Vivere è rischioso. Per chi non crede morire lo è ancora di più.
Per l’attività motoria è un po’ il contrario. Per chi ci crede è pericoloso non farla, per chi non ci crede è pericoloso affrontarla.
Mentre sul primo spinoso problema la comunità scientifica non si è ancora espressa, non si sa bene se sia più fastidiosa la vita o la morte, sul secondo problema la comunità scientifica è piuttosto compatta e d’accordo sul fatto che la sedentarietà sia molto più pericolosa della pratica di una sana attività motoria.
Alla luce di tali sviluppi è opportuno dare un preciso ordine nella classificazione dei tre problemi connessi all’attività motoria, il primo, di gran lunga più importante degli altri, è quello connesso alla sua “non pratica”, il secondo è il suo esatto opposto legato alle aberrazioni dello sport esasperato, il terzo è un’invenzione abbastanza recente del mercato relativa al rischio di “spenderci su troppi soldi”.
Con ordine, il flagello della sedentarietà è ancora dilagante, pure e soprattutto nei paesi evoluti e continua a mietere vittime. Proporre soluzioni non è certamente facile. E’ un problema di vasta portata e non si può affrontare con interventi a spot come spesso accade ma dovrebbe essere affrontato con piani organici dalle istituzioni politiche. E’ un problema economico oltre che di salute e costa alla società cifre insopportabili. Anche per questo è necessaria una programmazione organica e ben articolata. in tempi di crisi economica non si può giocare con il danaro pubblico e bisogna investirlo nel modo più razionale possibile.
I problemi pratici connessi alla “non pratica di attività motoria” sono innumerevoli ed è inutili elencarli in un articolo che rischia di essere già di per se un po’ troppo pesante. Ipertensione, artrosi, osteoporosi, ipotonia muscolare, disturbi dell’umore e dell’alimentazione chi più ne ha più ne metta. E’ un elenco desolante che non ha alcun senso prolungare per fare del terrorismo. Non è certamente con il terrorismo verso la sedentarietà che si pubblicizza l’attività motoria e forse è questo che dobbiamo capire: il miglior modo per pubblicizzare l’attività motoria è far capire che è divertente e fa bene alla salute più che insistere sul fatto che a non farla si muore prima. E’ meglio insistere sui messaggi positivi che su quelli negativi.
Il secondo grande rischio connesso all’attività motoria è quello legato alle sue esagerazioni. L’attività motoria esagerata non è molto naturale ed istintiva ed è connessa essenzialmente ad una strutturazione dello sport un po’ perversa. Giusto dire che è meno pericolosa della sedentarietà in quanto meno subdola. Mentre la sedentarietà ti ammazza in silenzio, senza clamore, l’attività motoria quando ti ammazza in una sua esagerazione ti fa andare addirittura sul giornale, se non sul “telegiornale”.
Senza scomodare i casi clamorosi sono diffusi i problemi articolari, tipici il gomito del tennista, il ginocchio del calciatore e la spalla del pallavolista. Ma anche con altri piccoli grandi problemi non si scherza: l’anemia quasi patologica del corridore di lunghe distanze che si allena come un disperato ma non si dopa, l’ipertrofia muscolare di chi pratica body building e qui che ci sia di mezzo il doping o meno il problema è comunque esistente: l’ipertrofia muscolare a lungo andare è potenzialmente pericolosa anche se costruita pazientemente con lunghi allenamenti non supportati da alcun trattamento farmacologico.
Insomma non è che sia sufficiente sfuggire dalla sedentarietà per garantirsi la salute eterna. Anche esagerare con l’attività motoria non fa certamente bene alla salute. Ed anche qui i rimedi sono difficili da escogitare. Si potrebbe proporre alle Federazioni sportive di insistere di più sullo sport di base investendo fondi su quello e disinvestendo sui programmi legati alla costruzione degli atleti di alto livello. La pubblicizzazione dell’attività di alto livello pare l’elemento scatenante della maggior parte dei comportamenti che portano ad esagerare con lo sport.
Chiaro che se i premi legati allo sport di alto livello sono distribuiti in modo tale che il primo diventa ricco ed è osannato come un Padreterno mentre per gli ultimi non resta nemmeno la doccia calda, allora tutti tenteranno di esasperare al massimo il rendimento sportivo se non altro… per arrivare a fare almeno la doccia calda.
C’è poi un terzo rischio legato all’attività motoria che può essere definito “grande” solo per quanto è diffuso ma non è poi realmente grande: quello di spendere troppi soldi per svolgere un’attività che potrebbe costare molto meno. E’ stato il mercato ad inventarsi questo rischio e non è pericoloso per i ricchi che ci lasciano giù un bel po’ di soldi ma per i non ricchi che visto che sono senza soldi si rassegnano alla sedentarietà.
Se passa il concetto che per svolgere attività motoria bisogna assolutamente spendere soldi siamo rovinati. Allora quello diventa davvero un grande rischio. Che il mercato se la prenda pure con i ricchi che hanno soldi da spendere e da spandere ma che non tocchino lo sport degli umili. Che inventino pure la bicicletta da 10.000 euro se esiste già sul mercato anche quella che costa cento volte meno ma che non si sognino di convincere la gente che per le scarpe da footing bisogna spendere 150 euro ogni tre mesi. La scarpa “scarica” dei podisti “pronatori” è una balla del mercato che deve essere assolutamente denunciata. Se esistono scarpe che si scaricano non compratele. E se siete dei podisti “pronatori” non preoccupatevi assolutamente: potete certamente correre con qualsiasi scarpa anche se siete dei pronatori. Se volete fare il record del mondo non lo farete di sicuro neanche con la scarpa da pronatori, se non è nelle vostre potenzialità. La grossa differenza fra voi ed un sedentario è che voi state investendo sulla vostra salute ed il sedentario vi dirà che vi conviene comprarvi una scarpa da pronatore. Perché siete sani ma… inequivocabilmente pronatori. Accendete un mutuo!