- – Ma la scienza “bloccata” non è che nasca dalla scuola “bloccata”? Anche la scuola, per certi versi, vive gli stessi problemi della scienza se è vero che tutto deve rispondere a certe direttive del quieto vivere e si sta ben attenti a non uscire dal seminato anche per non turbare certi equilibri che possono portare allo scontro sociale. E’ un problema sociale che non tocca solo la scienza ma tutto ciò che ha a che fare con l’informazione. Non pensi che il primo luogo dove ci si potrebbe svegliare fuori possa essere proprio la scuola dove i giovani non hanno alcun interesse a vivere in una società ingessata? –
In effetti il problema investe anche la scuola e tutta l’informazione in genere però io ho poche speranze sul fatto che i giovani da soli abbiano i numeri per innescare un nuovo modo di approcciare l’informazione. Per conto mio la scuola è così perché la scienza non si muove e non viceversa. Un mondo scientifico più reattivo ed autentico potrebbe certamente favorire un rinnovamento della scuola facendolo partire dalla sua organizzazione.
In questa situazione forse l’unica speranza che abbiamo sono proprio solo i giovani ed allora si potrebbe sperare anche in un rinnovamento della scuola che parta dal basso. A cascata ci si potrebbe attendere a quel punto anche una scienza meno sonnacchiosa ed al passo con i tempi. Al momento siamo ancora nell’epoca nella quale si finanziano le guerre per non turbare “delicati equilibri”. E continuiamo a farci del male e ad ammazzarci per non turbare “delicati equilibri”.