Mi dicono sempre che sono polemico soprattutto nei confronti della televisione. Non è vero, nei confronti di giornali e riviste so esserlo molto di più. Sono semplicemente logorato da titoli su riviste e giornali che sono incredibilmente fuorvianti e seminano il panico nella popolazione su argomenti che sono importanti. Quando questi titoli sono fortemente devianti ne diventano poi pericolosi anche altri che potenzialmente sono innocui.
Allora il peccato ma non il peccatore. Io ho questa mania di gettare il sassetto e tirare via la mano. Ma non capisco perchè dovrei fare dell’autolesionismo. Quelli che vanno a scrivere ‘ste robe magari sono pure dei colossi dell’informazione. E cosa faccio io Don Chisciotte contro i mulini a vento che vado a scagliarmi contro chi vende centinaia di migliaia di copie al giorno?
Il peccato lo evidenzio eccome perché ne ho le scatole piene di subire queste cose ed è un mio diritto evidenziarlo.
Primo titolo, quasi da ergastolo: “Chi cammina piano muore prima”. Secondo titolo, non da ergastolo ma da multa salata, soprattutto se associato al primo: “Se volete dimagrire camminate, non correte”.
Allora uno si trova a scegliere fra la linea e la morte. Se cammino piano dimagrisco ma muoio prima, se corro non dimagrisco ma sopravvivo di più… cosa faccio?
Formulo un altro titolo anch’io così completo il caos ed almeno spero che la gente capisca che queste sono tutte balle spaziali: “Se corri forte dimagrisci di più ma muori prima!” E’ ovviamente una balla spaziale anche la mia ma per mettermi in linea con questo gioco di prese in giro ho dovuto creare anche la mia e comunque sono qui a dimostrarvi che può essere meno balla delle altre (non per questo va presa sul serio).
Allora il primo titolo è pazzesco: non è assolutamente vero che chi cammina piano muore prima. Camminare piano è una delle cose più intelligenti che ci sia, fa benissimo al fisico ed alla mente ed aiuta certamente a vivere di più. Non tutti hanno la pazienza di camminare piano, alcuni proprio si annoiano e preferiscono camminare svelti, non per questo campano meno. Anche camminare svelto fa bene alla salute soprattutto se si parte già da un discreto livello di salute. Che fa male alla salute non è il camminare piano o forte ma la sedentarietà assoluta: quella è certamente dannosa e pericolosa per tutti.
Secondo titolo: Se vuoi dimagrire di più non correre, cammina. Questa cosa potrebbe anche essere vera, dipende a chi la dici. Come tutte queste cose, devono assolutamente essere contestualizzate per poter avere un certo senso, ciò che va bene per uno non va bene per altri. Se prendi una persona che sta bene ed è abituata a correre con una certa continuità, corre senza problemi, si diverte e magari, nonostante la corsa, ha qualche chiletto in più ma non per questo sta male, e la dirotti verso il cammino in sostituzione della corsa le fai un danno. In primo luogo perché se non è abituata a camminare ma a correre quasi di sicuro si annoierà, in secondo luogo perché se questo personaggio nonostante la corsa ha qualche leggero problema di sovrappeso vuol dire che certamente a tavola non si tira molto indietro. Nel momento in cui passa dalla corsa al cammino potrebbe pure aumentare ulteriormente di peso perché turba un equilibrio e smette un’attività che lo aiutava certamente a controllare il peso, in favore di un’ altra che potrebbe comunque aiutarlo in questo obiettivo ma con i dovuti accorgimenti. Insomma, per farla breve, questo dovrebbe sostituire un’ ora di corsa con tre o almeno due ore di cammino. E qual’è quel podista che accetta di buon grado questo tipo di cambiamento? Questo farà prima a dirti “Grazie, mi tengo la mia corsa e mi controllo un po’ di più a tavola.”
Assolutamente diverso è il discorso per chi ha necessità di dimagrire e non ha mai fatto movimento. In quel caso vale certamente la pena di cominciare dal cammino perché il maggior costo della corsa in termini di calorie non è proporzionato alla valanga di fatica che questo fa per correre. Se è vero che la corsa fa consumare un po’ più di calorie del cammino è anche vero che per l’ex sedentario la corsa è una fatica mostruosa e lo costringe a dosi di carico troppo esigue per essere sopportabili psicologicamente. Per cui questo se la prende con calma, cammina, dimagrisce comunque ma soprattutto non soffre le pene dell’inferno perché, a meno che non vi siano seri problemi oggettivi, il cammino lento è alla portata di tutti. Morirà prima perché cammina invece di correre? Assolutamente no! Al contrario potrebbe morire prima e pure d’infarto se non è in condizioni accettabili di salute e si mette subito a correre come un disperato pur non avendolo mai fatto. Magari in spiaggia a mezzogiorno con 30° perché la sera prima ha fatto “bagordi” e non è riuscito a svegliarsi in tempo utile per la “sana attività fisica mattutina”.
Ma allora perché hanno fatto un titolo scrivendo “Chi cammina piano muore prima”? Perché questi sono davvero pazzi scatenati e andrebbero denunciati per aver scritto ‘ste robe. Questi sono partiti da uno studio che deve essere ben descritto prima di essere sintetizzato che analizzava le persone in base alle loro capacità di produrre un certo tipo di cammino. E’ chiaro che uno che non riesce a camminare a 4 chilometri all’ora per pochi secondi potrebbe pure avere già un piede nella tomba mentre uno che cammina tranquillamente a 7 chilometri all’ora si pensa che possa avere almeno un minimo di efficienza fisica. Questo è uno studio terribilmente imbecille. E’ come dire che si sono accorti che chi ha il cuore irrimediabilmente danneggiato campa meno di chi ce l’ha perfetto e che chi ha i polmoni neri da trent’anni di fumo può campare meno di chi li ha immacolati e non ha mai fumato (ed ha pure la fortuna di vivere in un luogo non inquinato). Non è il fatto di camminare piano o forte a determinare la possibilità di sopravvivenza futura di un soggetto. E’ il fatto che chi è più sano certamente ha buone possibilità di campare di più.
Pertanto la scelta del ritmo di cammino o di corsa e pure la scelta fra cammino e corsa deve essere assolutamente individuale ed informata da un gran numero di questioni personali che non possono certamente essere influenzate dall’idiozia di un titolo di un giornale a vasta tiratura che storpia clamorosamente le conclusioni di una ricerca particolare. E’ davvero giunto il momento di ribellarci ai titoli idioti. Sentenze in quel campo non le emette rapidamente nemmeno un tecnico qualificato e molto esperto, non facciamole emettere a qualche giornalista sprovveduto che vuol cercare qualche sistema di dubbio gusto per incuriosire i lettori.