FILOSOFIA SPICCIOLA

Nei giorni scorsi è morta mia madre, era anziana e si è spenta lentamente, ci ero preparato ma la botta è comunque di quelle difficili da descrivere. Tentavo di prepararmi ripetendomi che i cinesi festeggiano quando muore una persona anziana, perché ritengono appunto che il fatto che sia riuscita a diventare anziana sia un successo e come tale va festeggiato. Non sono cinese.

Allora ho provato a rincuorarmi dicendo che siamo noi in una situazione anomala, siamo una ristretta élite, la maggior parte sono di là. Anche se i dati sono contrastanti perché c’è chi dice che le persone apparse fino ad ora sono meno di 60 miliardi mentre c’è chi dice che sono più di 110 miliardi il dato dei sopravvissuti oscilla comunque fra l’undici ed il sei per cento. Il che vuol dire che per ogni persona viva ci sono circa 9 o 15 defunti a seconda dell’esattezza dell’ uno o dell’altro dato.

Poi sono partito per la tangente perché la mente ha bisogno di staccare, soprattutto in questi momenti, ed ho pensato che mia mamma ha comunque vissuto un momento storico particolare. L’umanità è in progressione. Durante l’esistenza di mia mamma sono passati sulla faccia della terra probabilmente quasi 15 miliardi di individui. Praticamente su una storia dell’uomo che, anche se recente, va avanti da circa 200.000 anni, mia mamma, in meno di 90 anni è riuscita ad essere contemporanea di ben più del 10% del totale degli uomini apparsi sulla terra. E’ un dato curioso perché  si potrebbe obiettare che più del 10% non è poi una porzione enorme ma c’è da dire che la mia mamma, nonostante sia campata tanto, è vissuta per un periodo che è lungo meno dello “zero virgola cinque per mille” di tutto il tempo trascorso fino ad ora dall’umanità sulla terra.

L’umanità è andata molto lenta per decine di migliaia di anni poi è come impazzita a riprodursi ad  un ritmo forsennato. E così è stata anche l’evoluzione.

Tutto ciò stride con il mio ultimo articolo dove, depresso perché lo sport sembra sempre solo lo sport dei primi e poco lo sport di tutti, alla fine dichiaravo che comunque c’è qualche speranza perché comunque tutto è in lenta inesorabile evoluzione.

Forse la depressione era ed è dovuta a tutt’altri comprensibili motivi, è comunque vero che le faccende legate allo sport spettacolo sembrano vivere tempi “congelati” e che queste faccende condizionano anche un po’ tutto il tessuto sociale dello sport in genere se è vero che gli sponsor continuano a venire in soccorso sempre quasi esclusivamente dello sport di alto livello.

Ma, alla faccia di questo presunto “congelamento”, la società si evolve e tempo fa un noto allenatore italiano della marcia ad un convegno sul doping è venuto fuori con un’uscita a sorpresa che se fosse più volte ripresa dai giornalisti potrebbe essere definita “l’osservazione del secolo” sul fenomeno del doping. Questo tecnico, dopo aver analizzato con acutezza e moderata criticità molti aspetti del fenomeno, è uscito con questa dichiarazione: “… e poi noi qui stiamo a fare discorsi molto complicati ma basta che un giorno i telespettatori si sveglino male e decidano che invece di fare i telespettatori si mettono a fare gli sportivi e la questione doping è bella che risolta in un attimo.”

Io non mi lamento del doping in sé per sé e sono pure convinto che gli atleti di adesso rischino la salute per colpa del doping molto meno di quanto la rischiassero quelli di un tempo, però sono anche convinto che l’evoluzione delle pratiche dopanti abbia favorito l’ingigantimento di quella frattura fra atleti normali e campioni che alla fine danneggia lo sport di base. Se questa frattura è netta, insanabile, forse lo sport spettacolo ci guadagna ma lo sport di base perde di spettacolarità. Insomma lo sport spettacolo sta a reclamare che il vero spettacolo c’è solo guardando i campioni quando invece un’alta spettacolarità sarebbe insita anche nelle gesta degli atleti normali se solo fossimo allenati a guardarli. Per vederli meglio, questi atleti, basta solo sapere cosa c’è sotto ed allora emerge che il tempo di 10″6 decimi sui 100 metri di un atleta assolutamente a digiuno di un qualsiasi trattamento farmacologico è comunque un gran tempo e, anche se non si paga il biglietto per andarlo a vedere, merita certamente un applauso anche se non è record di niente. La società è in netta evoluzione. E’ la prima volta che siamo in 7 miliardi sulla terra e fra un  po’ saremo ancora di più. L’automobile ha stravolto il nostro modo di spostarci, la medicina ha stravolto lo sport, c’è margine per nuove evoluzioni, non sarà necessario aspettare molti decenni, attendiamo con fiducia.