono di più, l’attività fisica per tutta la cittadinanza è un po’ come l’acqua fresca, non è gassata, non è un grande business se è incentrata solo sulla salute ed ha comunque bisogno di esperti disinteressati che si possano mettere al servizio della cittadinanza. Se non ci pensa lo stato chi ci pensa?