GARELLA, IL PORTIERE CHE PARAVA CON I PIEDI

E’ mancato Claudio Garella, mitico portiere del Verona dello scudetto. E rimasto famoso per essere stato il portiere che parava con i piedi e mi ricordo che il suo stile poco ortodosso lasciava perplesso più di qualcuno. Ma Garella, piedi o non piedi, si è imposto come ottimo portiere e dopo aver vinto uno scudetto con il Verona ne ha vinto anche uno con il Napoli, continuando a parare con i piedi.

Allora mi era simpatico anche perché era la dimostrazione che certe regole nello sport possono essere infrante. Il regolamento ti dice che si può parare anche con i piedi? Se il regolamento te lo consente, lo puoi fare anche se i santoni dello sport dicono che non puoi parare così perché non si può vedere, non è ortodosso ed un vero portiere deve parare con le mani.

Fra le varie cose che ho fatto, ho allenato pure la pallavolo, a livelli bassissimi. ragazzini che partecipavano ai campionati del CSI, non era necessario inventarsi cose particolari per riuscire a fare dei punti strani. Ovviamente tutti i tecnici che si adoperavano per insegnare le regole base della pallavolo e tutto quanto poteva dare le basi a questi ragazzini per evolversi in tempi successivi. Fra le molte che ho seguito avevo una ragazzina che faceva un punto un po’ pirotecnico, proprio niente di accademico, lei sapeva che non era una cosa per nulla ortodossa ma il regolamento glielo consentiva (come le parate di piede di Garella) e ogni tanto si divertiva a farlo. Riceveva la palla in bagher dalla battuta avversaria e se era in ritardo ed un po’ sbilanciata non trovava niente di meglio che andare con le mani, che non erano proprio davanti per fare il miglior bagher per poter costruire l’azione d’attacco, ma erano a lato dal corpo. Da questa posizione “insana” rinunciava a fare il bagher di costruzione e faceva invece un colpo tennistico diretto al campo avversario, incrociava il campo (o talvolta anche in lungolinea) e con un colpo molto teso faceva punto sorprendendo la difesa avversaria. Faceva punto perché il colpo era forte, teso, preciso e… inaspettato.

Aveva lo stesso trattamento di Garella e tutti le dicevano che non doveva fare così ma lei da una situazione di disagio, nel rispetto del regolamento, tirava fuori dal cilindro magico una soluzione che portava più punti del migliore dei bagher fatti con tutti i crismi.

Garella come Dick Fosbury nel salto in alto, si è imposto con uno stile tutto suo e nello sport quando rispetti le regole e l’avversario puoi fare proprio tutto quel cavolo che vuoi, pure il cucchiaio nel calcio di rigore, oppure prenderle per un intero incontro di boxe per poi risolvere l’incontro verso la fine quando il tuo avversario comincia ad essere stanco (ogni allusione a Cassius Clay a Kinshasa è puramente voluta).

Questa è una delle belle cose dello sport, ci sono i regolamenti e vanno rispettati, poi c’è il rispetto dell’avversario e non si misura certamente sulla tipologia dei colpi che adotti per tentare di vincere e poi c’è la libertà di usare la fantasia sempre considerando che c’è un allenatore (e pure un pubblico) pronto a bocciare la tua soluzione estemporanea. Tende a bocciarla anche quando è vincente perché esistono delle regole non scritte che contano quasi quanto quelle scritte ma se l’atleta ha carattere impone il suo colpo ed inventa nuove leggende.

Claudio Garella diventa leggendario per le “garellate” e se le garellate all’inizio erano cose strane che non davano molta fiducia dopo sono diventate quei colpi che potevano far sperare che Garella pigliasse anche dei tiri che altri portieri non erano in grado di prendere.

Il modello va bene per i libri di testo. La realtà, e pure bella, è fatta di parate di piede, di colpi a pallavolo di stile tennistico, di rigori a cucchiaio e tutte cose strane che sono ammesse dal regolamento. Grazie a queste cose il campione può anche essere più simpatico degli altri perché ci mette del suo e se quel colpo lo fa perché quello del libro di testo non sa farlo o perché quel colpo è addirittura un qualcosa in più di quanto riportato dal libro di testo quello è solo un dettaglio della leggenda che è già leggenda a prescindere dai dettagli. Poi accade che certi atleti lascino il segno nella storia dello sport e così chi salta in alto con la tecnica dorsale non sta facendo nulla di strano, sta semplicemente facendo il “Fosbury” così come chi para con i piedi non sta facendo nulla di strano, sta semplicemente parando come Claudio Garella.