L’immediatezza è la nuova moda dei nostri giorni. Una necessità. Se vuoi che ti ascoltino devi essere immediato altrimenti non ti considerano nemmeno. Ammessi solo gli interventi da 140 battute, tutto il resto è noia, cavillosità inammissibile.
Così non è importante trasferire informazioni utili e/o veritiere, possono essere anche inutili o false, l’importante è che ci stiano in poche battute altrimenti vengono censurate. Peggio, “bocciate”, “escluse” dall’informazione corrente. La censura era un giochino che si usava una volta per amplificare l’informazione se esistesse ancora sarebbe un riscatto per l’informazione reale ma non esiste più perché non sta nel patto dei 140 caratteri. Per cui non esiste più censura, si può dire tutto purché stia nei 140 caratteri, cioè niente. In sintesi si è trovato una sistema di censura molto più efficace di quello di un tempo che produceva l’effetto contrario. E’ stata censurata la cultura. Basta che si guardi la pochezza di idee con la quale è stato affrontato l’argomento vaccini, importantissimo argomento di salute generale. Da una parte incubi di ogni tipo dettati da una profonda ignoranza, dall’altra l’eclissamento di ogni dubbio in un trionfo di semplicismo che va ad aumentare ulteriormente questa ignoranza. La gente chiedeva chiarezza, ha ottenuto leggi. L’unica regione che aveva proposto un dialogo con la popolazione, ottenendo ottimi risultati, è stata derisa dallo Stato con un pronunciamento che non è nemmeno entrato nel merito della questione.
Ho parlato con medici che sono profondamente convinti dell’utilità di questi vaccini, si sentono semplicemente delusi dalla superficialità e dal pressapochismo con la quale è stato trattato l’argomento e arrivano a capire anche le paure di chi si fa impressionare da posizioni estreme, in questo trionfo di ignoranza è possibile pensare di tutto.
Quando si affronta l’informazione apertamente, in modo compiuto, non si ha paura di dire niente perché tutto entra in un discorso che rende giustizia anche alle sfumature e aiuta a comprendere le cose in modo più chiaro, facendo apprezzare le varie sfaccettature del problema.
Troppi problemi vengono affrontati seconda la logica “vero” o “falso” come se stessimo eternamente giocando ad un quiz televisivo e l’unica verità fosse quella che ha in tasca, o meglio sulla sua cartellina, il bravo presentatore.
Sulla questione vaccini bastava far capire alla popolazione che i pro sono superiori ai contro per avere una maggior consapevolezza sull’utilità della vaccinazione di massa. Invece si è scelta la strada della pubblicità, dei 140 caratteri. Sono pazzi quelli che dicono che i vaccini possono avere degli effetti collaterali sgradevoli. Dall’altra parte, anche sulla base di questo atteggiamento, si è costruita la convinzione che le multinazionali del farmaco hanno deciso di adottare la linea dura. Evidentemente la realtà non sta in nessuna di queste posizioni ma ciò è quanto ha prodotto l’informazione di serie “B”, uno scambio culturale degno degli scambi di opinione che avvengono solitamente negli stadi fra le varie fazioni di ultras.
Molte volte sono stato tacciato di prolissità nei miei articoli che trattano argomenti molto meno importanti ed in effetti sono veramente prolisso ma in tale contesto, quasi mi vanto di esserlo perché la più grossa perdita di tempo è leggere cose che non hanno nessun senso per brevi che siano in quanto sono stroncature che storpiano completamente ogni argomento.
Poco fa ho scritto un articolo sulla tecnica di corsa indirizzato ai principianti nel quale, in sintesi, affermavo che non ha molto senso curare la tecnica di corsa per i principianti in quanto si trovano ad affrontare, nell’immediato, problemi che scavalcano quello della tecnica di corsa come comunemente intesa. Ci ho impiegato probabilmente più di un migliaio di parole per spiegare questa cosa che forse poteva essere spiegata in poche righe perché c’era il rischio che passasse il concetto che la tecnica di corsa è poco importante nel processo di allenamento dei podisti quando invece sono convinto dell’esatto contrario. Ma andavano fatti dei distinguo, andavano spiegati dei particolari essenziali per capire perché trattare di tecnica di corsa per un principiante o per un atleta evoluto sono due cose molto diverse.
A volte appaiono su quotidiani, riviste, giornali di tutti i tipi, articoli tipo “L’attività fisica fa bene alla salute” oppure “Non è del tutto vero che l’attività fisica fa bene alla salute”. Semplicemente leggendo questi titoli, senza neppure leggere l’articolo, si capisce benissimo che qualcuno ci prende in giro. Ma è il modo di fare questa informazione che è inaccettabile. Si vogliono affrontare in ottanta righe argomenti che non ci stanno, sviscerati nella loro completezza, nemmeno su un’enciclopedia.
Siamo nell’era dell’immediatezza, l’hanno lanciata i politici perché è la moda del momento per tentare di prendere più voti. Ma in questo modo penso che si riesca ad andare a caccia solo del voto degli ignoranti. Se i politici riescono a conquistare le masse in questo modo probabilmente saremo guidati da una massa di ignoranti, o meglio da una elitè di furbi sostenuti da una massa di ignoranti.
Forse anche questa è democrazia, oppure demagogia. Non bastano poche righe per tentare di capire la differenza fra le due.