Uno degli slogan più ripetuti del nostro tempo, dai politici ma non solo, è quello sulla “necessità” di far ripartire i consumi.
Io credo che la necessità vera sia quella di stare meglio e non di far ripartire i consumi. L’economia deve essere al nostro servizio, non dobbiamo essere noi al servizio dell’economia. E così se un sistema politico ha fallito dobbiamo inventarcene un altro non soffrire per mantenere in vita a tutti i costi un sistema che è moribondo. Come ogni economista con un po’ di buon senso poteva immaginare, un paio di decenni dopo il comunismo è crollato anche il consumismo. Quando è crollato il comunismo il mondo occidentale ha inneggiato al trionfo, è stato sconfitto il male, il capitalismo ha vinto, tutto il mondo sarà capitalista. In effetti la Cina, paese emergente, è il paese più capitalista che ci sia, alla faccia del suo sistema comunista. Ma la “bolla” cinese è destinata a sgonfiarsi come tutte le bolle con le sue assurdità e le sue contraddizioni.
La necessità di far ripartire i consumi è una bufala insostenibile che non tiene conto della realtà del nostro tempo.
Il papa ci racconta che dobbiamo ispirarci alla sobrietà e dobbiamo riscoprire il valore degli affetti più che quello degli oggetti. La conferenza sul clima di Parigi ci dice che siamo di fronte ad una situazione climatica paurosa dovuta all’eccesso di inquinamento e che pertanto dobbiamo assolutamente ridurre i consumi per produrre di meno ed inquinare di meno.
I politici continuano a raccontarci che invece bisogna ammazzarsi di lavoro per continuare a consumare sempre di più, per continuare a sostenere un sistema economico che fa acqua da tutte le parti, per continuare a produrre tonnellate di rifiuti che non sappiamo più dove buttare e per continuare a mantenere gli squilibri economici che alimentano le guerre e le povertà croniche del pianeta.
Non bisogna consumare di più, bisogna darsi una grossissima regolata e rivedere assolutamente in modo critico tutti i consumi.
Secondo la filosofia del “bisogna aumentare i consumi” io dovrei dirvi : “Non è importante come vi muovete, l’importante è che spendiate tanto per muovervi, qualsiasi attività motoria va bene purché sia costosa…”.
Invece sono qui a predicare l’opposto, perché in tempi di crisi economica, proprio perché non possiamo spendere, ci troviamo a scegliere i sistemi più economici per muoverci, per stare bene e proprio perché l’intero Paese è in crisi economica siamo condannati a stare bene per non gravare anche sul sistema sanitario del nostro Paese andando ad aggravare la crisi economica. L’unica cosa positiva è proprio questa, se vogliamo aiutare il nostro Paese dobbiamo mantenerci in salute perché non ci sono nemmeno più i soldi per l’assistenza sanitaria, altro che far ripartire i consumi.
L’attività fisica sana è decisamente ecologica perché è quella che si fa all’aperto spendendo gran poco (non bevete la bufala delle “scarpe scariche”: le scarpe invecchiano e basta, non si “scaricano” come le pile, se le usate bene, alternandole ad altre, invecchiano bene e non durano solo una stagione come vogliono farvi credere i maghi del consumismo).
Le palestre sono importanti e necessarie, anche quelle private, ma siete voi con il vostro comportamento che premiate quelle che vi danno prodotti essenziali e di qualità piuttosto di quelle che vi vendono cose inutili.
E così non è importante che si aprano sempre più supermercati dell’attività fisica ma che vengano incentivati, anche con contributi pubblici, quei centri dove si lavora bene ed il personale specializzato aiuta i cittadini a mantenere un buon livello di salute. Vanno premiati quei centri che ci vendono l’attività fisica come strumento di salute e non come moda fine a sé stessa tanto per fare cassa.
Alla fine sono d’accordo anch’io con i politici: bisogna far ripartire i consumi certo, ma quelli intelligenti non quelli stupidi. Quelli stupidi hanno prodotto questa situazione e vanno assolutamente limitati. Compito dell’industria è di adeguarsi per sopravvivere ed evolversi per inquinare meno il pianeta. Compito dei politici è di incentivare i consumi intelligenti e fornire all’industria gli strumenti per potersi evolvere secondo linee di sviluppo sostenibili. Consumare solo per mantenere gli attuali equilibri è utopia, gli equilibri di questo sistema economico sono inesorabilmente saltati e non sono più ripristinabili in nessun modo.
Muovetevi, fate sport e state in salute. Tentate pure di risparmiare perché se spendete troppo, poi dovete lavorare di più per aumentare le entrate e non avete più tempo per fare sport. Non fate come quello che ha rinunciato a 200 ore di tempo libero da dedicare all’attività fisica per pagarsi una settimana bianca da sogno in un luogo costosissimo: quello non è un sogno ma un incubo. Molto meglio duecento allenamenti da comune mortale che una settimana bianca da nababbo, quell’unica costosissima settimana non vi restituisce la salute che vi siete mangiati per conquistarvela. In questo caso è proprio opportuno capovolgere il detto “Meglio un giorno da leone che cento da pecora” ed è preferibile dire “Meglio cento giorni da pecora che sta bene che un giorno da leone stressato che non si libera dal vortice del consumismo…”.