EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI EDUCAZIONE FISICA

A scuola non c’è molto tempo per svolgere il programma di attività motoria (del resto in quale materia ci sono i tempi sufficienti a svolgere le indicazioni dei programmi ministeriali?) però sarebbe almeno opportuno che si riuscisse a far passare il concetto di scuola anche come “agenzia educativa che si occupa anche dell’efficienza fisica degli allievi”. Questo concetto non è molto ben chiaro nella testa degli allievi e così accade che a 14 anni ci sono già i soggetti che soffrono di problemi causati dalla sedentarietà quali l’obesità ed altri problemi soprattutto psicologici che attecchiscono maggiormente laddove non c’è una buona cultura dell’attività  motoria.

Ci sono giovani fuori moda che si drogano più o meno come quarantanni fa, ma poi ci sono quelli che si drogano in modo moderno e/o si rimbecilliscono di telefonino che alla fine crea problemi di salute simili a quelli della droga. Poi ci sono quelli che pur senza drogarsi hanno abitudini devastanti legate ad un’ignoranza patologica in termini di cultura fisica e così vedi ragazzi che si ammazzano di pesi e trangugiano anabolizzanti per costruire un fisico “macho” che secondo loro è più gradito alle ragazze (rischiando di restare impotenti già attorno ai 50 anni per questa loro sana passione verso il culto del maschio “potente”), ragazze che per essere più carine si devastano con diete che secondo loro dovrebbero farle dimagrire ed invece hanno l’effetto immediato di farle cadere nell’anoressia e l’effetto postumo di farle ingrassare a dismisura quando il loro fisico comincia a reagire per difendersi.

Insomma a scuola non c’è bisogno che l’allievo impari a fare le verticali o il salto con l’asta o la precisa tecnica di esecuzione dello stile Fosbury nell’alto, bensì che impari ad amare il proprio corpo come più o meno ti insegnano a catechismo a 6 anni. Più catechismo e meno nozioni. E guardate che non penso di passare per clericale e/o bigotto perché penso che queste cose siano ben predicate nella dottrina di tutte le religioni e pure presso gli atei con un minimo di cultura fisica (così mi affianco al  nostro grandissimo papa che ha pure aperto agli atei coerenti che pure non avendo il dono della fede si impegnano ad essere persone buone ed utili nella società).

C’è che qui siamo quasi all’ennesimo scontro religioso perché si predica da più parti una cultura della “non educazione fisica” che è quasi una religione più che una cultura. La religione del fisico “strumento” nell’economia di mercato. E così non si usa il mercato per curare il proprio fisico, la propria psiche, la propria esistenza, i propri ideali ma, al contrario, si lavora sul proprio fisico per adattarlo al sistema dei consumi, altro che Fosbury e camminata salutare in mezzo al parco che non c’è. Pollice super adattato alle esigenze dello smartphone e tratto cervicale già ben rigidamente impostato per guardare la realtà virtuale e non quella che ci sta intorno. Dal punto di vista più generale importante aumentare di massa muscolare, assumere integratori che fanno tanto bene alle case farmaceutiche che li producono, frequentare sale pesi attrezzate e non chiedere mai la consulenza di un vero esperto di attività motoria che sia mai che ci dica che abbiamo bisogno di fare attività fisica all’aperto andando a dar fastidio in modo insopportabile al mercato in tema di distribuzione dell’attività fisica di massa (massa intesa come poveri scemi non come massa muscolare…).

C’è bisogno che la scuola ci apra gli occhi su queste cose, le ore che ha a disposizione non sono molte ma comunque, se bene  utilizzate possono servire a qualcosa. Si è parlato molto di vaccinazione negli ultimi tempi, la vaccinazione più urgente di cui hanno bisogno i nostri figli è quella contro le insidie del mercato. Sacrosanta quella contro il morbillo ma quella contro il telefonino, il traffico folle delle nostre strade che fanno oltre due mila morti diretti (massacrati sull’asfalto) e qualche centinaio di migliaia indiretti (ammazzati lentamente dalle malattie legate allo stress ed all’inquinamento) e la non cultura dell’educazione fisica sono vaccinazioni ancora più urgenti e occorrerebbe proprio un’altra legge urgente sullo stile di quella che rese tanto impopolare la Lorenzin qualche tempo fa per sanare una situazione che è terribilmente più devastante di quella relativamente urgente che si era creata con i vaccini.

La scuola deve fare cultura dell’attività fisica, deve farlo perché è un’emergenza sanitaria. I nostri giovani devono assolutamente mobilizzare il tratto cervicale, non solo per un problema estetico e funzionale ma soprattutto per non essere inghiottiti dalla realtà virtuale che è l’unica che si può vedere quando poi hai conformato la colonna da “utente di telefonino patologico”.