Sarò irruento e poco democratico ma io i gestori di palestre che fanno pedalare i soggetti sani in palestra li arresterei tutti. Non è scorretto solo perché si fa pagare una cosa che potrebbe essere gratis, è molto peggio. E’ peggio perché si tolgono dalla strada forze molto importanti per una lotta che i ciclisti stanno inesorabilmente perdendo: quella per il diritto a poter pedalare in sicurezza nella propria città. Dovrebbe essere una cosa normale, un diritto come un altro, invece è una lotta cruenta, una guerra “contro” gli automobilisti (e non “con” loro per avere un traffico più sostenibile) che hanno deciso che vogliono continuare ad essere gli unici padroni della strada. I ciclisti, se vogliono pedalare, che vadano in palestra e che non rompano le scatole sulle strade che devono essere solo degli automobilisti.
Così ci sono distese sterminate di cyclette con tanto di cardiofrequenzimetro in palestre molto ampie dove essenzialmente ci si va in macchina, dove il personale di palestra è più o meno nel numero di una persona ogni 37 cyclette e vi sono orde di pedalatori che sudano a più non posso ma controllando rigorosamente la frequenza cardiaca ad ogni istante. Fuori solo automobilisti scatenati e qualche ciclista scemo che rischia la vita, senza cardiofrequenzimetro ma la vita non la rischia perché è senza cardiofrequenzimetro ma perché rischia di essere investito.
La mia proposta è che facciamo cambio. Gli automobilisti hanno bisogno di andare in macchina, non c’è dubbio e li facciamo andare in macchina in palestra dove mettiamo un tot. di auto al posto delle cyclette. Ci mettiamo su pure il cardiofrequenzimetro (preso dalle cyclette) così vediamo quanto si eccita l’automobilista quando supera virtualmente il collega di fianco. Ovviamente deve essere tutto virtuale perché le macchine in palestra non puoi mica farle circolare però un po’ di autenticità con il motore acceso io la darei così gli automobilisti capiscono cosa vuol dire esagerare un po’ troppo con l’automobile anche quando si potrebbe fare a meno di usarla e poi faccio pagare la palestra in base alla quantità di inquinanti emessa nell’aria della palestra durante la “seduta di allenamento”. Fuori ci facciamo andare i ciclisti senza cardiofrequenzimetro (il cardiofrequenzimetro è rimasto in palestra, sulle automobili) e vediamo quanti ne muoiono per colpa del fatto che non hanno il cardiofrequenzimetro e quanti se ne salvano grazie al fatto che gli automobilisti si stanno scatenando in palestra su auto che vanno solo in palestra.
La provocazione è un po’ ad effetto ma non è un’idea malvagia. Io penso che così si potrebbe far capire un po’ meglio agli automobilisti quali sono le reali esigenze dei ciclisti e poi forse l’idea di lasciare un metro e mezzo ai ciclisti quando li si supera in luogo del soliti 30 centimetri per spaventarli e per farli sentire fuori luogo potrebbe essere capita un po’ meglio. Gli automobilisti potrebbero anche così capire che non è il ciclista che deve adeguarsi ai 50 chilometri all’ora dell’automobilista bensì l’automobilista che deve adeguarsi ai 20 chilometri all’ora del ciclista. Insomma con le automobili in palestra in luogo delle cyclette migliorerebbe in modo decisivo l’educazione stradale.
E’ un progetto che non può essere affrontato dalle piccole palestre private che essenzialmente mirano a mettere in sesto il paziente per farlo andare su una pericolosissima bicicletta vera fuori dalla palestra ma potrebbe essere affrontato da quelle cattedrali del fitness all’ultima moda che spendono un’infinità di soldi in macchinari di ultima generazione. Un bel po’ di auto, magari di lusso, in batteria da guidare con la realtà virtuale e poi potresti pure mettere la velocità ideale da tenere sulla base dei dati forniti dal cardiofrequenzimetro. Forse gli affari andrebbero a gonfie vele per un po’ ma dopo gli automobilisti si sentirebbero abbastanza cretini a guidare su auto virtuali. Ed allora i ciclisti perché non si ribellano? Perché pensano che fuori dalla palestra sia proprio impossibile chiedere di pedalare serenamente?
Invece delle piste ciclabili facciamo le piste per gli automobilisti. Ogni tanto qualche pista qua e là per gli automobilisti dove i ciclisti non ci possono andare e dove gli automobilisti possono guidare scatenati senza rotture di scatole di ciclisti. Poi se qualche ciclista parcheggia sulla pista automobilistica poco male: con la macchina (magari un SUV) puoi passargli sopra a vedrai che non parcheggia più lì. Insomma potremmo essere tutti più contenti: i ciclisti finalmente potrebbero andare per strada senza rintanarsi in palestra e gli automobilisti avrebbero le loro splendide auto in batteria in palestra per andarci durante la settimana e pure le piste automobilistiche per andare su una strada vera il fine settimana. E’chiaro che raggiungere la pista automobilistica la domenica potrebbe presentare qualche problemino, non si può avere tutto dalla vita e non si può pensare che ci siano piste automobilistiche dappertutto: a quel punto basterebbe caricarsi l’auto sopra alla bici per raggiungere la pista automobilistica più vicina a casa propria ed ogni problema sarebbe risolto. Facciamo cambio, vediamo cosa succede…