Quando, nella pagina iniziale di questo sito, preciso che il Sistema Sanitario Nazionale costa a questo stato oltre 100 miliardi all’anno non lo faccio per spaventare i lettori con cifre megagalattiche che possono tormentare la fantasia di chiunque ma lo faccio per centrare subito il problema enorme della sedentarietà in Italia. E’ un problema colossale che ci può costare anche 10 miliardi all’anno oltre ad abbassare notevolmente la qualità di vita di un gran numero di cittadini. Pensare che questo problema possa incidere anche sul 10% e oltre dell’intero bilancio sanitario nazionale non è follia perché la sedentarietà coinvolge in forma più o meno marcata circa un terzo della popolazione italiana. Se siamo in 60 milioni vuol dire che riguarda circa 20 milioni di cittadini.
Quando mi arrabbio perché alla figura classica del personal trainer è associato un concetto di personaggio che ti dice che pesi devi sollevare e come devi metterti a dieta non lo faccio perché sono un radical chic eccentrico e voglio raccontarvi una favoletta strana ma, anche se sono un ritardato mentale più che un radical chic eccentrico, non posso non aprirvi gli occhi sul fatto che il vero problema degli italiani non è iniziare a sollevare pesi e mettersi a dieta bensì cominciare ad andare a lavorare in bicicletta.
“Ma lavoro a più di dieci chilometri da casa e ho pure delle salite da fare…”. E’ per quello che hanno inventato la bicicletta elettrica, per poter arrivare sul posto di lavoro rilassati anche se non lavori proprio dietro casa ed anche se hai qualche salita da fare. La bici elettrica non è quella bici per pigri che ti consente di andare in bici senza far fatica, ma è quella bici per soggetti armati di buona volontà che hanno deciso di limitare una volta per tutte l’uso indiscriminato dell’automobile. Chi usa la bici elettrica si muove più degli altri e non è praticamente mai un sedentario.
“Ma non ci sono le piste ciclabili…” Ed è per questo che tale sito rompe le scatole all’inverosimile da un punto di vista politico, è terribilmente politicizzato ed è pure viscido e subdolo perché non si capisce da che parte stia. Se ti schieri da qualche parte vieni bollato subito e se sei di sinistra sei uno sporco comunista se sei di destra invece sei un folle nazista. Per me è fin troppo facile non schierarmi perché l’argomento piste ciclabili è deriso da tutta la politica italiana, sia da destra che da sinistra.
L’opera di Greta, molto fastidiosa e concreta, preceduta con meno clamore da interventi di un papa che non ha peli sulla lingua e non si vergogna di trattare argomenti fastidiosi, è di una importanza grandiosa in questa epoca e dovrebbe dare un senso alla scuola italiana che è ancorata alle favole del passato ed è rimasta tristemente quel luogo dove ti fanno imparare le cose a memoria e poi improvvisamente quando esci ti accorgi che c’è un mondo del lavoro che non funziona, che forse invece di studiare la filastrocca a memoria c’era da studiare come fare per cambiare questo mondo del lavoro e che adesso puoi solo che scappare all’estero perché qui ti resta l’opzione del reddito di cittadinanza.
Questa, in modo sistematico, al venerdì andava a lavorare, non faceva berna, e si dava da fare per vedere come può cambiare una realtà che non funziona. Quanti studenti italiani si danno da fare per cambiare una realtà che non funziona che non sono capaci nemmeno di lottare per il diritto sacrosanto ad uno zaino dal peso umano quando c’è tanto di legge che li tutela ampiamente da questo punto di vista? Cosa c’è da aspettarsi da una scuola nella quale ci vai in auto (magari in SUV) salendo sul marciapiede a pochi metri dall’entrata per entrare con uno zaino che spesso pesa più di dieci chili a studiare come fare per entrare in una azienda che non ci sente ad adeguarsi alle norme antinquinamento e minaccia di aprire all’estero se viene costretta al rispetto delle norme antinquinamento che già esistono?
Greta lavora per un mondo più pulito, noi invece qui abbiamo le industrie che ricattano i cittadini e minacciano di chiudere qui e riaprire in un paese dove le norme antinquinamento sono meno severe.
C”è da sorprendersi in un paese simile se le piste ciclabili fatte come Dio comanda sono ancora un sogno ed il sistema del trasporto pubblico ha più o meno la struttura che aveva cinquant’anni fa?
In questo paese ti danno degli incentivi se sostituisci un’auto a gasolio con un’altra auto a gasolio che inquina come quella precedente o quasi, mentre gli incentivi dovrebbero darteli per acquistare una bicicletta, una bici elettrica o comunque un veicolo a propulsione meno inquinante non per acquistare una vettura quasi identica alla precedente che andrà ad aumentare i problemi di inquinamento perché crea anche un problema di smaltimento del vecchio rottame.
Non c’è da sorprendersi se Greta viene violentemente attaccata, offesa, insultata, ritenuta subnormale quando i subnormali siamo noi che non vogliamo aprire gli occhi e continuiamo a subire le logiche degli industriali che continuano a comandare la politica come se nulla fosse rendendola uno squallido teatrino.
Io sono un ritardato mentale, non ho vergogna a dirlo, ma non ce la faccio a sostenere un’immagine di personal trainer che ti dice di sollevare pesi e metterti a dieta perché fa tanto figo. Mi da fastidio prendere per il culo la gente. Qui c’è da muoversi davvero per riacquistare la salute non c’è tanto da fare i fighi e rassegnarsi a pedalare in palestra perché pedalare fuori è troppo pericoloso.
Ecologia e movimento vanno di pari passo che poi l’ecologia possa dare fastidio a molti e non trovi sostegni politici in Italia quella è una triste realtà perché la coscienza collettiva fatica a superare gli interessi individuali. Forse dobbiamo ricominciare a considerare più attentamente l’educazione civica e allora capiremo che il lavoro di Greta al venerdì non sono inutili berne ma l’unica risposta possibile ad una scuola che non può restare inerte ed indifferente come se nulla fosse.