Sono tornati i controlli sugli accessi al campo sportivo della mia città. Questa volta non è più una sorpresa e gli irregolari come il sottoscritto devono affrettarsi a rinnovare la tessera (si, udite udite, PTG in questi giorni era un “irregolare” perché la tessera vale solo fino al 31 dicembre e pertanto anche se l’avevo fatta 10 mesi fa è già scaduta…). L’incaricato del Comune che ci ha chiesto la regolarizzazione ormai lo conosciamo tutti, ha acquisito un’elasticità degna del miglior Dwight Stones (elasticissimo primatista mondiale dell’alto degli anni ’70) e non ci sono più polemiche perché sappiamo benissimo che lui non è venuto lì a divertirsi ma anzi è costretto a mettere il dito sulla piaga e probabilmente lo inviteremo a prendere parte al “Mennea Day” che è l’unica gara alla quale si può prendere parte senza essere tesserati. Lui è comprensivo con noi, noi dobbiamo ricambiare.
Il problema non è certamente il rinnovo del tesserino. Il problema è un altro.
Il problema è che non esiste una programmazione sullo sport di base nella mia città. Sottolineo che non sono a lamentarmi della mia città che probabilmente vive una situazione decisamente migliore di tante altre (soprattutto del Sud).
L’Assessore allo Sport praticamente non esiste, l’ultimo Assessore allo Sport autentico è transitato sulla scena politica attorno alla metà degli anni ’80, ha speso un sacco di soldi ed ha rischiato di andare in galera. Probabilmente l’uomo politico più onesto che si sia visto in giro negli ultimi 50 anni nei dintorni. Ma aveva speso troppo. Non aveva capito che l’Assessorato allo Sport nel nostro Paese è un Assessorato fittizio, d’immagine. Concretamente non può fare nulla perché non ha soldi da spendere. Non esiste una programmazione economica per lo sport di base. Quello dopo di lui era un grande campione dell’atletica, non sapeva nemmeno dov’era il suo studio, forse non sapeva nemmeno di avercela una stanza per lui… Lo cito sempre come campione dello sport perché è stato un grandissimo campione ma come Assessore allo Sport preferisco non citarlo perché è stato praticamente inesistente ed ha dato il via alla saga degli Assessori allo Sport inesistenti.
Non farei l’Assessore allo Sport manco morto. Praticamente l’Assessore allo Sport, nelle condizioni attuali, può solo che fare i miracoli per combinare qualcosa di buono e dunque dovrebbe chiamarsi Gesù Cristo. Forse Gesù Cristo lo è già un po’, nel senso che è letteralmente messo in croce ad ascoltare richieste che non può evadere perché non ha nessuna disponibilità economica.
Il problema è che al campo sportivo rispetto allo scorso anno la situazione è cambiata di gran poco. Il flusso di persone che ne usufruiscono non è certamente oceanico. Per dire abbiamo rischiato che venisse chiuso uno spogliatoio perché in certi orari l’impianto è addirittura sottoutilizzato (sono gli orari dei giovani a dire il vero, quelli del primo pomeriggio dove dovrebbero essere presenti gli studenti che hanno tempo nel primo pomeriggio che poi d’inverno è l’orario migliore per allenarsi; no, il campo è più affollato nella mitica pausa di mezzogiorno e nel tipico orario post lavoro delle ore serali…). Però non si capisce se sia nato prima l’uovo o la gallina. Il campo è poco frequentato perché è poco pubblicizzato, i servizi non sono certamente eccezionali e, per dire, l’unica palestra per la preparazione atletica (dopo il clamoroso sfratto subito dall’atletica nell’unica palestra regolare che esisteva che era quella collocata nei sotterranei dello stadio) ha dei problemi di utilizzazione non indifferenti.
La storia della palestra dello stadio non più disponibile mi da lo spunto per far capire qual’è la programmazione in tema di sport per tutti. Quella palestra era l’unica veramente attrezzata in tutta la città ed era giustamente disponibile per i tesserati dell’atletica che, notoriamente, non sono dei professionisti e pertanto sono dei comuni mortali. L’altra struttura per l’atletica su quell’impianto era ovviamente la pista attorno al campo da calcio. L’impianto non era comunque un campo principale per l’atletica in quanto non dotato degli spazi per i lanci ma, tanto per dire, la pista era di qualità più che buona, tanto è vero che vi è stato stabilito pure un record italiano femminile dei 200 metri (Marisa Masullo: 22″88) che è durato un tot. di anni. Quella pista è andata distrutta per motivi che preferisco non narrare ed invece di essere riparata è stata “ridipinta” (e pure con un certo costo) per esigenze di contratto televisivo di una delle due squadre che giocano in quello stadio. Per completare la frittata si è deciso che anche la palestra dei sotterranei non era più disponibile per l’atletica in quanto… quell’impianto non era più destinato anche all’atletica leggera!
La storia dello Sport (e, ripeto, non sono a criticare la situazione della mia città ma l’andazzo complessivo di questo Paese in tema di grandi scelte di profilassi sanitaria) è simile a quella del trasporto pubblico ed a quella delle piste ciclabili. Il trasporto pubblico è assolutamente inefficiente (se uno perde l’autobus è fregato perché quello dopo chissà quando passa…) ed è quasi peggio di quello di cinquant’anni fa a fronte di un traffico automobilistico che è forse dieci volte superiore perché la gente non è abituata a servirsi del mezzo pubblico. Le piste ciclabili non ci sono perché i pendolari che vanno al lavoro in bicicletta sono ancora un gruppo di eroi e, passi per quelli che vivono in centro, ma se qualcuno vive in periferia arrivare al lavoro vivo in bicicletta è già un successo.
E’ un cane che si morde la coda e così i frequentatori del campo sportivo ci sono ma non sono tanti quanti dovrebbero essere in una città che ha deciso di servirsi dell’attività motoria per migliorare la qualità della vita.
Controllate pure gli accessi, ma, vi prego, fate un po’ di pubblicità a questa attività sportiva moribonda che nell’immaginario collettivo vive sugli insulti televisivi fra i protagonisti dello sport finto.