Questo è il classico articolo dove pure i miei amici, non solo i miei comuni lettori, mi dicono: “Questa è politica e non attività fisica…”. E’ vero, purtroppo l’attività fisica a tutto tondo, quella della gente comune, è strettamente collegata alla politica e chi non capisce questa cosa, o fa finta di non capirla, vuol dire che non è veramente interessato alle sorti dell’attività fisica per la cittadinanza.
Perché bisogna partire da Greta e dal Covid? Perché è da lì che abbiamo gli strumenti per capire come funziona l’informazione, come funziona la politica e come vogliono far funzionare in un certo modo anche la distribuzione di attività motoria, distribuzione che deve essere funzionale a determinati equilibri.
Torniamo al titolo perché altrimenti davvero non si capisce nulla. Vi siete mai chiesti perché per ogni dieci minuti di informazione legati ai disastri climatici, che sono terribilmente attuali e per i quali urgono della politiche di vero e deciso intervento, passano almeno due ore di informazione legata al Covid che sarà anche stato un disastro planetario ma è in decisa attenuazione e sta creando molti meno problemi di quelli creati dalla situazione climatica? Il problema è semplicemente di natura economica: sul Covid c’è stato pure chi ci ha speculato, chi ci si è arricchito su a spese dei comuni cittadini, sui cambiamenti climatici non è ben chiaro come ci si possa arricchire, anzi pare che chi comanda l’economia abbia pure tutto da perderci, dalla poltrona pure al potere economico.
In sintesi si tratterebbe di mettersi ad andare a piedi ma, anche se terribilmente salutare, non c’è niente di più sconveniente da un punto di vista economico. Guarda a caso l’esigenza di andare a piedi è sostenuta da almeno due cause: una è quella ambientale perché è una necessita urgente e decisiva per la salute del pianeta, l’altra è di salute di chi popola il pianeta. Siamo malati per la gran parte di sedentarietà. Abbiamo bisogno di andare a piedi, non di andare in palestra a sollevare pesi. Siamo carenti di salute generale non di struttura muscolare. La salute generale la conquisti andando a piedi non andando in palestra a potenziare la muscolatura.
Allora si arriva al paradosso che un singolo virus che da comunque problemi seri ma globalmente crea molti meno problemi della sedentarietà e dell’inquinamento viene trattato con una priorità assoluta come se liberarsi da quel virus fosse la strategia per risanare il mondo. L’attenzione dei cittadini è focalizzata su quello, si prendono le decisioni di macroeconomia facendosi condizionare da quello, si ipotizza addirittura di usare il carbone per contrastare l’emergenza, qualcuno sostiene che non ricorrere in modo massiccio (e le scorie dove le gettiamo?…) al nucleare sia una follia, un’occasione sprecata. Arriva una guerra e anche quella è una ghiotta occasione per trascurare le esigenze dell’ambiente. I soldati possono pure sparare e usare anche armi un po’ più pesanti, l’importante è che siano vaccinati, che non diffondano il Covid. Intanto più si spara e più c’è la speranza che il prezzo del petrolio tenga discretamente. L’economia di regge fondamentalmente su quello, se quello crolla come stava accadendo poco tempo fa allora si apre lo spettro della recessione e non ci si sa più cosa inventare per far ripartire questo tipo di economia.
C’è una guerra in atto. E’ quella di tutta la popolazione mondiale contro la devastazione ambientale e la si sta combattendo giorno dopo giorno. Questa è la guerra che sta facendo più vittime. Poi c’è quella dell’Ucraina, quella del Covid, e sono tutte guerre che si spera che finiscano presto, chi nasce adesso sa che quella per un ambiente migliore e più salubre sarà costretto a combatterla per tutta la vita anche se inventano l’improbabile e disgraziata pastiglietta che ci fa vivere 150 anni.
Cosa c’entra l’attività fisica con tutto ciò non bisogna essere dei geni per capirlo. Il problema non è capire chi si può vaccinare e chi è meglio che non si vaccini. O meglio anche quello è un problema ma è un problema da valutare con calma, senza fretta, man mano che procede la sperimentazione con questi vaccini miracolosi che convincono sempre meno la popolazione di tutto il mondo e quello è già un motivo più che sufficiente per non forzare proprio nessuno a prenderli se non chi ha motivo di pensare che possano offrire una protezione effettivamente utile. Questo tipo di vaccino è un fatto di protezione individuale e non collettiva, ce ne siamo resi conto dopo pochi mesi che era stato lanciato e ciò toglie ogni ansia di somministrazione forzata. C’è un altro problema, molto più urgente, che dobbiamo inquinare di meno, da domani mattina, non dal 2035 e dunque è da domani mattina che dobbiamo capire chi può andare ancora in auto perché è un mezzo disabile e con i mezzi pubblici e/o a piedi non ce la fa e chi deve assolutamente mollare l’osso dell’auto privata, perché l’auto privata sta facendo molti più danni del Covid e siccome non la si può vaccinare bisogna lasciarla in garage più spesso secondo una normativa che deve piombare dall’alto perché se aspettiamo che i cittadini smettano di usare l’auto aspettiamo il 2050 più che il 2035. L’urgenza è sull’ambiente, non ci vuole molto a capirlo, questa è la materia per decreti d’urgenza della quale tutti devono giustamente discutere ma dove non c’è tempo per eterne discussioni parlamentari e si tratta di agire, salvo andare a correggere il tiro quando ci si rende conto che qualche provvedimento non è andato a bersaglio. Ci hanno impiegato poche ore per chiuderci in casa tutti, quanto tempo occorre per chiudere in garage tutte le auto e studiare con calma le deroghe per chi non può sopravvivere senza auto?
Il problema dell’attività fisica non è quello del deltoide che ha una certa forma. O meglio, sì, è anche quello. Ma se uno crepa di cancro o di infarto, perché essenzialmente stiamo pensando soprattutto al Covid e dell’ambiente che provoca pure tumori e accidenti cardio circolatori non gliene frega niente a nessuno, può anche crepare con il deltoide più bello ed efficiente del mondo che poco cambia. Il concetto di salute legata all’attività fisica è quello che passa per un sistema politico che ha deciso di dare molta importanza alla salute dei cittadini, non solo quando si tratta di costruirci su un gigantesco business ma anche quando si tratta di cambiare un certo tipo di economia che non è più sostenibile.
Chiamatele politiche contro la sedentarietà, chiamatele polìtiche ambientaliste, politiche inopportune o come volete, chi tratta l’attività fisica non può ignorarle perché se si chiude nella sua miopia ad analizzare l’efficienza del singolo muscolo allora prende in giro tutti quelli che gli stanno attorno, oltre che sé stesso.
Mai come oggi le sorti dell’attività fisica dei singoli cittadini sono legate a doppia mandata con le sorti del pianeta. E’ su questa ottica che io avrei radiato la preside che ai tempi delle prime manifestazioni scolastiche promosse da Greta disse: “Il prossimo che sciopera per colpa di Greta lo boccio…”.
Greta resta la bambina fastidiosa che invece di fare la pubblicità ai vaccini ci invita a pensare alle sorti del pianeta. Ghettizziamola, ignoriamola e parliamo di Covid che ci aiuta molto a procrastinare questo tipo di problemi.