L’elasticità di cui auguro a tutti di non difettare è quella mentale che ci può portare a valutare l’atto motorio come la risultante di una serie di fattori e non come l’effetto di una singola capacità condizionale.
Dico questo non a caso, troppo spesso sento parlare in termini di forza o di efficienza cardiaca come se fossero le uniche componenti in una prestazione sportiva. Anche se ogni schematismo è un’ inutile gabbia per analizzare il movimento, semplificando (ma solo per far capire che non si parla solo in termini di forza e resistenza) si può affermare che le componenti in gioco sono almeno quattro: la forza, la resistenza, l’elasticità e, soprattutto, la coordinazione neuromuscolare. Con quel “soprattutto” mi sono già schierato e ammetto pure che lo spirito con il quale mi schiero è quello del tifoso di una squadra di calcio. Qui non esistono soggetti che hanno ragione più degli altri. La scienza del movimento non è una scienza esatta, fa fatica ad esserlo pure la medicina, figuriamoci se può esserlo la scienza del movimento. Pertanto è con lo stesso spirito di chi tifa per una squadra anziché un’altra che faccio il “tifo” per la coordinazione neuromuscolare sulle altre e in seconda battuta sull’elasticità.
Io sostengo l’importanza della coordinazione neuromuscolare partendo da una osservazione banale: se questa è molto carente uno può essere molto attrezzato nelle altre tre componenti che sembrerà comunque un disabile. Le altre tre componenti sono certamente molto importanti ma una loro carenza anche abbastanza significativa può non essere letale sulla speranza di avere un produttore di gesta sportive molto eclatanti. Forse lo sta diventando nello sport moderno che è sempre più impietoso e meno poetico nei confronti di certe situazioni. Abbiamo parlato di squadre, mi viene in mente il calcio e, a me che sono vecchio, Gianni Rivera. Gianni Rivera nel calcio attuale non potrebbe esistere. Ed io per certi versi dico che il calcio di una volta era più bello di quello di adesso. Gianni Rivera non era forte e forse non era nemmeno resistente, probabilmente era abbastanza elastico altrimenti non sarebbe riuscito a fare il gran numero di partite che ha fatto, aveva certamente una coordinazione neuromuscolare di primo livello che certi giocatori di adesso se la possono dimenticare ma soprattutto aveva un’ intelligenza di gioco incommensurabile. A me piace collegare il concetto di coordinazione neuro muscolare all’intelligenza di gioco ma qualcuno potrebbe pure dirmi che Rivera avrebbe potuto avere un’intelligenza di gioco mostruosa pure se fosse stato disabile o che avrebbe potuto avere una grande coordinazione neuromuscolare anche se fosse stato tonto e forse è proprio così, allora è per licenza poetica che mi piace immaginare che le due doti possano essere correlate fra loro, lavorare in modo sinergico ed incrementarsi vicendevolmente nell’ambito delle abilità motorie.
Ho citato Rivera ma potevo citare tanti altri campioni (purtroppo soprattutto del passato) che hanno compiuto gesta indimenticabili nello sport per far capire come quantitativi spropositati di forza e resistenza talvolta possano anche non essere necessari come requisiti di base di un grande campione. Purtroppo nello sport moderno tale affermazione pare poter perdere la sua autenticità e comunque anche nello sport moderno io continuo a fare il tifo per quei soggetti che più che costruiti in palestra da un punto di vista condizionale sono addestrati sul campo sulle specifiche abilità necessarie per farli campioni del loro sport.
Ho scritto che anche l’elasticità è una dote che mi attrae nel senso che ritengo che sia un po’ trascurata al giorno d’oggi sempre per colpa di quell’eccesso di attenzione che si da alla forza. Quanto alla resistenza ritengo che sia molto importante ma non capisco perché ci si allena ad esasperarla intervenendo chimicamente quando con una preparazione razionale meno impostata sulla forza si potrebbe stimolarla in modo più che adeguato. In sintesi si esalta la forza a più non posso, per colpa di quella, oltre a perdere elasticità si perde anche resistenza ma questa, se non c’è tempo per sistemarla con esercitazioni specifiche, viene sistemata chimicamente. Alla fine è rimasta una gran forza, una buona resistenza, un’elasticità così così e la coordinazione neuromuscolare se era già buona prima non è che peggiori ma se era migliorabile, se ci siamo concentrati su tutt’altri aspetti, forse abbiamo perso una buona occasione per migliorarla.
Perché faccio il tifo per la coordinazione neuromuscolare e per l’elasticità non lo so, forse perché non sono di moda ed io ho una sana passione per tutte le cose che non sono di moda (le trovo più romantiche, più rare, più apprezzabili). Ho dei sospetti invece sulle motivazioni essenziali per cui negli ultimi decenni forza e, in seconda battuta, anche resistenza siano diventate di moda. Il mio sospetto è che, tanto per cambiare, c’entri il mercato. Mentre per migliorare la coordinazione neuromuscolare e anche l’elasticità occorre una paziente revisione del piano di allenamento e bisogna soffermarsi molto a valutare bene l’opportunità di concentrarsi su alcune esercitazioni o su altre, nello sviluppo della forza e della resistenza sono possibili approcci diversi. Intanto la possibilità di schematizzare o quasi la preparazione. Si selezionano delle esercitazioni piuttosto semplici che devono essere reiterate un gran numero di volte, magari in serie, per cui con poche parole si può sintetizzare un allenamento che può durare anche due ore. Fondamentalmente le famigerate “schede” esistono per questo motivo. Ma questo non è l’unico motivo che può rendere più destreggiabili le sedute basate soprattutto sulla forza e sulla resistenza, ce n’è un altro, molto più subdolo, che le può far rendere molto appetibili ad un certo tipo di mercato. La politica degli integratori alimentari non avrebbe motivo di esistere se ragionassimo solo in termini di coordinazione ed elasticità. E’ vero che con certi farmaci si può agire anche in modo tale da migliorare la conduzione nervosa ma la coordinazione ha degli aspetti altamente specifici che non possono essere alterati in modo decisivo dal solo supporto farmacologico, è proprio l’addestramento a risultare decisivo per migliorare in modo determinante alcune capacità coordinative peculiari di un certo sport. Anche l’elasticità non può essere modificata in modo significativo dall’assunzione di determinati prodotti. Quelle che invece possono essere influenzate in modo molto consistente da alcuni prodotti di sintesi sono le doti di forza ed anche quelle di resistenza. Siccome nella messa a punto delle doti di forza talvolta andiamo a minare per un motivo esclusivamente meccanico (l’aumento della massa muscolare) le doti di resistenza allora non c’è niente di più semplice di insistere anche su queste con l’ausilio di alcuni prodotti che servono a migliorare le capacità ossidative. In breve, grazie alla chimica miglioro sia la forza che la resistenza praticamente senza variare il carico di allenamento. Capite bene che in situazioni di sovraccarico quasi cronico dove l’atleta arriva ad allenarsi anche sei ore al giorno avere questa opportunità non è una cosa da ignorare del tutto.
Per assurdo questo tipo di atteggiamento potrebbe provocare anche un affinamento del bagaglio tecnico con riferimento alla messa a punto delle doti coordinative e di elasticità. Visto che le altre si riescono a migliorare anche grazie alla chimica concentriamoci sugli aspetti della preparazione fisica che ci consentono di migliorare le doti non migliorabili chimicamente. Così non accade ed anzi nello scimmiottare la preparazione dei grandi campioni accade che anche a livelli relativamente bassi si incominci a dare molta importanza alle doti di forza e resistenza, ormai è un fatto di moda, se non ti prepari con i pesi non vai da nessuna parte in nessuno sport.
Stiamo attendendo che un protocollo per lo sviluppo della forza sia messo a punto anche per gli scacchisti. Sulla resistenza siamo già tutti d’accordo che hanno pure bisogno di correre per ossigenare il cervello, solo che anche lì dovremo fare in modo di riuscire a convincerli che devono migliorare la potenza aerobica altrimenti non riusciamo a vendergli nulla.