I MIEI TRE “SCONSIGLI” PREFERITI

Tempo fa avevo scritto un articolo che ha avuto successo forse solo perché era abbastanza breve e, come scrivevo nell’articolo appunto, di questi tempi essere sintetici è più importante che essere “qualitativi” pertanto non è grave se scrivi un tot. di fesserie ma è importante che tu le scriva sinteticamente. Se scrivi cose interessanti ma ti dilunghi troppo non ti legge nessuno. Vabbè. Con questo spirito e nella consapevolezza che il tentativo di replica di qualcosa che ha avuto successo è quasi sempre fallimentare, faccio una parodia di quell’articolo, ripetendolo e rinforzandolo per certi versi.

Più che i miei tre consigli preferiti oggi propongo i miei “sconsigli” preferiti. Ricordano un’idea di un uomo politico un po’ stagionato che pensava di sistemare molte cose con queste tre “I”. Con riferimento alla situazione italiana dell’attività motoria queste tre “I”, invece, sono molto pericolose e direi che sono quelle che hanno completato il disastro che era già iniziato prima dell’avvento di queste tre “I”.

Allora queste tre “I” sono Internet, Inglese e Impresa. Vediamo perché con riferimento all’attività motoria sono disastrose ed è molto opportuno starne alla larga.

Internet l’ho già scritto (ho scritto un articolo intitolato “Un sito per sconsigliare Internet”) in lungo ed in largo che è devastante ed io, al percorso della salute mi rendo conto quando un “atleta fai da te” ha utilizzato Internet per provare a capirci qualcosa nella gestione della sua attività motoria. Non ho niente contro gli sportivi “fai da te”, anzi ritengo che in tempi di crisi economica il “fai da te” sia sacrosanto e a volte sia proprio l’unica via per fare movimento senza spendere soldi. L’importante è che uno non si faccia consigliare da Internet nella gestione della sua attività fisica perché è così che si vanno a fare disastri. Fate di testa vostra lasciate perdere Internet. Chi fa di testa sua, per tanto che sbagli non sbaglia mai quanto chi si fa deviare da Internet. Questo è forse l’unico vero consiglio che do su il mio sito e, se riesce a passare, è già quello che giustifica l’esistenza del mio sito cretino che, per quanto cretino, è già molto più concreto e realista di molti altri che trattano l’attività fisica.

L’Inglese. L’inglese è una splendida lingua parlata da un infinità di persone anche se purtroppo bisogna ammettere che è parlato discretamente da una esigua minoranza di eletti. E’ così anche per l’italiano (io mi permetto di scrivere in italiano qui sopra senza saperlo…) e dunque non facciamo troppo i pignoli. Purtroppo l’inglese diventa pericolosissimo nel momento in cui è impiegato per temi relativi all’attività fisica. Quando ciò accade in Italia, non quando accade in Paesi dove si parla comunemente la lingua inglese. Quando nelle palestre usano troppo l’inglese è come se ti dichiarassero apertamente che a loro di essere compresi bene a fondo non interessa molto, anzi da quasi fastidio, è proprio per questo che usano molto i termini inglesi. E così il piegamento diventa uno “squat”. Il cammino diventa “Walking”. La corsa diventa il “Running”. Diffidate di chi usa troppo l’inglese. A meno che non siate inglesi. Se siete italiani chiedete che vi spieghino le cose in italiano o in dialetto se siete in uno di quei posti dove per spiegare le cose “vere” usano ancora solo il dialetto.

L’Impresa. L’impresa serve per fare andare avanti l’economia. Molte cose senza impresa non iniziano nemmeno. Purtroppo accade che nel mondo dell’attività motoria molti impresari che di attività fisica non ci capiscono nulla si siano gettati nel settore solo perché hanno fiutato il business. Questo è il motivo per cui quando a capo di una palestra c’è un’impresario quella palestra sopravvive anche se offre un servizio pessimo alla clientela mentre quando a dirigere la palestra si trova un esperto del settore anche se quella palestra lavora gran bene prima o poi fallisce stritolata da costi di gestione impossibili da sostenere e da politiche fiscali che non hanno alcuna attenzione per la qualità del lavoro dei professionisti veri e tutelano solo l’esperto di marketing.

Bisogna ammettere che per far sopravvivere una palestra privata è molto più importante essere esperti di marketing che di attività motoria. Il cliente però non ha bisogno di essere spennato e preso in giro ma di essere assistito da personale qualificato. L’unica possibilità è indagare se il posto nel quale sono finito è sul serio un posto dove c’è personale qualificato o se è semplicemente una grande bottega con i lustrini e con tutto ciò che occorre per attrarre il cliente sprovveduto.

Dunque questi sono i miei tre “sconsigli” preferiti. State alla larga da posti dove ci sono impresari che si servono dell’inglese per non far capire che non possono disporre di personale qualificato e quando fate da soli (ottima idea) state alla larga dai consigli di Internet. O, come minimo, pensateci molto su prima di metterli in pratica. Ovviamente vale anche per quello che leggete qui sopra. Non è che chi vi scrive delle fesserie degli altri sia vaccinato. Proprio perché scrivo molto probabilmente di fesserie ne scrivo pure più degli altri. Forse il mio unico merito è di non essere molto “allineato” e così, inevitabilmente costringo un po’ a riflettere. Buona attività fisica a tutti.