INCIDENTI STRADALI AUMENTATI DEL 5%, A RISCHIO SOPRATTUTTO PEDONI E CICLISTI…

Riprendo pari pari dal titolo di un quotidiano nazionale a buona tiratura. Qualcuno può dire che questo titolo non riguarda l’attività motoria. Perché? Pedoni e ciclisti non fanno attività motoria? Purtroppo riguarda indirettamente anche gli automobilisti ed è per questo che non se ne può parlare troppo, da fastidio.

E’ un titolo che non riguarda chi va in monopattino. Chi va in monopattino non fa tanta attività motoria (se è elettrico ne fa ben meno di chi si muove in bici elettrica che di attività motoria ne fa più di quanta si possa pensare…) ma non è nemmeno infastidito da questo titolo.

I pedoni ed i ciclisti infatti vengono travolti da auto e camion, non da monopattini. Però ultimamente si è puntato il dito più contro i monopattini che contro gli automobilisti. Perché? Perché i monopattini danno fastidio più agli automobilisti che ai ciclisti ed ai pedoni. Se il numero dei soggetti che usa il monopattino aumenta in modo esponenziale quelli che vanno in crisi sono gli automobilisti che si trovano costretti a viaggiare ai 20 chilometri all’ora. Alla fine i pedoni ne traggono un beneficio perché invece di temere un mezzo di una tonnellata o più che viaggia ai 50 chilometri all’ora si trovano ad aver paura di un mezzo da pochi chili più il soggetto che lo guida (se questi è pesante non è divertente ma se è pesante il monopattino fatica a trasportarlo velocemente…) che va ben più lento di un’automobile, è una paura meno tragica.

L’attività motoria si gioca in una continua sfida al privilegio degli automobilisti. Se non abbiamo il coraggio di smontare questo privilegio che nella società attuale è decisamente anacronistico (non solo per i nefasti legati ai problemi di inquinamento), non possiamo favorire un salto culturale dell’attività motoria sul nostro territorio.

La maggior parte degli italiani non sanno nemmeno come funzionano le zone 30 tanto per dire qual’è il livello culturale attuale. Nelle zone 30 le strisce pedonali non dovrebbero nemmeno esistere perché il pedone ha diritto ad attraversare dove vuole lui, ha la precedenza sulle automobili. Nelle zone 30 è pure previsto che un bambino ti possa attraversare improvvisamente la strada correndo dietro ad una palla. Su alcuni cartelli che indicano la zona 30 c’è proprio l’immagine del bambino che gioca. Pertanto l’automobilista oltre a viaggiare ad una velocità che non può comunque superare i 30 ha un onere ulteriore che è quello di riuscire a fermarsi per evitare un bambino che gioca ed invade improvvisamente la carreggiata, non un pedone che decide di attraversare dove non ci sono le strisce, ben peggio, un bambino in uno dei suoi gesti imprevedibili,

Purtroppo, invece, nelle zone 30 è il pedone che deve stare attento all’automobilista rincoglionito che fila ai 50 come se non esistesse la zona 30 e per di più telefona mentre guida.

Il privilegio dell’automobilista è ben favorito dal codice della strada e purtroppo è soprattutto radicato nella testa della gente. Tanti pedoni hanno paura ad attraversare sulle strisce pedonali (ed hanno ragione…) ed attendono che ci sia un bel bucone fra un’auto e l’altra prima di passare.

A volta succede che qualche pedone un po’ maleducato telefona mentre attraversa la strada e quella non è certamente una bella mossa ma perché non si inveisce con altrettante veemenza quando ad usare il telefonino è l’automobilista?

Quanto alle mitiche zone 30 dove i bambini dovrebbero addirittura poter giocare per strada, ditemi dove trovate bambini che giocano ancora per strada nel 2023.

Stanno spostando il dibattito sull’auto sul tipo di alimentazione dividendo l’opinione pubblica su chi è favorevole all’elettrico e chi dice che bisogna tollerare ancora il classico motore a petrolio. Purtroppo l’unica auto ammissibile nei centri urbani è quella a pedali e pertanto se uno ha fretta la scelta può ricadere solo su bici o monopattino. Ma questa realtà non è ammessa dal mercato che non è disposto a tollerarla. E allora ci si inventano finte dispute per restare inchiodati al passato. Per sostenere l’impossibile ci si appella alle esigenze dei disabili, ma sono proprio disabili anziani e bambini che hanno bisogno di un traffico più lento perché le vere vittime della velocità sono proprio loro.

Abbiamo assolutamente bisogno di un mondo più lento per vivere meglio. Ed il paradosso è che questo mondo veloce è di una lentezza esasperante a lasciare spazio al mondo lento. Il futuro è della lentezza ma non possiamo permetterci il lusso di farlo arrivare troppo lentamente.