In Italia l’attività motoria andrebbe trattata in italiano. Scrivo “andrebbe”, con il condizionale, perché poi scopri che non è così. In mezzo ad un italiano scadente, di poche parole non sufficientemente articolate per spiegare la complessità dell’attività motoria, trovi un gran numero di parole in inglese che spesso con l’attività motoria non c’entrano proprio nulla e che vogliono dire una sola cosa “Attenzione al portafoglio”, infiltrando l’informazione con la parolina in inglese si direbbe “Attenzione Business”. Allora, visto che in Italia è così ti aspetteresti che andando nei paesi dove si parla la lingua inglese vi sia un’attività motoria di poche parole in inglese infiltrata di molte parole in italiano ma scopri che non è così perché è vero che usano poche parole di lingua inglese per spiegare pochi concetti forse un po’ troppo complessi per essere spiegati con quelle poche parole ma scopri anche che di parole di italiano proprio non ne usano manco una. Nasce un moto di ribellione nel senso che se ci fosse una convenzione nel mondo dell’attività motoria dove per galanteria si usano i termini di altri paesi europei e pure extraeuropei (finalmente un concetto di vero abbattimento dei confini) tutto potrebbe andare così ma questa galanteria è assolutamente fasulla perché l’unica lingua che infiltra tutte le altre è l’inglese. Allora ti domandi se l’attività motoria è stata inventata dagli inglesi e se anche bisogna ammettere che nella diffusione dello sport hanno avuto un ruolo determinante trovi che molti concetti sono stati sviluppati in altri paesi, non da ultimo pure l’Italia, dove, per esempio, in farmacologia dello sport quando si sono spesi due soldini sono stati fatti passi da gigante e sono stati messi a punto protocolli che hanno mandato in soffitta una volta per tutte le pericolosissime pratiche di vetero doping inventate in altri paesi.
Forse è un problema lessicale anche quello dell’antidoping. Con l’antidoping si combatte il doping che è un concetto di alterazione delle prestazioni sportive di oltre trent’anni fa molto pericoloso e portato avanti ancora adesso solo da atleti che non hanno i mezzi per pagarsi un’assistenza medica adeguata. Se volessimo invece combattere l’eccesso di medicalizzazione dello sport che è un fenomeno attuale piuttosto deplorevole perché divide il mondo dello sport in due fra quelli che lo fanno per la salute e quelli che lo fanno per i soldi allora più che “antidoping” dovremmo chiamarlo “antimedicalizzazione dello sport”, torneremmo indietro di trent’anni ma non saremmo più terribilmente ipocriti. Questo per dire che gli italiani che nella farmacologia dello sport sono tornati ad essere un paese di serie “B” (perché siamo rimasti senza soldi o per ferrei principi morali che ci instradano verso uno sport per gli umili?!?) quando hanno investito un po’ di danaro nel settore hanno lasciato un segno talmente significativo che russi e americani (per non dire finlandesi e tedeschi) si sforzavano di capire l’italiano.
Uno studio ha dimostrato che oltre il 45% dei prodotti integratori alimentari venduti nelle palestre degli Stati Uniti conteneva sostanze non dichiarate sulla confezione. Per lo più si tratta di pericolosissimi anabolizzanti usati per provocare un aumento della massa muscolare. Se questa è la cultura dell’esercizio fisico nelle palestre americane perché dobbiamo usare così tante parole di inglese? Usiamo l’inglese quando parliamo di scuola dove dobbiamo solo imparare a trattare lo sport come va trattato ma non usiamolo quando parliamo di palestre private: se da noi c’è qualche stupido che trangugia di tutto pur di aumentare la massa muscolare non lo fa certamente sulla base di un inesistente modello italiano.
Usando troppo l’inglese sviliamo la nostra professionalità e oltretutto rischiamo di fare pure cattiva pubblicità perché ormai l’utente smaliziato capisce che tante parole di inglese vogliono dire “Attenzione business” oppure “Attenzione supermercato dell’attività motoria”. L’utente italiano che frequenta le palestre private deve aver paura essenzialmente di due cose: di pagare troppo caro un servizio che potrebbe pagare meno oppure di pagare poco un servizio che è veramente scadente come quello dei supermercati dell’attività motoria. La quantità di parole in inglese usate in questi luoghi è direttamente proporzionale all’entità della fregatura. Si parte dal presupposto che l’italiano mastica ancora male l’inglese e così con una lingua che presenta dei problemi di comprensione, di “misunderstanding” (equivoco in inglese) per dirla in inglese, si può fregarlo meglio. Il top è quando con abili operazioni di marketing (e dagli con l’inglese) ti offrono il supermercato di lusso dell’attività motoria per snob: lì c’è una quantità di inglese esagerata, è già tanto che non ti facciano pagare in dollari anziché in euro. Comunque il servizio è scadente e pure caro. Se pensate che non ci vada nessuno vi sbagliate di brutto: sono terribilmente di moda. Forse la gente vuol solo imparare l’inglese che purtroppo nella nostra società è diventato fondamentale e se non lo sai sei veramente tagliato fuori. Ma a quel punto vai a camminare nei campi e paga un insegnante di inglese, almeno sei sicuro che fai attività motoria ed impari l’inglese, nei supermercati dell’attività motoria per far le due cose rischi di farle male entrambe. Dopo va a finire che nell’Hotel all’estero chiedi se c’è la sala attrezzata per la muscolazione ma non sai come si fa a dire che c’è una zanzara in camera che non ti fa dormire. Conosci in inglese il nome di quella macchina per rinforzare la muscolatura del quadricipite femorale, che si può rinforzare anche senza quella stramaledetta macchina, ma non conosci le parole per liberarti da quella zanzara assassina (per esempio il termine “insetticida”) che ti rovina la notte.
Siamo liberi di fare quello che vogliamo, quando l’attività motoria ci viene presentata con troppe parole in inglese siamo molto liberi di pensare che c’è una grossa fregatura sotto. In italiano si dice “Uomo avvisato mezzo salvato”.