EUROPEI A CONFRONTO

Ieri si sono chiusi i campionati europei di calcio e quelli di atletica. Ho due pareri, personali, diversi sulla riuscita di queste due manifestazioni.

Premetto che sono un grande tifoso di atletica, sport del quale sono praticamente “malato” più che tifoso e sono semplicemente un “curioso” delle gesta del grande calcio. Forse il fatto di essere semplicemente curioso di calcio e non spettatore “malato” come nell’atletica mi mette già nella condizione di non cogliere alcuni dettagli del grande calcio e pertanto non mi consente di vedere con precisione tutto ciò che accade, oppure, esattamente al contrario, proprio perché sono solo un curioso del calcio senza esserne malato riesco a vederlo con più obiettività e a coglierne il lato buono. Lato buono che da “malato grave” di atletica mi viene offuscato da cose che solo io e pochi altri, in qualità di malati gravi , purtroppo riusciamo a vedere (e qui, grazie al mio italiano splendido, non si capisce se il purtroppo è riferito al fatto che certe cose dovremmo essere in più persone a capirle o se il purtroppo è riferito al fatto che a volte, quando sai certe cose, non riesci più a fare lo spettatore rilassato…).

Mi è piaciuto di più l’europeo di calcio di quello di atletica. Strano per me che apprezzo l’atletica molto più del calcio. Provo a spiegarmi partendo dalle cose semplici per poi arrivare a quelle difficili che forse nemmeno io ho capito e sarà difficile che le capisca scrivendone qui sopra…

Intanto chi mancava. Nel calcio mancava l’Olanda. Peccato, grande squadra, ma da quello che mi risulta (perdonate l’ignoranza) mancava perché non ce l’ha fatta a superare le selezioni. Non mi pare che ci siano di mezzo altre questioni, ben più torbide. Nell’atletica mancava la Russia e questo è il peccato originale di questa edizione degli europei che rischia di mettere in crisi l’intera federazione mondiale dell’atletica. Questi europei sono un monito all’atletica mondiale e la frittata potrebbe estendersi alle Olimpiadi. Vedo molto male l’atletica alle Olimpiadi se davvero mancheranno gli atleti russi e non le vedo molto meglio se alcuni di questi avranno concessioni speciali per partecipare ai Giochi, anzi questa seconda evenienza la vedo ancora più grottesca e patetica dell’esclusione dell’intera squadra. Sarebbe un persistere nell’errore un continuare a ripetere che ci sono atleti “buoni” e atleti “cattivi”. Torno un attimo al calcio per non diventare terribilmente acido in poche righe.

Cosa mi è piaciuto dell’Europeo di calcio. Intanto nessun escluso d’ufficio, poi non ha vinto la squadra di casa e, non me ne vogliano i francesi, ma in uno sport che purtroppo è facile condizionare con arbitraggi poco chiari il fatto che non vinca la squadra di casa è un bel segnale. Il risultato finale potrebbe comunque essere contraffatto ugualmente anzi, fantascienza, proprio per far riacquistare credibilità al calcio potrebbero aver deciso che questa edizione degli europei non doveva vincerla la squadra di casa. Bene, allora in questo caso sono d’accordo con gli sponsor perché hanno messo in scena uno spettacolo gradevole. Non mi interessa il grado di “pilotamento” di una certa manifestazione se è pilotata bene, mi nausea se è pilotata in modo scandaloso ed irriverente per far vincere la squadra di casa. Cosa che purtroppo accade in sport dove il giudizio pesa molto ed è prassi che gli atleti devano subire le pressioni di una giuria non imparziale. Mi da terribilmente fastidio un podio di tre atleti della stessa nazione organizzatrice in una manifestazione di ginnastica artistica dove il giudizio della giuria è fondamentale, se questi tre atleti erano certamente in lotta per il primato con altri altrettanto accreditati di altre nazioni e dove il dubbio poteva creare qualsiasi esito di classifica.

Poi andiamo su dettagli meno pesanti ma che mi sono piaciuti. Arrivo a tollerare il Kitsch di Kundera. Quello che Kundera rileva puntualmente ed afferma  quanto sia sdolcinato e stomachevole.

Ronaldo vince stando fuori dal campo ed è certamente Kitsch ma mi piace ugualmente. Mi piace Ronaldo che infila la fascia di capitano al giocatore che dovrà trascinare il Portogallo alla vittoria senza di lui. Mi piace il Ronaldo che zoppica a bordo campo con una vistosa fasciatura e continua ad incitare i compagni rischiando di compromettere ulteriormente quell’ articolazione infortunata. Mi piace il Ronaldo che si strugge per una competizione che probabilmente non porterà alle sue tasche maggiori guadagni di quanto possano fare altre partite più decisive per i suoi contratti, mi piace il Ronaldo che invece di essere preoccupato per quel ginocchio che potrà creargli problemi molto consistenti in futuro è immerso in questa partita decisiva per la squadra della sua nazione che proprio per questa situazione andrà a dimostrare che non ha vinto solo grazie a Ronaldo come qualcuno avrebbe potuto dire con Ronaldo in campo fino all’ultimo. Poi c’è sempre l’obiezione dei maligni: “Con quel suo atteggiamento Ronaldo ha voluto dimostrare di come sia stato determinante anche fuori dal campo…”. Va bene, allora anche su questa ennesima “messa in scena”, a patto che lo sia, approvo ed affermo che il Ronaldo fuori dal campo mi ispira fiducia e mi è simpatico, più del campione dentro al campo.

Torno all’atletica. L’atletica ha un problema oggettivo, riferito agli europei che è pure il problema dei mondiali. Per incrementare lo spettacolo hanno raddoppiato il numero di edizioni. E così lo spettacolo lo ammazzi. Se volete annientare gli europei di calcio fateli ogni due anni e se volete mettere in crisi addirittura i mondiali fate ogni due anni pure quelli. L’atletica non è riuscita a capire che l’inflazione di un certo tipo di manifestazioni le scredita. Adesso ci sono europei di serie “A”, che sono quelli in annata a cavallo fra due Olimpiadi, ed europei di serie “B” che sono quelli che cadono proprio nell’anno olimpico. E così anche i mondiali di atletica hanno perso peso rispetto alle Olimpiadi da quando li fanno ogni due anni. Era meglio tenersi poche manifestazioni universalmente accettate e di inventarsi qualcosa di diverso nei momenti vuoti per spettacolarizzare l’atletica che non rovinare europei e mondiali. Questione di punti di vista.

Forse, da appassionato di atletica, sono solo troppo severo nei confronti di questo sport. Io penso che certe manifestazioni vadano tutelate nella loro spettacolarità anche non inflazionandole. Poi, però, c’è una cosa in particolare in questo periodo che non mi va giù che forse bisogna prenderla dal Kitsch di Kundera o dalla scena di Ronaldo. Se un atleta si infortuna (nel caso dell’atletica c’è un’ intera nazione che si “infortuna”: è la Russia) bisogna ringraziarlo ed incitarlo anche quando va fuori dal campo, tentando, se si può, di favorire la sua permanenza in campo. Con la Russia non abbiamo fatto così. E se la Russia va in spogliatoio senza guardarsi la partita il danno è soprattutto per l’atletica, più che per la Russia. Spero che questa faccenda venga risolta in modo razionale, non  ipocrita, che la Russia possa partecipare ai Giochi o che comunque si abbia il coraggio di ammettere che questo non è il modo di risolvere i problemi dell’atletica.