“…Capisco che correre veloce fa bene alla salute a anche all’elasticità muscolare ma quando uno a quarant’anni è da venti che non corre e si ritrova che fa pure fatica a camminare come fa a mettersi a correre come un velocista?…”
Io non dico che un quarantenne, ormai sedentario da tempo, il primo giorno che va sul campo sportivo si deve mettere a fare i 100 metri in 15″ o i 200 metri in 32″. Quelli sono tempi normalissimi per un quarantenne che si è mantenuto attivo fisicamente anche semplicemente giocando a tennis o praticando il calcio a 5 ma per un quarantenne ormai sedentario cronico sono un’impresa da realizzare con molta calma in tempi decisamente dilatati.
Quello che non capisco io è perchè troviamo una infinità di quarantenni che giunti a correre senza problemi per 40′ di corsa continua o anche un’ora che è già un carico indice di una buona condizione fisica, invece di provare a correre un po’ velocemente, come può essere ambizione di tutti i soggetti sani, insistono con la corsa lenta fino ad arrivare a carichi spropositati quali le tre ore e mezza o quattro della maratona. In termini assoluti è molto più difficile correre una maratona in tre ore e mezza che non un 100 metri in 15 secondi, eppure mentre molti provano a correre i 42 chilometri della maratona sono decisamente pochi quelli che provano a correre i 100 metri almeno una volta nella vita. C’è gente che è andata a correre a New York, a Berlino, a Londra ma non ha mai corso sulla pista del proprio paese. Probabilmente è diffusa la convinzione che mentre la maratona può essere corsa a qualsiasi ritmo ed è comunque un bel risultato portarla a termine, i 100 metri o le altre prove di velocità vale la pena correrle solo se si ottengono risultati di valore assoluto. E’ un fatto culturale ed è comunque molto influenzato dalla moda.
Per capire perchè è spinta la moda delle distanze lunghe basta spiegare la capacità di contenere grandi numeri di partecipanti che può avere una maratona in contrapposizione ad una gara di velocità. In una maratona possono prendere il via nello stesso momento fino a 40.000 atleti. Arrivano dopo mezza giornata ma corrono tutti e 40.000 assieme e offrono grande garanzia di successo al comitato organizzatore che tante volte è un comitato permanente che lavora tutto l’anno per l’organizzazione di quell’evento. In una gara di velocità possono partire contemporaneamente, ben che vada, (se la pista è a otto corsie) otto atleti. E’ vero che quegli atleti piombano sul traguardo dopo pochi secondi ma è anche vero che se volessimo farne correre 40.000 nella stessa manifestazione dovremmo stare lì ben che vada per 4 giorni di seguito continuando a far partire batterie a raffica giorno e notte. Evidentemente questo tipo di impresa non è molto affrontabile a livello organizzativo.
Ora è evidente come non si possano organizzare manifestazioni di massa sulle distanze classiche della corsa veloce però a fronte di un numero colossale di maratoneti che si dilettano a gareggiare in tutto il mondo potrebbe esistere anche un numero più che discreto di velocisti che anche senza girare per tutto il mondo magari si accontenta di andare per le città limitrofe alle proprie e soprattutto che anche se non gareggia con assiduità accetta di misurarsi in allenamento con le normali prove veloci più che con le infinite distanze del gran fondo.
La cosa strana è che la normalità viene considerata la distanza molto lunga mentre la velocità è una cosa ritenuta idonea per pochi eletti o comunque per pochi eccentrici animati da strani propositi.
Da un punto di vista fisico io sostengo che la cosa migliore è correre in tutti i modi a prescindere dalle distanze sulle quali si andrà a gareggiare e la motivazione di tale convinzione è molto semplice: mentre la corsa lunga è senz’altro utile a livello organico, la corsa veloce è ancora più utile a livello di elasticità muscolare. Trascurare la corsa veloce non è una bella cosa e capita di vedere dei maratoneti che hanno un’elasticità muscolare paragonabile a quella dei sedentari. Chi fa tanta fatica per tenersi allenato ed in buona efficienza fisica farebbe bene a farne anche un pochina per mantenere una buona elasticità muscolare. Anche fra il popolo dei maratoneti è diffusa la convinzione che sia importante curare la muscolatura con della buona ginnastica di allungamento, sappiano questi che un altro sistema per mantenere una buona efficienza muscolare è proprio quello di correre veloce e non nelle solite modalità di corsa continua. Insomma se con un “corto veloce” anche abbastanza intenso si può arrivare a correre ai 15 chilometri all’ora (valore riferito ad un quarantenne ben allenato) con una semplice corsa in allungo della durata di pochi secondi lo stesso atleta può arrivare agevolmente a superare i 20 chilometri all’ora senza problemi. Non è fatica, si tratta solo di trovare un campo sportivo per poterlo fare e la pazienza di non mettersi lì a sparare subito a tutta con il rischio di farsi male. Non è il tipo di corsa a creare il rischio di sovraccarico ma l’intensità alla quale viene praticata.
Non ho mai visto un maratoneta da tre ore e mezza sparare subito un allenamento da tre ore alle prime sedute, non vedo perchè dovrei vedere un presunto velocista che alle prime corse veloci raggiunge subito il 95% della sua velocità massima. Il buon senso è sempre la prima cosa al di là di tanti consigli tecnici.