La sedentarietà si combatte molto bene in tuta ma si combatte ancora meglio in borghese. E’ una questione di tempo. A meno che non abbiate la fortuna di vivere in tuta ed allora ogni momento è buono per fare del movimento bisogna fare in modo che anche se la maggior parte della vostra giornata la passate con abiti borghesi comunque ogni momento sia buono per aumentare la vostra dose di movimento quotidiano abituale. In sintesi la battaglia contro la sedentarietà non è una battaglia che va condotta solo nell’ora che dedicate allo sport ma va condotta tutto il giorno, 24 ore su 24. Io sostengo sempre che una delle migliori mosse sarebbe quella di far fuori tutti i telecomandi. Molto più semplicemente suggerisco che sarebbe sufficiente imparare a “domare” la televisione per come si merita di essere “domata” visti anche i contenuti devastanti e di infima qualità che insiste a proporci.
Se ogni volta che ci accingiamo a praticare del movimento ci dobbiamo mettere in tuta la faccenda si fa troppo macchinosa, impegnativa ed improponibile. Un paio di esempi su tutti: ci sono tre piani di scale da fare non è necessario mettersi in tuta e con un po’ di buona volontà si può trovare l’estro per affrontare l’impresa. E’ chiaro che non ci si potrà permettere il lusso di sudare e per quello non si potrà correre ma a ritmo normale si possono affrontare. Poi ci sarà qualche collega che sentendo il fiatone (è normalissimo, non state facendo un infarto…) chiederà perché non avete usato l’ascensore ma la risposta a quella domanda per fortuna ai giorni nostri non è del tutto improponibile e la verità anche se suona strana è la cosa migliore: “Mi muovo troppo poco…”.
Non c’è bisogno di mettersi in tuta nemmeno per andare a lavorare in bicicletta e devo ammettere che ho visto delle donne con il tacco pure alto in bici di una eleganza sublime. E’ vero che si va meglio in bici senza tacchi che con il tacco alto ma è giusto sapere che è molto più pericoloso guidare un’ auto in ciabatte che non una bici con i tacchi. Anzi a chi ha la passione dei tacchi alti suggerisco proprio che un eventuale trasferimento in bici evita l’inconveniente maggiore del tacco alto che è quando si cammina per tratti un po’ prolungati. Il tacco alto, che magari in ufficio ci può stare perché gli spostamenti sono tutti in pochi metri, quando è ora di tornare a casa pesa di più, se è sulla bici pesa di meno, ovviamente facendo attenzione a come si pedala ma il vero pericolo lì non sono i tacchi bensì gli idioti che vi passano a mezzo metro perché vige la regola che “… non si sposta l’auto, si sposta la bici…”.
Per le donne un grosso limite è dover usare la bicicletta scancanata perché quella elegante te la rubano ed in effetti andare vestiti in modo elegante su una bici scancanata stride un po’ ma ciò che stride davvero è che se ti rubano l’auto un minimo di tutela ce l’hai, se ti rubano la bici non gliene frega niente a nessuno e questa è un’ altra delle discriminazioni fra ciclisti e automobilisti pesante al punto tale che uno dei limiti alla diffusione della straordinaria bici elettrica è che molti dicono: “Io me la comprerei anche ma poi te la rubano subito…”. Se questo è davvero un limite alla diffusione della bici elettrica, che è il mezzo del futuro e quello che davvero può salvare le nostre città, io proporrei il riconoscimento di un danno ambientale come aggravante per quei disgraziati che rubano le biciclette. Ho capito che sono disgraziati e non sono quelli che controllano i giri di droga ma se fate un danno pesante alla società dovete saperlo, non ci sono attenuanti.
Non è necessario mettersi in tuta per praticare attività fisica e anzi se volete davvero aumentare in modo considerevole la quota di attività fisica nella vostra giornata dovete proprio pensare a ciò che fate tutto il giorno più che all’ora riservata allo sport. Così scoprirete che si possono aumentare molto più facilmente i tratti percorsi a piedi durante la giornata che non i minuti spesi su un tapis roulant sbuffando in un paesaggio che non cambia mai. I tratti di “auto non adoperata” e sostituiti dalla bici vi fanno anche risparmiare a differenza degli eterni momenti passati in tuta su una cyclette collocata nello stesso panorama del tapis roulant. Insomma il concetto è che ci si muove anche quando non si è in tuta e la grande differenza rispetto ad un tempo è riferita proprio ai nostri comportamenti quando siamo in abiti borghesi. Abbiamo bisogno di reimparare a considerare il movimento anche per quanto accade fuori dalla palestra e così, per assurdo, molto meglio una bella palestra in centro storico dove ci vai a piedi perché non si può assolutamente parcheggiare (così “salti” il tapis roulant perché la camminata te la sei già fatta…) che non una palestra in tanta malora con tanto di parcheggio comodo ma che ci devi assolutamente andare in auto perché è talmente decentrata che non ci arrivi nemmeno in bici. Le cattedrali del fitness sono più o meno tutte così (il parcheggio comodo innanzitutto) e la gente non ci fa proprio caso se parte della lezione se ne va sul tapis rolulant o sulla cyclette perché fin lì ci sono giunti inesorabilmente in auto pagando una buona mezz’ora in più di sedentarietà. E ciò accade perché ragioniamo solo in termini di sedentarietà “relativa” calcolata solo in base a ciò che facciamo in palestra. Ma la sedentarietà più pericolosa è quella che ci attanaglia nelle restanti 23 ore del giorno.