Una delle affermazioni sulla quale mi scontro di più con i miei colleghi è quando dico che in tema di movimento (e quindi lotta alla sedentarietà) la prima cosa da fare è proprio cominciare a muoversi e solo in un secondo tempo iniziare a porsi dubbi di tipo amletico su “come” muoversi. Molto banalmente la mia risposta a chi mi chiede “come” muoversi è: “Subito!”.
I miei colleghi dicono che così non faccio una buona pubblicità al movimento, lo svilisco e danneggio tutta la categoria perché se un personaggio può muoversi come cavolo gli pare non si sa a cosa servono gli insegnanti di educazione fisica. In una parola mi danno del pressapochista, del demagogo e mi esortano ad essere meno dozzinale e più professionista.
Qui sopra ho la presunzione di trattare molto spesso l’informazione, l’accosto spesso al movimento e scrivo che è sempre opportuno informarsi bene, filtrare bene l’informazione e anche non bere tutto come se ogni cosa potesse essere bevuta senza pensarci su. In particolare invito ad essere molto diffidenti di tutte le informazioni apparse su Internet (dove veicolo anche le mie e pertanto dovete assolutamente essere ben diffidenti anche delle mie…) e per dire che una rondine non fa primavera proprio nell’ultimo articolo mi sono sorpreso positivamente di come alcune informazioni, per esempio sulla pubalgia, possano essere attinte anche da video di miei colleghi su internet. L’importante è andare con una gran prudenza e avere una buona capacità di selezione dell’informazione.
Allora non si capisce perché da una parte esorto a muoversi subito, senza porsi quesiti esistenziali, e dall’altra esorto e diffidare di tutte le informazioni che ricevete in tema di attività motoria per non correre il rischio di incappare in gravi errori se bevete tutto quello che vi viene trasmesso, anche e soprattutto su Internet (ma non solo su Internet…). Delle due l’una, casco in contraddizione, o muoversi è una cosa che si può fare a cuor leggero e allora qualsiasi cosa faccia anche traviato dal peggior istruttore che maneggia su Internet va comunque bene, oppure muoversi è una cosa seria molto importante, che ha a che fare con la salute, e allora prima di fare delle scemate è proprio importante documentarsi bene.
La risposta a tutto ciò viene da una terribile supposizione che però troverà d’accordo molti miei colleghi, anche tanti di quelli che dicono che non è opportuno dare informazioni gratis alla gente perché è poco professionale e scredita l’intera categoria: “Il movimento è informazione”. Pertanto voi siete terribilmente ignoranti in tema di movimento perché non l’avete mai studiato, siete dei sedentari professionisti, di quelli con degli anticorpi giganteschi verso ogni forma di movimento, andate a camminare per mezz’ora, non si sa con che disagio psicologico ma non con disagio fisico perché se così fosse dopo due minuti siete certamente fermi con la scusa che “Il vostro fisico non può reggere trenta minuti consecutivi di camminata…”, e alla fine siete decisamente più colti di prima in tema di movimento.
Non solo, ma avete “subito” (e dopo vi spiegherò perché “subito”, voce del verbo “subire”, che inquieta un po’…) un incremento di informazione che è decisamente superiore a quello che ottiene un atleta di alto livello dopo un allenamento che può anche essere utile per preparare un record del mondo in qualche accidenti di disciplina sportiva.
Spiego subito questo dettaglio e poi mi inoltro nei dettagli di quel “subire”.
Un sedentario che cammina mezz’ora da quella mezz’ora di cammino ha una quantità di informazioni che non vi potete nemmeno immaginare. Un atleta di altissimo livello, che si produce in un allenamento di qualità eccelsa, allenamento da numero uno della specialità appunto, incamera certamente informazioni importantissime da quell’allenamento per la sua professione ma bisogna ammettere che non sono che le ultime di una grandissima quantità di informazioni che quell’atleta ha acquisito durante un lunghissimo processo di addestramento che è stato costruito con centinaia e centinaia di sedute di allenamento.
Vero che per quell’atleta quelle ultime informazioni possono essere decisive per migliorare ulteriormente il suo rendimento, anche se sono poche possono essere quella virgola in più che possono dare a quell’atleta un qualcosa in più per prevalere su tutti gli altri. Ma stiamo comunque parlando di virgole, virgole importantissime e che fruttano anche danaro, ma comunque virgole.
Devo invece spiegare, e non è per nulla facile, perché quel “bombardamento” di informazioni che arriva al sedentario cronico da una mezz’ora di cammino è un vero e proprio “bombardamento” e come tale viene “subito” dal malcapitato che ovviamente tenta di difendersi in qualche modo.
Il sedentario di movimento non ne sa proprio nulla ed improvvisamente, come per incanto, si rende conto che riesce a camminare mezz’ora senza svenire e senza avere dolori lancinanti da nessuna parte. Unica cosa in quella mezz’ora pensa tantissimo e pensa che dovrà certamente iscriversi in una palestra, che dovrà affidarsi ad un istruttore, che certamente sta camminando male perché non è abituato a camminare a magari appoggia pure male il piede e tale cosa potrebbe provocargli degli scompensi.
E queste cose che pensa in quella mezz’ora il sedentario sono tutte terribili balle perché sta cercando centomila scuse per non abbandonare il suo splendido ruolo di sedentario cronico quando la realtà gli sta dicendo che non c’è proprio nessun motivo razionale per continuare ad esercitare quel ruolo. In quel soggetto, in quella mezz’ora si sta combattendo una battaglia epocale nella quale il bombardamento dato dalle informazioni del movimento è veramente fitto e dove la contraerea che vuole difendersi da questo bombardamento spara all’impazzata perché c’è in gioco uno stile di vita che rischia di cambiare in modo sostanziale.
La tragedia che mi mette in contrasto con molti miei colleghi è che quella potente contraerea l’alimentiamo anche noi quando facciamo credere ai milioni di sedentari sparsi per tutta l’Italia che per cominciare a muoversi occorra assolutamente iscriversi in palestra e/o affidarsi alle indicazioni di un esperto del movimento.
Non sto sputtanando la categoria. L’esperto del movimento, se è preparato è di un’ utilità indiscutibile per tutti i soggetti che vogliono muoversi, sedentari o meno, ma quello che sostengo io è che l’urgenza per un sedentario cronico, più che mettersi a parlare di movimento trovando mille finte giustificazioni all’inattività, sia proprio iniziare a muoversi e solo sulla base delle informazioni (tante…) ricevute dal movimento iniziare eventualmente a confrontarsi con un esperto del movimento parlando del “proprio” movimento e non di un modello teorico, astratto.
Pare che salti di palo in frasca ma per conto mio la tragedia dell’attività motoria ai giorni nostri è che la maggior parte delle palestre sono occupate da un sacco di cyclette, di tapis roulant e di macchine da palestra in genere. Nella maggior parte delle palestre moderne non c’è spazio libero. Quello spazio libero che occorrerebbe per muoversi bene è occupato dalle macchine, come se macchine non ne avessimo altrettante anche fuori dalla palestra. Abbiamo sostituito i buoni istruttori con le macchine da palestra per ridurre i costi ed aumentare il business. E chiaro che un buon istruttore costa di più anche della più evoluta e futuribile della macchine da palestra per cui se tutto ciò che occorreva era un po’ di spazio sufficientemente ventilato con un po’ di materassini di quelli da dieci euro è comunque meglio investire decine di migliaia di euro in macchine che avere dei costi fissi per la retribuzione dell’istruttore che se lavora bene può addirittura sognarsi di chiedere un aumento della retribuzione altrimenti ti pianta in asso, a differenza della mega macchina da palestra che se ne sta lì buona buona senza avanzare pretese di alcun tipo.
Il cambio di paradigma del sedentario cronico deve avvenire nel passaggio dalla mitica frase “Domani mi iscrivo in palestra” verso la molto più decisa e temibile “Adesso parcheggio qui e vado a piedi”. Bisogna sostituire quel “domani” che non arriverà mai, con un subito che è molto più audace, spregiudicato e porterà a “subire” conseguenze ben più devastanti di quelle patite nella scelta di iscriversi in palestra.
Io dico che l’attività all’aperto e nell’esercizio della normali attività di tutti i giorni ha un impatto molto più deciso sulla quantità di movimento del sedentario perché da una quantità di informazioni che è superiore a quelle normalmente recepibili in palestra. C’è un salto di qualità che il sedentario non riesce ad effettuare nei confronti del movimento nemmeno frequentando la palestra ed è quel salto di qualità decisivo che lo trasforma da automobilista a pedone/ciclista. Chi frequenta la palestra tende a restare un automobilista e subisce rassegnato la dittatura delle macchine. Macchine in palestra e macchine (auto) anche fuori. Il soggetto veramente attivo quando finisce in palestra, e ci va pure lui perché in certe situazioni la palestra è utile proprio per tutti, finisce per privilegiare la palestra in via di estinzione, quella senza macchine e con buoni istruttori. Chi ha una buona cultura del movimento non si rassegna a pedalare in palestra e/o correre su un tapis roulant perché sa che quelle sono attività che si fanno meglio all’aperto.
E’ chiaro che questa società costruisce ponti d’oro per colui che accetta di pedalare in palestra e fa finta di non sentire chi vuole pedalare fuori e questo può spiegare alla fine perché il numero dei sedentari è ancora a otto cifre in Italia e non ci sono prospettive nel breve periodo di portarlo a sette cifre nemmeno con tutti i fondi europei possibili ed immaginabili. L’Europa ci chiede interventi che aiutino l’ambiente e favoriscano l’attività fisica per tutti i cittadini ma quello che manca non sono solo i fondi ma una vera e propria cultura del movimento. Con il nostro tipo di cultura è facile che il dibattito si focalizzi sulla scelta fra auto a gasolio o auto elettrica quando la vera scelta è fra auto e bici e solo quando si sarà capito che quella scelta è obbligata ci si potrà poi porre il quesito se le poche auto rimanenti sia meglio farle circolare ad elettricità o a gasolio. Se sono 40 milioni come adesso non c’è dubbio che ci occorra ancora anche il terribile gasolio ma se diventano solo (“solo”…) dieci milioni allora il discorso può cambiare davvero.
In mezz’ora di cammino ci sono una quantità di informazioni inimmaginabili. Il movimento è informazione. Noi abbiamo un terribile bisogno di muoverci per stare bene ma anche per informarci, per distinguere fra informazione vera e pubblicità perché purtroppo molta dell’informazione che ci spacciano per informazione vera è solo pubblicità e di queste cose ce ne possiamo accorgere più facilmente muovendoci che non cercando su Internet “come è più opportuno muoversi”. Per conto mio il modo più conveniente è “Subito” poi i dettagli possono pure essere affrontati con più calma in seguito. E’ pure possibile che poi per camminare meglio andiate anche in cerca della macchina da un milione di dollari che vi fa camminare meglio. Ma almeno lo farete già consapevoli di alcune cose.