Un mio amico, gestore di una buona palestra privata (e sottolineo “buona” perché ciò è fondamentale per capire quanto segue) mi chiede che interesse ho a pubblicizzare gratis l’attività motoria per tutti.
Premesso che a livello economico il mio interesse è pari a zero salvo che qualche qualche sponsor un po’ eccentrico non abbia la strana idea di appoggiarmi finanziariamente, a livello professionale c’è l’interesse ad acquistare credibilità in un mondo dove la mercificazione della professionalità ha sconvolto del tutto il modo di proporsi all’utenza.
Non è l’unico ambito dove la professionalità viene stritolata dal mercato e se penso che in campo medico si è arrivati alla pubblicizzazione dei farmaci non è che mi consoli poi tanto. Anzi per non prestare il fianco alla critica dei medici che possono pure dirmi “Tu fatti gli affari tuoi e pensa alle contraddizioni della tua categoria”, tento proprio di analizzare per sommi capi quanto avviene nella distribuzione dell’attività motoria.
Con un’astrazione nemmeno troppo complessa divido gli utenti in quattro categorie:
1°) Quelli che frequentano le “buone” palestre (quale quella del mio amico), le palestre pubbliche, le società sportive ed i luoghi dove il personale è qualificato e competente.
2°) Quelli che frequentano i “supermercati” dell’attività motoria dove in un ambiente luccicante e sfavillante il personale qualificato è pressoché inesistente (perché costa troppo e non rientra assolutamente nei costi di gestione di questi colossi).
3°) Quelli che si arrangiano senza rivolgersi ad alcun insegnante e/o tecnico e praticano attività fisica a casa, nei parchi pubblici o per strada seguendo le proprie sensazioni.
4°) Quelli che partendo dal punto “3” hanno lasciato le proprie sensazioni per fidarsi dei consigli dei santoni di Internet.
Fondamentalmente io mi occupo degli utenti appartenenti a questo 4° gruppo e li esorto a tornare a fare quello che facevano prima e cioè ad ascoltare sé stessi più che i proclami dei santoni di Internet.
Poi mi allargo e con riferimento al mondo delle palestre faccio ampia distinzione fra le buone palestre e le cattive palestre dando qualche indicazione per imparare a distinguere fra il personale che è messo lì tanto per fare scena e quello che invece è lì per aiutare davvero l’utente a capirci qualcosa in più sulle proprie esigenze di movimento.
Ho una mia teoria personale e dico che con un po’ di buona volontà non è necessario spendere tanto per fare attività fisica. Personalmente ho trovato tanta gente sulla buona strada sia fra chi era seguito da personale qualificato sia fra chi da critico autodidatta ha studiato con attenzione su sé stesso gli effetti dell’attività motoria. I disastri li ho rilevati invece fra chi acriticamente si è affidato ai consigli di personale del tutto inesperto al servizio delle nuove cattedrali dell’attività motoria e fra chi, altrettanto acriticamente, si è messo ad applicare integralmente le panzane riportate da Internet in tema di pianificazione della preparazione.
Il mio buon consiglio pertanto è: “Se frequentate una palestra andateci pure per poco tempo, giusto per capire le cose importanti da capire ma abbiate le certezza di essere seguiti da personale qualificato a costo di spendere un po’ di più per quel po’ di tempo che avrete bisogno di frequentare la palestra. Se non frequentate una palestra ne un’associazione sportiva e pertanto non avete a che fare con esperti dell’attività motoria fate pure di testa vostra ma abbiate l’accortezza di non farvi traviare da Internet che in tema di disinformazione è una bomba innescata.”
A margine di tutto ciò ho pure la mia convinzione che gli insegnanti di educazione fisica devono cominciare ad uscire dalle palestre perché l’attività fisica si svolge soprattutto all’aperto e non possiamo accontentarci che nel terzo millennio a dare le indicazioni per l’attività fisica negli innumerevoli percorsi della salute sia il solito omino stilizzato spiaccicato sulle tabelle che non si muove, non parla, e fa solo quelle buffe figure da omino stilizzato. L’attività fisica per certi versi è anche una cosa seria, non può insegnarcela un omino stilizzato. Ma quello è un discorso del futuro, per ora accontentiamoci di stabilire che il personale di palestra è molto più importante delle macchine e delle cose scintillanti. Andiamo alla sostanza più che all’apparenza e quando l’allievo è istruito abbiamo il coraggio di cacciarlo fuori all’aperto invece di continuare a tenerlo in palestra come un pollo in batteria.