Mi viene richiesto con preoccupante continuità un libretto che ho fatto stampare per pochi intimi che riporta delle esemplificazioni pratiche di esercizi di ginnastica. L’ho fatto stampare quasi per gioco perché ho notato che in quel genere di libretti quando vi sono foto di un dimostratore questo è praticamente sempre perfetto e propone esercizi che si e no il 10% della popolazione è in grado di svolgere in un modo che almeno lontanamente somiglia un po’ a quello proposto dal dimostratore.
Nel mio libretto il dimostratore sono io, non sono per niente perfetto, tutt’altro e sono a dimostrare in un tot. di foto che si può fare ginnastica anche nel modo sbagliato di un soggetto che non è un grande ginnasta. Per conto mio il modo sbagliato è quello di chi, in possesso di capacità motorie decisamente sopra alla media, esegue in un certo modo esercizi che sono rivolti ad una popolazione che non ha grandi capacità motorie. Insomma il grande ginnasta potrà dimostrare qualcosa per chi fa le gare di ginnastica ma per la gente comune una dimostrazione perfetta non ha molto significato. In città non si guida come in formula uno e se mi mettete un pilota di formula uno a dimostrare come si guida in città siete fuori strada. Forse l’esempio non calza nemmeno perché mentre il pilota di formula uno, bene o male, sa guidare anche in città, la maggior parte delle volte un buon ginnasta non è capace di calarsi nella realtà di un soggetto privo di grandi capacità motorie.
Detto questo non è che sia a proporre il mio libretto perché più verosimile di quello proposto dai “ginnasti”, al contrario sono titubante quando mi viene richiesto questo “manuale” perché comunque mi rendo conto che la gente cerca l’esercizio “precotto”, l’esercizio “preconfezionato” dove non c’è niente da pensare, niente da scoprire, ma solo da ripetere un modello che può essere improbabile e quasi impossibile come un ginnasta (ma una idea ben precisa la dà, altrimenti tutti quei libretti non avrebbero mai venduto nessuna copia) oppure più facile ma quasi sconveniente e da “ritoccare” come quello del sottoscritto. Insomma l’idea la do pure io perché il mio messaggio è “L’esercizio lo puoi fare così o anche meglio…” ma il messaggio che do vorrei che fosse più completo nel senso che “questa è una esemplificazione di esercizio ma tu puoi inventartene uno che è anche meglio di questo al di là delle capacità di esecuzione”. L’esercizio può essere fatto in tanti modi diversi a seconda delle capacità motorie del soggetto che lo va a fare ma può proprio essere modificato e reinventato a seconda delle esigenze e della fantasia di chi lo esegue.
La differenza che c’è fra gli esercizi codificati e quelli inventati lì per lì è la stessa che intercorre fra le pietanze precotte e le pietanze fatte in casa. E’ pure possibile che la pietanza precotta sia di qualità più che accettabile ed indiscutibile ma non c’è dubbio che l’arte di imparare a farsi la pietanza in casa è una grande arte e ci da un qualcosa in più. Ma la gente non ha tempo ed è lo stesso motivo per cui compra i cibi precotti o si mette a fare gli esercizi pari pari a come li ha visti su un manualetto dimostrato da un ginnasta che con le nostre disponibilità motorie non ha nulla a che vedere.
Ci vuole indubbiamente tempo anche per stare lì a capire qual’è l’esercizio giusto per i nostri addominali, per la nostra schiena, per i nostri quadricipiti femorali, che non sono quelli del ginnasta fotografato sul manualetto. Purtroppo l’attività fisica per essere efficace deve anche essere un po’ studiata, se è ripetuta a memoria è certamente meno efficace ed è come quelle grandi studiate che si fanno il giorno prima del compito in classe che sono finalizzate solo all’ottenimento di un buon voto nel compito in classe ma poi non hanno possibilità alcuna di andarsi ad innestare sul nostro bagaglio culturale perché sono poco fisiologiche e la nostra memoria si difende cancellandole prima possibile per far spazio a cose che il nostro subconscio ha deciso che sono più importanti.
Così è l’attività motoria, l’esercizio non personalizzato in qualche modo si riesce a fare ma il nostro organismo lo rifiuta come un qualcosa di estraneo, è una recitazione di un qualcosa che non è nostro e quanto prima si tenterà di eliminarlo dalla proprio vita in quanto appartenente al solo tempo della recitazione che va in scena per qualche mese e basta. Il concetto di esercizio nostro e per tutta la vita è poco diffuso, perché viene visto in modo anche un po’ pesante. Dalla ginnastica ci si attende anche un esito un po’ miracolistico e una cosa che possiamo fare per sempre, per tutta la vita pare non avere queste caratteristiche. L’esercizio miracoloso è quello abbastanza particolare, che dopo averlo adottato per venti giorni ti senti già un altro.
Fra gli esercizi fatti in casa e quelli precotti i primi sono certamente più efficaci. Purtroppo la tendenza è proporre un modello, ad appiattire le differenze e chi non segue quel modello è “out”.
I supermercati dell’attività motoria seguono questa logica e stanno letteralmente soffocando le palestre dove il buon istruttore è presente con il suo insostituibile carico di esperienza. L’esercizio si fa così e basta, non ci sono alternative. Non è l’esercizio che deve essere adattato al soggetto ma il soggetto che deve adattarsi all’esercizio. Al più si possono fare delle schede di lavoro dove vengono contemplati diversi livelli prestativi. Ci sono i principianti e gli evoluti, oppure i più abili ed i meno abili. Non c’è Tizio, Caio o Sempronio. Così come la palestra non appartiene più ad un soggetto che la porta avanti con tutta la sua esperienza, ma appartiene ad una catena che ha deciso di gestirla in un certo modo.
Utilizzate le palestre con i loro istruttori ma fatelo con lo stesso spirito con il quale andate al ristorante e vi fate consigliare dallo chef, fuggite dai fast food…