GIOVANI

Inizia la scuola ed io invece di perdermi nella solita critica sterile ad un modello di scuola nel quale non credo vorrei tentare di capire alcune delle cause che ci hanno portato ad imbalsamare questo modello arcaico.

Intanto un distinguo non trascurabile: io sono ipercritico soprattutto nei confronti della scuola superiore e dell’Università perché per quanto riguarda i contenuti della scuola primaria non è che sia in una posizione di assoluto dissenso. Non mi va che i bambini vengano caricati di compiti nella scuola primaria, non mi va che vengano ingolfati in modo inopportuno di nozioni ma quanto ai contenuti non ritengo che siano da buttare, Tutt’altro. Essenzialmente ai bambini della scuola primaria si insegnano cose importanti e sacrosante tipo, per esempio, la necessità di andare d’accordo, di cercare la fratellanza fra i popoli ed il ripudio della guerra. Più o meno le cose che vanno a dire le aspiranti al titolo di Miss Italia per far vedere che sono impegnate nel sociale. Poi, però, nelle scuole di livello superiore ti insegnano perché la guerra è giusta e soprattutto perché è fondamentale per sostenere un sistema economico che si fonda su delicati equilibri militari e politici. Così Miss Italia fa la figura della deficiente e pure ignorante e sembra che non abbia nemmeno frequentato le scuole superiori. Sembra quasi che Miss Italia dica “Io sono bella e con un fisico così posso trovarmi un moroso con i soldi e pertanto non ho bisogno di curarmi dei problemi dell’economia di mercato. Per me i mercati possono anche crollare e pertanto smettiamola di fare la guerra che un mondo senza guerre sarebbe molto più carino…”.

Purtroppo un mondo senza guerre sarebbe anche necessario, oltre che carino, e quando dico che, forse senza saperlo (sono più furbe di noi? Mentono sapendo di mentire?!?), la varie Miss Italia hanno proprio ragione a parlare come i bambini delle elementari, vengo preso per disadattato e affetto da sindrome di Peter Pan. Io ce l’avrei con la scuola superiore perché lì mi avrebbero fatto girare le scatole. Non è vero, anzi l’unica scuola nella quale mi sono divertito è stata proprio l’ultima che ho frequentato, quella per prendere il diploma ISEF. Durante gli altri studi non mi sono mai entusiasmato più di tanto e sono sempre stato ipercritico. Teoricamente, se fosse per questo, dovrei essere ipercritico nei confronti proprio della scuola elementare perché ricordo benissimo che a quei tempi pensavo: “Sì, sì, ci insegnate che non bisogna fare la guerra (era quella del Vietnam, allora) però tutto sommato non ci credete nemmeno voi a ciò che insegnate…”.

La sindrome di Peter Pan non esiste e la tragedia della scuola italiana è che chi si è inventato la sindrome di Peter Pan ci ha raccontato una grande bugia. Se la sindrome di Peter Pan esistesse noi avremmo una scuola superiore di altissimo livello dove si fa ricerca e dove si tenta di migliorare il mondo invece di subirlo e servirlo in tutti suoi aspetti anche aberranti. Non comandano i giovani. Non hanno mai comandato. Quando hanno provato a comandare li abbiamo imbottiti di droga e rincoglioniti. Adesso, anche se non comandano, li rincoglioniamo a livello preventivo con telefonini, tablet, computer e televisioni rimbecillenti. Comandano gli adulti e la scuola è rigidamente strutturata nella sua sostanza dagli adulti. Fino ad un certo punto si possono insegnare gli ideali di fratellanza, tanto disattesi dalla classe che comanda, da un certo punto in poi bisogna iniziare ad insegnare che la cosa più importante è la necessità di adattarsi, che solo i bambini  stupidi possono volere un futuro migliore, che il mondo del lavoro va subito e non contestato e che chiunque abbia pretese di rinnovamento sociale è un disadattato Peter Pan che crede ancora nella seconda stella a destra e nell’isola che non c’è. Il sessantotto l’hanno già fatto, l’hanno perso, ritenetevi fortunati voi che venite rincoglioniti con tablet e telefonini e non con l’eroina. Anzi ci teniamo talmente tanto alla vostra salute che vi mettiamo in guardia pure dai pericoli dello spinello. Quelli del fumo purtroppo non possiamo enfatizzarli perché lì c’è una questione economica sotto che ha la sua importanza. Non rompeteci le scatole con l’inquinamento, cosa volete che sia qualche milione di morti all’anno per inquinamento, l’inquinamento studiatelo alle elementari un po’ e poi basta perché studiarlo troppo da fastidio all’economia.

Il problema non è la scuola. Siamo noi adulti. E la speranza è che i giovani abbiano la forza di ribellarsi e di riuscire a contestare ciò che proponiamo. Ci lamentiamo che i giovani non vogliono più fare i lavori umili. Ma se abbiamo continuato a predicare loro che bisogna studiare per poter ambire ad un lavoro di prestigio che possa fruttare un bello stipendio mensile… Ci lamentiamo che non vanno a fare i lavori miseri a 400 euro al mese. Ma siamo stati noi ad insegnare che bisogna ambire ad altro. Che i soldi vanno bene solo quando sono tanti e fin  che non  sono tanti è opportuno ammazzarsi di fatica per fare in modo che diventino tanti. Abbiamo insegnato il culto della fatica ma solo in relazione al danaro. Non è vero che i giovani non sanno far fatica ma la fanno solo quando c’è una prospettiva di lauti guadagni perché se è per pochi soldi non si muovono nemmeno, si sentono falliti in partenza. Io mi auguro che nasca una classe di giovani che riesca a contestare energicamente il nostro modello culturale. Una gioventù sveglia e reattiva potrà certamente portare ad un tipo di scuola più autentica che non subisce il mondo del lavoro ma lo informa. L’obiettivo di adesso è andare a fare il dirigente, ignorante ma ricco. Le materie umanistiche non contano più, contano le materie che ti danno la possibilità di inserirti più in alto possibile a livello di gerarchia economica. Le materie umanistiche possono servire solo fintanto che ti possono dare qualche possibilità in  più in questo senso e pertanto anche se hai qualche deficit nelle cose spicciole se le materie umanistiche ti possono dare una mano nell’arrampicata sociale ben vengano pure quelle.

Quello che non viene mai messo in discussione è il sistema del danaro e ciò che non si capisce è che le materie umanistiche servono proprio a farci capire quanto sia iniquo, insulso ed obsoleto un mondo che si fonda su quello. Ma questi sono discorsi da Peter Pan, da Miss Italia e insomma da snob che il problema del danaro l’hanno già risolto. La scuola vera è solo quella che ti forma per il mondo del danaro. Spero che i giovani reagiscano e ci mandino tutti a cagare. Forse nella tomba saremo meno ricchi ma consci di aver dato delle speranze ai nostri figli.