Quando preciso che chi tende già a muoversi abbastanza tende a muoversi sempre di più mentre chi non si muove proprio per niente tende a perpetuare la sua sedentarietà non faccio altro che ammettere che questo è un sito fastidioso. Praticamente ce l’ho con tutti.
Senza esagerare è opportuno ripetere che chi si muove molto fa bene anche a ragionare molto sulla qualità e sulla quantità del movimento che somministra al suo organismo. Visto che impiega molto tempo per praticare l’attività motoria farebbe bene ad impiegare un po’ di tempo anche per razionalizzare questa attività dal momento che è certamente importante nel contesto della sua organizzazione di vita.
Certo chi si muove tanto si muove tanto anche istintivamente, è appassionato al movimento e tante attività le fa anche senza pensarci su. Per chi è abituato a fare molto movimento esagerare un po’ non è un problema e a volte, invece, si prova proprio gusto ad esagerare un po’ per mettere in crisi in modo non drammatico il proprio organismo. Insomma si “gioca” ad affaticarsi un po’. E’ un gioco tollerabile ma, visto che lo si fa spesso, sarebbe bene tentare di capirlo.
Il discorso è diametralmente opposto per chi non si muove proprio mai. Chi non si muove se rischia di doversi muovere le studia proprio tutte per evitare il movimento, è un vero e proprio ragioniere della limitazione del movimento ed ha pronte tutte le scuse per evitarlo, insomma è un genio della riduzione del movimento.
Per dirla in un altro modo ha completamente perso l’istintività al movimento e in modo istintivo non si muove proprio mai. In modo istintivo al massimo riesce solo a premere il telecomando della tv e, se a questo si scaricano le batterie, corre in auto a comprarne subito di nuove per sostituirle immediatamente, che non sia costretto per un paio di giorni ad alzare il sedere dalla poltrona per cambiare programma televisivo.
Le vie di mezzo, coloro che si muovono in modo salutare, non sono così tante come si può pensare. Sono quelli che possono leggere il mio sito senza risultarne infastiditi.
Obiettivamente io sono molto fastidioso nei confronti dei sedentari, continuo ad esortarli a cambiare stile di vita come se fossero dei delinquenti, poi, non contento, mi guadagno la patente di vero rompiscatole andando a molestare anche quelli che si muovono troppo e mettendoli in guardia dagli eccessi.
Il problema è che siamo tutti refrattari ai cambiamenti e l’ipotesi di cambiare le proprie abitudini ci da sempre fastidio. Chi non si muove non ha voglia di sconfiggere la sua pigrizia e chi si muove perfino troppo ha un’altra pigrizia che non vuole sconfiggere che è quella mentale a razionalizzare il suo movimento per renderlo ancora più efficace e salutare.
Ho sempre criticato in modo più netto il sedentario rispetto all’ipercinetico e forse, in questo mio atteggiamento ho peccato di istintività. Non ho pensato che fra i due quello che può accettare più facilmente le critiche è proprio l’ipercinetico perché tutto sommato parte da una condizione di privilegio rispetto al sedentario.
L’ipercinetico è un soggetto che gode già di buona salute ed ha solo il problema di ottimizzare la sua attività fisica. Non è un problema molto grave, anche se spesso è sottovalutato e non riconosciuto ma insomma, con un po’ di buona volontà, si affronta ed è anche entusiasmante vedere che quando lo si risolve poi si sta meglio e pure la propria attività fisica ne trae benefici.
Il sedentario ha un problema grave, è inutile nasconderlo, sa di averlo e fa di tutto per nasconderlo perché sa benissimo quanto sia grave ed ha una paura terribile ad affrontarlo. Il sedentario sta male sia fisicamente che psicologicamente ed è questo che dobbiamo considerare se vogliamo avere qualche possibilità di metterci in relazione con lui. Istintivamente il sedentario ha una reazione di chiusura nei confronti di chiunque pratichi una sana attività motoria, riesce ad aprirsi solo nei confronti di chi è sedentario come lui e trova sollievo solo nel rilevare le aberrazioni di chi riesce addirittura a crearsi problemi con l’attività fisica.
In breve il sedentario è una vittima e la sua chiusura si risolve completamente quando si vanno a trattare argomenti che non riguardano l’attività fisica. E’ una chiusura difensiva, il sedentario è stufo di essere aggredito da coloro che non hanno il problema della sedentarietà. Il sedentario è un incompreso e tratta il suo problema solo con altra gente che non ha voglia di risolverlo. Probabilmente la colpa di tutto ciò è proprio di tipi come il sottoscritto.
Abbiamo sbagliato l’approccio psicologico con i sedentari e se continuano ad essere sedentari è anche colpa nostra.
Partiamo dalla presunzione che noi siamo nel giusto e loro sono nel torto. Noi salviamo la patria perché abbiamo un comportamento salutare, loro la affossano perché gravano il sistema sanitario nazionale del costo dei loro malanni dovuti all’ipocinesia. Ed alla fine la colpa è nostra che non siamo riusciti a far capire che muoversi è divertente. Ma probabilmente dobbiamo capire se non abbiamo modellato noi il mondo dell’attività motoria secondo le nostre esigenze e lo abbiamo reso poco accessibile alle loro esigenze.
Ho imparato un nuovo modo per valutare l’organizzazione delle grandi manifestazioni sportive di massa ed è quello di osservare come sono trattati in queste manifestazioni gli ultimi classificati. Si scoprono delle cose interessanti che fanno meditare. Forse la rivoluzione dell’attività motoria che possa davvero aprire ai sedentari parte da queste cosucce. E chiamale “cosucce”…