I classici “dolorini dappertutto” sono una cosa normalissima in chi comincia ad affrontare un piano di attività motoria o molto più semplicemente comincia a muoversi in qualche modo dopo un lungo periodo di sedentarietà.
Ovviamente questi dolorini disorientano, creano panico e diventano una delle migliori scuse per il sedentario cronico per dire “No io non posso affrontare un piano di attività fisica, non ho il “fisico” per farlo…”.
Allora prima regoletta che getterà nello sconforto i cultori della sedentarietà sgretolando una delle loro migliori scuse per continuare a fare i sedentari è che i dolorini sono normalissimi, anche per le persone molto allenate e molto portate per l’attività fisica, si tratta solo di tentare di contenerli… continuando a muoversi! E qui davvero il sedentario cronico si dispera…
E’ molto importante non far finta di niente riguardo a questi “normali doloretti” ed anzi bisogna assolutamente ascoltarli e tentare di comprenderli per poterli controllare meglio. Assolutamente sconsigliabili gli analgesici che fanno solo che caos e non ci aiutano a capire quali sono i carichi di attività fisica somministrabili senza problemi. Se sono anestetizzato da un analgesico e mi sottopongo ad un certo carico di attività fisica non potrò sapere se quel carico è stato fisiologico o meno perché un eventuale dolore, sintomo di qualche problema di adattamento, viene mascherato dall’analgesico. Quanto agli antinfiammatori, diffidate. Studi chiaramente poco diffusi hanno dimostrato che nella maggioranza dei casi si riescono a risolvere in tempi più brevi problemi da sovraccarico non trattati con alcun farmaco che non quelli trattati con i farmaci. Probabilmente qualche eccezione c’è per quanto riguarda la categoria dei farmaci steroidei (i cosiddetti cortisonici) ma questa non è certamente una buona ragione per mettersi ad assumere farmaci steroidei per ogni fesseria visto che non sono assolutamente privi di effetti collaterali e pure di una certa importanza.
Lasciando stare il campo medico, ma anche invitando l’ex sedentario a non andare dall’ortopedico per cose che si risolvono sul campo senza frequentare gli ambulatori, torno sull’idea del “controllo” del dolorino. Come si fa a controllare un normale dolorino da sovraccarico o comunque di adattamento di una nuova attività. La prima cosa è sorvegliare sulla gradualità dei carichi e bisogna anche considerare che questa gradualità che nella nostra immaginazione può essere “lineare” nella realtà concreta non assume assolutamente un andamento lineare. Pertanto c’è poco da dire “Non doveva venire fuori il dolorino perché ho aumentato progressivamente e morbidamente i carichi in modo razionale…” Anche agendo con la massima razionalità e con il massimo buon senso il dolorino può essere sempre in agguato, addirittura anche senza incremento dei carichi di allenamento. A ben pensarci, in certe situazioni, anche il solo mantenere lo stesso carico per un certo periodo è comunque un modo per incrementare il carico rispetto ad altri periodi e potrebbe essere che quella costanza di carico che in altri periodi era normalmente sopportabile in altri periodi, reiterata con una certa continuità crei, a lungo andare, un sovraccarico che in precedenza poteva non essere tale. Per dirla un po’ filosoficamente è sempre la prima volta anche quando è la settecentesima volta per il semplice motivo che quello è il primo momento dell’esistenza nel quale hai ripetuto per settecento volte quel carico.
Insomma per chi si muove il dolorino da sovraccarico è la norma, per chi non si muove no ma chi non si muove va incontro ad altri inconvenienti ben più gravi e drammatici.
Al riguardo delle terapie non siate impulsivi, non mettetevi ad aggredire con terapie tempestive dolorini che possono benissimo sparire da soli semplicemente con una lieve riduzione del carico di allenamento. Poi nel campo delle terapie tentate di scoprire le terapie che sono più vincenti per voi e tenete presente che la terapia che ha funzionato per un determinato dolorino non è detto che deva essere vincente anche per un altro. Tentate di non inflazionare gli interventi con il ghiaccio. Buono da usare in certi momenti appena insorge il problema ma non altrettanto buono da usare sistematicamente in problemi che tendono a cronicizzare. Per tali problemi molto più utile adottare l’alternanza caldo-freddo che può anche essere terapeutica e vincente nel lungo periodo. Se possibile preferite le terapie economiche, naturali e che potete maneggiare voi a quelle costose, poco naturali (e per questo a volte anche pericolose) e che non potete assolutamente autosomministrarvi. La cosa migliore è imparare ad autocurarsi. Se per curare qualsiasi minimo dolorino siete costretti a rivolgervi a terzi la pratica di una sana attività fisica può diventare anche stressante oltre che costosa. I campioni dello sport di vertice hanno spesso al seguito il massaggiatore ed il fisioterapista. Voi non siete campioni dello sport di vertice ma semplicemente campioni dello sport di tutti i giorni e pertanto adottate carichi di allenamento che si possono certamente sopportare anche senza massaggiatore e/o fisioterapista. Certo che, avendone proprio bisogno e potendoselo permettere, è molto meglio un massaggiatore o un fisioterapista di un sofisticato strumento medicale che ti spara dentro ultrasuoni, laser, onde d’urto o chissà quale altra diavoleria. Queste terapie al giorno d’oggi, a mio parere, sono un po’ troppo inflazionate e andrebbero riservate a quei casi dove davvero con altre soluzioni non si è raggiunto alcun miglioramento.
Grande maestria dovrete avere nel dosare sapientemente i recuperi e quando intendevo dire “curare i dolorini restando in attività” intendevo proprio questo. Un breve periodo di recupero di pochi giorni, in alcune situazioni può essere proprio una mossa azzeccata ma un lungo periodo di recupero di alcune settimane, salvo che non si sia veramente disastrati, è molto spesso una inutile perdita di tempo. Se è vero che può anche tornare utile per la struttura che era andata in sovraccarico è altrettanto vero che il lungo periodo di riposo è assolutamente deleterio per la struttura in toto e provoca certamente una predisposizione a nuovi dolori da adattamento alla ripresa degli allenamenti. Per cui parola d’ordine: “Non esagerare con le lunghe pause se non strettamente necessarie”. A tal proposito può essere molto utile variare attività sportiva cercando quella che può consentire un recupero della struttura in sovraccarico. Esempio banale: il calciatore che ha problemi ad un tendine d’Achille o ad un ginocchio potrà andare in piscina a nuotare finché la struttura dolente si ripristina. Al contrario un nuotatore con un problema alla spalla potrà mettersi a correre finché la spalla recupera. Altro campo assolutamente da esplorare con cura e che vale certamente la pena di mettersi ad esplorare quello della selezione dei movimenti riabilitativi che possono facilitare la risoluzione del problema andando a studiare tutti i possibili movimenti dell’articolazione in sovraccarico e l’effetto dei vari movimenti su questa. E’ chiaro che uno studio di queste azioni implica un po’ di esperienza e farsi consigliare da chi ha già adottato questo tipo di ginnastica per la risoluzione di alcuni problemi non è una cattiva idea. In ogni caso come nel settore delle terapie, anche lì dovrete sviluppare quelle conoscenze che vi permetteranno di gestire il vostro dolorino che è personale ed imparerà a reagire a ciò che gli proponete in base alla maestria con la quale l’avete compreso. Non ignorate i dolorini, non esistono perché voi non li considerate ma non sono venuti fuori nemmeno per stroncare la vostra splendida attività fisica. A volte saranno proprio loro ad illuminarvi sulle vostre possibilità di carico in modo discreto, accettabile ed imprevedibile e certamente meno monotono delle “tabelle di allenamento”.