IL VERO NEMICO DEL SISTEMA LIBERISTA E’ LA CULTURA

La disoccupazione è un business dal quale faremo fatica a liberarci. Sulla disoccupazione il sistema liberista ci vivacchia e l’ormai famoso “Le faremo sapere…” è proprio figlio della disoccupazione.

Nel sistema liberista il danaro è mitizzato ed è quello che ti permette di accedere ai beni di consumo che ti danno la felicità e pertanto devi assolutamente fare lo schiavo, lavorare il più possibile ed accumulare danaro per garantirti la felicità. Se accumuli danaro potrai essere felice e comprare quello che vuoi se non lo accumuli resterai infelice.

Con la disoccupazione dovrebbero saltare i consigli di amministrazione, i datori di lavoro, i responsabili del personale e tutte quelle figure che sulla disoccupazione ci campano. Se si trova lavoro senza essere schiavizzati saltano i consigli di amministrazione, i datori di lavoro, i responsabili del personale, in breve vanno a casa tutte quelle persone che sulla disoccupazione ci vivono e si trovano protagonisti della cosa che hanno inventato. Se un’azienda non è in grado di garantire un salario dignitoso e condizioni di lavoro umane ai suoi dipendenti non bisogna trovare le strategie per farla chiudere, occorre non farla partire nemmeno. Quando è partita è troppo tardi per farla chiudere perché ormai, per certi versi, chiudendola danneggio anche un certo numero di schiavi che lottano a spada tratta pur di mantenerla in vita.

La delocalizzazione è il trucchetto globale per fare in modo che i datori di lavoro sopravvivano sempre anche quando non si trovano più gli schiavi. Grazie agli squilibri economici planetari che non riguardano un solo paese ma tutta la terra di schiavi se ne trovano sempre e se non li trovi in Italia li trovi in Vietnam oppure in Bangladesh.

Allora il vero problema non è che non si trova più lavoro ma il problema vero sono i datori di lavoro che operano secondo logiche che sono funzionali solo al loro lavoro ed alle dinamiche del sistema liberista e dal punto di vista sociale sono semplicemente devastanti creando ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri.

Nello sport se il campione può allenarsi due volte al giorno senza fare un cacchio di lavoro ed il comune cittadino può fare si e no due allenamenti alla settimana perché più tempo non lo trova per il suo cavolo di lavoro avremo campioni sempre più campioni e cittadini sempre più telespettatori perché se nel salto in lungo salto cinque metri mi annoio anche a saltare cinque metri e vado a guardarmi la televisione per vedere quelli che saltano otto metri. Se invece di metri in lungo nel salto sette allora sono più disposto a rinunciare a vedere in televisione quello che ne salta otto per vedere se magari io arrivo a sette metri e mezzo, che non mi fa andare in televisione ma mi fa molto bene alla salute e da gratificazioni decisamente importanti e superiori a quelle del danaro che mi viene fuori da ore di straordinario pagate magari otto euro all’ora… se non sette e mezzo.

Nel sistema della cultura il tempo libero è più importante del danaro, i sette metri e mezzo nel salto in lungo sono importanti come e più degli otto che si vedono per televisione e si lotta per avere paghe più consone e orari di lavoro più dignitosi.

Ovviamente è un fatto culturale e allora bisogna essere in grado di porsi certe domande. Siamo immersi nella cultura nella quale bisogna rispondere a mille domande, magari anche in modo stereotipato e poco sincero per andare avanti, invece le domande chiave dobbiamo porcele noi e per rispondere a queste dobbiamo candidamente ammettere che questo tipo di società non è attrezzata. Con tutti gli oneri del caso non è il datore di lavoro che deve farci sapere qualcosa ma siamo noi che dobbiamo fargli capire che il suo lavoro non funziona più ed è obsoleto. Dove c’è ‘ disoccupazione è giusto che i primi a saltare siano quelli che sulla disoccupazione ci mangiano e non quelli che sono disposti ad inventare cose dignitose per lavorare. Lo stato deve aiutare chi si inventa il lavoro e non chi è disposto a subirlo da schiavo perché chi subisce rassegnato non fa niente per migliorare questa società bollita.