Tutti che criticano il Festival di Sanremo che invece un grande pregio ce l’ha: i cantanti vengono rispettati tutti anche se hanno un rendimento a dir poco scadente. Nello sport dobbiamo inchinarci a questa buona abitudine, siamo terribilmente selettivi e ad un giovane che non offre un rendimento soddisfacente manca solo che diciamo. “Tagliati i capelli e va a lavorare…”
Francamente non ho completamente il polso della situazione sul Festival di Sanremo ma, sforzandomi un po’, fra ore di pubblicità, sono riuscito a capire che anche canzoni che sono semplicemente pietose vengono rispettate e trattate come le altre che, pur abbastanza scadenti, non sono proprio così pietose. Insomma, in mezzo ad una mediocrità che regna sovrana, c’è un rispetto per i singoli artisti che è davvero encomiabile e penso che sia il segreto di questo festival che sopravvive nonostante che riesca a sfornare si e no un paio di brani accettabili all’anno. Io penso che se anche nello sport fosse così non avremmo un’abbandono della pratica sportiva semplicemente devastante ed avremmo molti giovani che continuano la pratica sportiva anche a 23-25 anni nonostante un rendimento sportivo tutt’altro che invidiabile.
Per cui bando alle critiche insensate ed invece di continuare a criticare in modo sterile e monotono prendiamo per buono ciò che di veramente buono c’è in questo festival: la capacità di valorizzare, incentivare e spronare questi cantanti anche se non sanno cantare mettendo in campo la regola del rispetto che è quella regola fondamentale in tutte le attività umane.
Quindi è il caso di smettere di criticare questi ragazzi anche se a vent’anni non hanno un rendimento nello sport tale da poterli far partecipare alle Olimpiadi. Se proprio non vanno alle Olimpiadi potranno sempre andare a Sanremo, tanto lì non è necessario saper cantare per poterci andare.
Ecco, alla fine in un mondo supercompetitivo Sanremo mostra la ricetta magica per sopravvivere: pur rispettando la competizione perché anche lì c’è un vincitore, però nessuno è escluso e davvero tutti possono partecipare. Mi viene da dire che il decouberiniano “L’importante è partecipare” in effetti è più applicabile a Sanremo che alle Olimpiadi stesse. Purtroppo le tanto mitizzate Olimpiadi funzionano un po’ da mannaia per i giovani atleti ed un atleta ci prova una volta, due volte, tre volte fin che ad un certo punto gli si dice: “Basta, appendi le scarpette al chiodo, tanto alle OIimpiadi non ci vai più…” .
Abbiamo bisogno dello spirito di Sanremo anche nello sport perché fare sport è importante come cantare e anche se costa molto tempo, forse come e più che provare ad imparare a cantare, è giusto che tutti i giovani vengano incentivati a provarci, anche quelli che non sanno… cantare.