GIA’ ABBIAMO POCO TEMPO, SE POI CI METTIAMO ANCHE LA FRETTA…

Ci sono tre grandi cose a rubarci molto del poco tempo che abbiamo: la fretta, il danaro e la scienza “non scienza” travestita spesso da burocrazia.

Partendo da quest’ultima chi si occupa di attività motoria che non è una scienza anche se a livello universitario si ostinano a continuare a chiamarla scienza, confrontandosi con la complessità degli argomenti trattati e vedendo come vengono trattati dalla cosiddette scienze ufficialmente riconosciute è tentato di occuparsi di religione perché vede in questa un punto di partenza più efficace e soprattutto più concreto di accostamento ai misteri dell’attività motoria.

Io non ho la presunzione di occuparmi di religione qui sopra ma sono convinto che se non la portiamo in campo per comprendere nella sua totalità il sistema uomo compiamo un grande errore metodologico.

Gli errori della scienza comunemente accettata sono sotto gli occhi di tutti e non occorre occuparsi di religione per evidenziarli, basta e avanza il punto di vista dell’attività motoria.

Non c’è dubbio che viviamo in un lasso di tempo che è piuttosto ristretto, anche se più che nei secoli scorsi (ma questa tendenza è pericolosamente frenata dalle patologie legate all’inquinamento) e fretta, danaro e burocrazia esasperata tendono a ridurci di fatto questo breve tempo.

L’avvento del computer e lo sviluppo della tecnologia in generale promettevano di dilatarci questo tempo lasciandoci più tempo libero invece hanno sortito l’effetto opposto. L’era del computer doveva vedere lo snellimento della burocrazia che invece si è estesa e pericolosamente cronicizzata. L’era del computer prometteva di portarci nuova informazione magari liberandoci dalla controinformazione della televisione e invece è riuscita a fare anche di peggio e l’informazione in genere è molto più controllata di alcuni decenni fa.

Insomma, per farla breve, abbiamo sempre più fretta, meno tempo libero, siamo sempre più schiavi del danaro e, alla faccia dell’era del computer, lavoriamo sempre di più.

in tutta questa contraddizione la pseudo scienza travestita da scienza è semplicemente inerme se non addirittura complice. Ci siamo inventati patologie che dipendono esclusivamente da uno scriteriato uso dei farmaci e l’assistenza sanitaria è forse anche peggiorata se è vero che siamo in balia del privato per ancora troppe cose importanti.

Viene da chiedersi con una nota frase se forse non è vero che si stava meglio quando si stava peggio.

C’è un altro quesito di fondo che forse è bene porsi per allargare la vita più che per allungarla; siamo sicuri che la tecnologia invece di aiutarci non ci stia creando dei problemi che prima non avevamo?

Due esempi su tutti e poi un terzo terribilmente attuale: l’automobile ed il telefonino. Entrambi dovevano darci nuove libertà ed invece a lungo andare ci hanno creato nuove schiavitù. L’auto ci ha creato gravi problemi di inquinamento in tutto il pianeta e quindi di salute soprattutto considerando la tragica abbinata con il fenomeno sedentarietà, anch’esso scatenato da un eccessivo uso dell’automobile. Il telefonino sta facendo anche di peggio perché, nato per farci risparmiare tempo, sta finendo per spappolarci il cervello togliendoci il tempo per vivere.

La terza cosa che forse è il presente e c’è proprio da augurarsi che non sia il futuro, è l’intelligenza artificiale che potrebbe anche essere chiamata “idiozia artificiale”.

Con l’intelligenza o idiozia artificiale a seconda dei punti di vista ci si vuole proprio garantire che la gente la smetta del tutto di pensare. Con l’auto non ci muoviamo più, con il telefonino, stavamo rischiando di smettere di pensare, l’intelligenza artificiale è la cosa decisiva per fare in modo che non facciamo più proprio più nulla. il mondo non è più nostro ma di quattro idioti che lo orchestrano con esclusive finalità economiche.

Dobbiamo smetterla di credere nella scienza idiota, guardare fuori dalla finestra e capire qual’ è la vera scienza e quella falsa che ci spinge solo all’omologazione per non farci cambiare nulla.