E’ POSSIBILE RIDURRE LA CONFLITTUALITA’ FRA INTERESSE ECONOMICO ED INTERESSE SCIENTIFICO?

Forse il vero problema è chiarire cosa intendiamo per “interesse scientifico” perché tale concetto è talmente oppresso dal gigantismo dell’interesse economico che ha rischiato di perdere la sua identità.

Allora il vero interesse scientifico, al netto di ogni interesse economico, ed è questa la grande astrazione quasi utopistica che dobbiamo fare per non inquinare il concetto di interesse scientifico, è quella presunzione secondo la quale con degli studi scientifici vogliamo tentare di scoprire qualcosa che non conosciamo, qualcosa di nuovo, a prescindere dai vantaggi e dagli svantaggi che ci può portare questa scoperta.

Tale presunzione è sempre più castrata dall’interesse economico perché molto spesso la scoperta scientifica collide con forti interessi economici e pertanto, siccome prevenire è meglio che curare, tanti studi per questo banale motivo non partono nemmeno. Basta che ci sia anche solo il rischio che una certa ricerca abbia risvolti economici non gradevoli che ciò è sufficiente a stroncare sul nascere quella ricerca.

Un esempio banale è quello della problematica degli studi scientifici legati all’uso compulsivo del telefonino o anche all’uso esagerato e patologico dell’auto privata. Tali studi non sono per niente incentivati, anche se sarebbero molto importanti, per evidenti motivazioni economiche. eppure ci sono tante cose ancora da scoprire sull’uso compulsivo del telefonino e sull’uso patologico dell’autovettura e da un punto di vista squisitamente scientifico non sarebbe nemmeno troppo difficile progredire ed evolversi in tal senso.

Purtroppo, per questa tracotanza dell’interesse economico, molte volte la scienza funziona al contrario, ma quella non è vera scienza anche se è travestita da tale. Si fa il percorso esattamente opposto, non si vuole scoprire proprio nulla, si parte da un’affermazione che di scientifico non ha proprio niente ed è solo un’amara legge di marketing, da quel postulato si scomoda la scienza (o la presunta tale) per arrivare a proporre studi che dimostrino che una certa situazione che fa comodo al mercato è razionale, sostenibile ed è buon presupposto per continuare a sostenere un certo comportamento che è in realtà scientificamente irrazionale.

Nel campo dell’attività motoria ci sono delle situazioni grottesche facilissime da studiare ma che non vengono mai sviscerate abbastanza.

Per esempio è abbastanza clamoroso il confronto fra tapis roulant e cammino all’aria aperta che presenta un’ infinità di vantaggi a favore di quest’ultimo ma che non vede un congruo numero di studi realizzati per affrontare la questione. Al contrario è facile imbattersi in studi che decantano l’utilità del tapis roulant e questa è un’autentica mistificazione nel nome del business.

Tentare di ridurre la conflittualità fra vero interesse scientifico ed interesse economico è impresa ardua nel senso che gli studi scientifici costano e se non si trova nessuno in grado di sponsorizzarli è difficile che possano partire. Occorrerebbe un organismo super partes non coinvolto economicamente e che abbia disponibilità finanziarie per far partire veri studi scientifici ma una volta che le risultanze di tali studi presentano problematiche quasi impossibili da affrontare nel nostro sistema economico ci si domanderebbe se non si è messo in moto un ingranaggio che crea solo problemi.

In Italia un esempio emblematico è l’acciaieria di Taranto. A Taranto c’era la presunzione di produrre acciaio per mezza Europa e non occorrevano molti studi scientifici per dimostrare che tale presunzione era troppo pericolosa per la salute degli abitanti della città di Taranto. Eppure ancora oggi c’è chi sostiene che sia opportuno che l’acciaieria resti a Taranto anche se scientificamente è evidente come ciò sia pura follia.

L’interesse scientifico può rimanere vivo solo nel momento in cui possiamo accettare che certi studi scientifici ci diano risultanze che vanno in controtendenza rispetto alle tendenze economiche che un certo apparato politico appoggia.

Se accettiamo solo un certo tipo di risultato allora non scomodiamo nemmeno la scienza vera e decretiamo il primato della scienza economica su tutto e su tutti.

L’economia ha un suo preciso ambito di indagine, la ricerca scientifica in senso lato ne ha un altro che è decisamente più vasto. E’ opportuno, se non vogliamo prenderci “scientificamente” in giro, che la prima sia conglobata nella seconda e da essa coordinata perché se accade il contrario allora tutto perde drammaticamente di attendibilità.